7 febbraio 2020

PRIMUM VIVERE

di Antonio Saccà

L'epidemia attuale sorta in Cina e propagabile, come possibilità, in tutto il mondo e dagli aspetti contaminanti infettivo virale rischia di ammalarci di un morbo del quale ignoriamo l'origine e le sue caratteristiche e, ignorando ciò, potrebbe annientarci senza poterlo annientare. È il punto più grave, non sappiamo alcunché del virus, assistiamo incapaci, impotenti alla sua azione mortale. Non conoscendolo, non potendolo combattere il rischio pandemico è possibile, giacché mentre noi assistiamo incapaci, impotenti il virus agisce. Purtroppo bisogna considerare anche questa evenienza, che scorrano mesi e mesi prima di capire, di rimediare ed il virus intanto falcidia, dilaga. Ogni cautela ben concepita ed opportuna deve essere attuata, ma entra in conflitto con l'economia, con il timore, legittimo, che vi sia un declino economico mondiale, in specie di coloro, moltissimi, che hanno relazioni con la Cina.
Vale ripetere che in Cina una grande città intera è stata isolata, e la gente chiusa, tutte le attività bloccate, della sorte degli abitanti sappiamo poco o nulla, quanti sono esattamente i morti, con che rapidità si allarga il virus, come avviene la contaminazione se la gente è isolata, di certo i morti crescono, la propagazione aumenta, il che e tutt'altro che confortante. C'è un panico esagerato? Assolutamente, no, quando centinaia di persone muoiono e nessuno sa come mai, e nessuno sa curarli con tutta la potenza della scienza moderna ci sarebbe da preoccuparsi estremamente. Fossimo nel Medioevo o nel XVII secolo, la gente, quando le epidemie avvenivano, non aveva minima cognizione delle cause, non esisteva la scienza con riferimento alla scoperta dei batteri, bacilli, microbi, dei virus, ma nel momento in cui giungiamo a conquiste scientifiche supreme non siamo in condizioni in tutto il mondo di trovare ancora un rimedio. Questo preoccupa moltissimo e sconsola massimamente, l’ignoranza, l’impotenza, e nel frattempo il virus uccide, ripeto. Credo che l'economia deve avere pazienza, finché non si viene a capo, turisti in meno, ristoranti cinesi disertati, pazienza, sarebbe degradante per timore di una crisi economica favorire una pandemia. L'umanità intera deve capire e trovare il rimedio, il compito è questo non la crisi economica. Tutto ciò che può favorire l'economia senza rischio, si faccia, ma disgraziatamente noi ignoriamo cosa ha dato origine al virus, quindi la cautela deve essere estrema. Del resto, inutile congetturare, una fase di crisi economica ci sarà irrimediabilmente. E avverrà anche qualche pregiudizio, nel momento in cui non abbiamo rimedio farmacologico meglio non forzare i tempi e non vociferare falsi rimedi, si cerchino accorgimenti ma non rischiosi. Anche perché, attenzione, attenzione, siamo agli inizi dell'epidemia, siamo agli inizi. Meglio dire la verità, invitare la gente al sacrificio del periodo opportuno a trovare il rimedio e non rendere l’elemento economico dominante. Consideriamoci in epoca di guerra, e sarà una guerra. È un virus micidiale, dilagante, non controllato, non vi è esagerazione nel temerlo, ogni giorno apprendiamo eventi peggiorativi, e se l'Africa ne sarà raggiunta c'è da tremare. Del resto c'è da tremare comunque. Insisto siamo al combattimento con un virus epidemico sconosciuto che può diventare pandemico, la follia dei sospetti è insensata, il sospetto ampio e minuzioso è fondatissimo. Non follie ma non ottimismi, né menzogne a scopi economici o che sia. L'umanità si dedichi a trovare rimedi, a stabilire un'economia di guerra, a dire la verità a se stessa, con pazienza, e con l'ostinazione implacabile di salvarci.

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