Si è tenuta a Messina, presso il Centro Culturale “Amici della Sapienza, in Via Falconieri, 11, la presentazione del romanzo filosofico di Antonio Saccà: “Il Labirinto di Sisifo. Memorie di un Superuomo malinconico”, Edizione ArteScrittura. Dopo l'introduzione della Presidente del Centro. Teresa Rizzo, la più attiva promotrice culturale della Città, è stato proiettato un Video curato dallo scrittore Aristide Casucci, il quale ha intrecciato efficacemente notizie sulla figura di Sisifo, che per due volte sfuggì alla morte, ingannò Giove, fu da Giove condannato a trascinare un masso che sempre ricadeva, ha inserito musiche di Ludwig van Beethoven, e considerazione sul libro
di Saccà, in specie sull'ossessione della morte del personaggio del romanzo, l'ipotetico XII Barone di Munchhausen. Affrontava il testo Giuseppe Rando, Ordinario di Letteratura Italiana, al Magistero della Città. Rando evidenziava che il protagonista,il Barone di Munchhausem, vive secondo il possibile e al di fuori delle categorie di spazio e tempo: parla con i morti, incontra persone di altre epoche, vola negli spazi, e soprattutto vive filosoficamente il problema del nichilismo, del Nulla. Rando poneva la questione: è superabile il Nulla? Nel considerare la domanda Saccà riteneva che appunto quella era la questione del suo romanzo: un personggio, il suo, che nell'incontro con l'Ottavo Zarahatustra ha lo sconforto di apprendere che ormai il Suoeruomo sarà Meccanico, robotico, non il superamento dell'uomo nell'uomo, ma che nell'incontro con il Dottor Faust apprende che la Bellezza dà senso alla vita così come la gioia, la felicità, il piacere, senza illudersi che non vi sia il Nulla, Al dunque, per Saccà, tutto finisce nel Nulla, ma finchè c'è la vita il Barone intende viverla nel nome della bellezza e della Felicità. Animata la discussione sul bisogno di coniugare la bellezza con la solidarità.
di Saccà, in specie sull'ossessione della morte del personaggio del romanzo, l'ipotetico XII Barone di Munchhausen. Affrontava il testo Giuseppe Rando, Ordinario di Letteratura Italiana, al Magistero della Città. Rando evidenziava che il protagonista,il Barone di Munchhausem, vive secondo il possibile e al di fuori delle categorie di spazio e tempo: parla con i morti, incontra persone di altre epoche, vola negli spazi, e soprattutto vive filosoficamente il problema del nichilismo, del Nulla. Rando poneva la questione: è superabile il Nulla? Nel considerare la domanda Saccà riteneva che appunto quella era la questione del suo romanzo: un personggio, il suo, che nell'incontro con l'Ottavo Zarahatustra ha lo sconforto di apprendere che ormai il Suoeruomo sarà Meccanico, robotico, non il superamento dell'uomo nell'uomo, ma che nell'incontro con il Dottor Faust apprende che la Bellezza dà senso alla vita così come la gioia, la felicità, il piacere, senza illudersi che non vi sia il Nulla, Al dunque, per Saccà, tutto finisce nel Nulla, ma finchè c'è la vita il Barone intende viverla nel nome della bellezza e della Felicità. Animata la discussione sul bisogno di coniugare la bellezza con la solidarità.
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