24 gennaio 2009

Titolo dell’opera: Bambino del campo di concentramento di Auschwitz utilizzato dal Dott. Josef Mengele per i suoi atroci esperimenti.

Il Dott. Josef Mengele fu certamente tra i peggiori criminali nazisti.
Ad Auschwitz effettuò atroci, orribili ed agghiaccianti esperimenti sui bambini, in particolare sui gemelli.
Prelevava, senza anestesia, parti di fegato o di altri organi vitali, praticava iniezioni di virus e trasfusioni incrociate, iniettava metilene blu negli occhi, al fine di mutarne il colore, ma l’unico risultato, dei suoi folli e insensati esperimenti, era quello di procurare la cecità dopo atroci e inutili sofferenze.
Ed altro ancora……..

Materiale: refrattario
Autrice: MARA FAGGIOLI

e.mail: mara_faggioli@marafaggioli.it
sito web: marafaggioli.it

L’ARTE DI MARA

Nell’iconografia rappresentativa dei Martiri della Fede, sempre abbiamo notato, come, nel momento dell’estrema sofferenza nel ricevere le più pesanti ingiurie dai loro persecutori, venivano raffigurati con sul volto una incredibile espressione di “beata beatitudo” a riprova che le loro sofferenze, prima dell’ultimo anelito di vita terrena, dava loro contezza di aver vissuto per dar prova della grandezza di quel Dio cui davano il sofferto dono della loro esistenza a riprova del loro amore per Lui.

Mara Faggioli, con quella sua speciale sensibilità, in cui rivela tutta la grandezza di essere donna, e quindi madre, ha saputo imprimere nel volto del bimbo disteso su quel letto fatto di spine quali testimoni del suo martirio, un sofisticato accenno di sorriso, quale velatura ad una sottenuta smorfia di dolore fisico, e quindi dare così, testimonianza che anche lui, pur nella sua tenera e breve vita, sa di essere testimone della “beatitudine” che l’amore a Dio da a consolo a coloro che con quel sacrificarsi, fanno grande dono di se.

La grande magia che si percepisce nel messaggio della scultura di Mara Faggioli, sta anche nel fatto che proprio in quanto sensibile portatrice del miracolo della maternità, ha inteso dare con la postura fetale della creaturina sofferente, come se egli “gridasse” il desiderio di poter tornare nella protettiva placenta del seno materno, quale ultima estrema difesa e sollievo alle sue sofferenze.

Se pensiamo che il diabolico “Dr Mengele”, atroce figuro più ancora delle sue atrocità, nella sua protervia iniqua ed inqualificabile, supportata dalla sicurezza dall’impunità che i lager gli offrivano, ha inflitto le più atroci sofferenze sui corpicini di fanciulli per i suoi esperimenti, ci sentiamo rabbrividire dall’orrore.

Ancora oggi restano azioni inimmaginabili e mai potute descrivere fino in fondo data l’atrocità in essi connessa, e se volessimo cercare, oggi, di creare una icona che dia, almeno, una pallida idea di quelle sofferenze, credo poter asserire che “Il Piccolo Martire Sul Letto di Spine” sia la più giusta, in quanto, quella creaturina, da testimonianza e della sofferenza, e del dono, che involontariamente ne fa, perché l’umanità sappia, ne faccia tesoro, e soprattutto possa aprire il suo cuore alla “pietas” per emendarsi migliorandosi, e far si che quei brutti giorni non tornino mai più, a veder la luce del sole.

Quel corpicino ridotto e smagrito da lunghe giornate di stenti, quelle gambette asciugate e rese incapaci di poter reggere neppure l’esiguo peso di quell’esile esserino, sfinito e disarticolato, in contrapposizione al velato accennato sorriso che aleggia sulle stirate piccole labbra, con gli occhi chiusi per non vedere le atrocità commesse contro lui stesso, mai altro potrebbe essere miglior denuncia, ed insieme, testimonianza di “dolore e beatitudine”.

Ancora una volta, ancora una opera, ma sempre, e ancora, la dolce sensibilità dell’eclettica artista che è, Mara Faggioli, alla quale do testimonianza di tutta la mia ammirazione, la mia stima, ma anche il mio sentimento di fraterno affetto, perché ha saputo far dono di un messaggio di grande impatto, scioccante se volete, ma non eludibile, perché in esso ha saputo mettere tutta la sua umanità, la sua arte, insomma tutta e soltanto se stessa.

Grazie Mara per questa ennesima, splendida emozione.

Cav. frà RENATO PICCIONI
Superno Ordo Equester Templi
Presidente
Accademia Culturale sammarinese “Le Tre Castella”

1 commento:

  1. Grazie di cuore a Giorgio Gasperoni e Renato Piccioni per la pubblicazione e la recensione alla mia scultura.
    Il 27 gennaio ricorre il giorno della memoria e mi auguro che la mia opera possa rappresentare un messaggio per non dimenticare mai l'olocausto e perchè tali atrocità non debbano mai più avvenire.
    Mara Faggioli

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