5 novembre 2012

L'allarme dell'Onu: in Birmania aumenta la produzione di oppio

Il Paese è il secondo produttore mondiale dopo l'Afghanistan. Legato alla forte domanda di eroina dalla Cina
 
Rangoon - La coltivazione di oppio è raddoppiata negli ultimi sei anni nel Sud-est asiatico a fronte della crescente domanda di eroina in Cina e nel resto della regione, che ha spinto gli agricoltori di Birmania e Laos a piantare un numero crescente di papaveri. Stando a quanto si legge nel rapporto dell'Ufficio ONU per il controllo della Droga e la Prevenzione del Crimine, i consumatori di oppiacei in Asia Orientale e nel Pacifico rappresentano oggi circa un quarto di quelli mondiali.
 
La Cina ha da sola oltre un milione di consumatori di eroina ed è il Paese che consuma più droga nella regione. A fronte dell'aumento dei prezzi, la superficie di terra dedicata alla coltivazione di oppio è così aumentata del 66% nel Laos, toccando i 6.800 ettari, e del 17% in Birmania, che con i suoi 51.000 ettari rappresenta il secondo produttore mondiale di oppio dopo l'Afghanistan.
 
"Complessivamente, la coltivazione del papavero di oppio è raddoppiata nella regione dal 2006", si sottolinea nel rapporto, nonostante le autorità locali di Laos, Birmania e Thailandia abbiano riferito della distruzione di quasi 25.000 ettari di coltura avvenuta nel corso del 2012. L'Onu stima in 431 milioni di dollari (circa 330 milioni di euro) il valore dell'oppio prodotto nel 2012 da Laos e Birmania, pari a un terzo in più dell'anno precedente. Ed è aumentato anche il numero delle persone coinvolte nella coltivazione, pari a 38.000 in Laos e 300.000 in Birmania. (segue, fonte Afp) Secondo l'Onu, questa situazione mostra che i contadini birmani, concentrati soprattutto nello Stato Shan, nel nord-est, potrebbero abbandonare la coltura dell'oppio se venisse offerta loro un'alternativa.
 
"I contadini sono molto vulnerabili alle perdite di reddito dovute all'oppio, specialmente quelli che dipendono da tale fonte di reddito per la propria sicurezza alimentare - si legge nel rapporto - inoltre, la coltivazione dell'oppio è generalmente legata all'assenza di pace e di sicurezza, andando così a indicare la necessità di soluzioni sia politiche che economiche".
 
La Birmania ha messo a punto un piano di 15 anni per sradicare l'oppio entro il 2014, ma lo studio Onu, basato su ricerche condotte attraverso il satellite, con elicottero e sul terreno, paiono indicare che l'obiettivo non sarà raggiunto. A settembre, gli Stati Uniti hanno tenuto la Birmania, che ha avviato una serie di riforme politiche dopo decenni di regime militare, nella sua "lista nera" per traffico di droga, accusandola di aver "chiaramente fallito" nella lotta al narcotraffico.

Ripreso da TMNews | 31.10.12

Nessun commento:

Posta un commento