16 marzo 2023

Insegnare l'etica e la moralità per una società più equa e giusta

di Giorgio Gasperoni

Sappiamo che negli ultimi cento anni il mondo è cambiato drasticamente, in un senso positivo sotto tanti aspetti. La scienza e la tecnologia moderna hanno aiutato a migliorare lo standard materiale della vita. Gli sviluppi nel campo della salute e della medicina hanno eliminato tante malattie che una volta affliggevano l’umanità. I progressi nei trasporti e nelle comunicazioni hanno creato opportunità per le persone di interagire più facilmente di prima. I rapidi sviluppi nell’uso di internet hanno trasformato velocemente il modo in cui comunichiamo e facciamo attività economiche. Possiamo dire che i progressi della scienza e della tecnologia rappresentano gli aspetti migliori del 20° secolo*.

Nello stesso tempo, mentre la tecnologia ha reso più facile comunicare tra noi e imparare gli uni dagli altri, non è molto evidente che abbiamo migliorato la nostra capacità di andare d’accordo. Il lato oscuro del 20° secolo comprendeva conflitti sanguinosi di una portata che non ha precedenti. Sono morte più persone nell’ultimo secolo che in tutti i secoli precedenti messi insieme. La seconda metà del 20° secolo è stata dominata dalla guerra fredda fra le superpotenze, in competizione tra loro, che ha portato il mondo sull’orlo dell’annientamento. Alla fine del secolo la guerra fredda è finita, ma i conflitti locali continuano a minacciare vaste porzioni della popolazione mondiale. Anzi in questi ultimi anni è aumentata la tensione in varie parti del mondo.

Lo storico britannico Arnold Toynbee scrisse in “Civilization on Trial”: “Più grande è il nostro potere materiale, più grande è il nostro bisogno di ispirazione spirituale e di virtù per usare il nostro potere per il bene e non per il male…. Non siamo mai stati spiritualmente adeguati a gestire il nostro potere materiale ed oggi il vuoto morale è… più grande di quanto non lo sia mai stato in qualunque era precedente”**.

Naturalmente l’educazione si è sempre preoccupata di tramandare la conoscenza da una generazione all’altra e alla fine di formare persone capaci di sviluppare nuovi orizzonti nelle discipline da loro scelte. Vogliamo che i nostri giovani ereditino la conoscenza che l’umanità ha man mano accumulato, ma vogliamo anche che ereditino i valori più alti della nostra cultura. Così, tradizionalmente, l’educazione ha cercato di insegnare agli studenti gli standard morali e le responsabilità sociali preparando la generazione dei giovani a diventare cittadini e leader della loro società, buoni e responsabili. Possiamo vedere che l’educazione si è sempre interessata allo sviluppo sia morale che intellettuale dei giovani con l'obiettivo finale di formare individui che possano contribuire positivamente alla società in cui vivono.

Inoltre, molte scuole hanno sviluppato programmi specifici per la formazione dei giovani sulla cittadinanza e la responsabilità sociale, al fine di aiutare gli studenti a comprendere meglio il loro ruolo nella società e le conseguenze delle loro azioni. Ciò dimostra che l'educazione sta ancora cercando di trasmettere gli standard morali e le responsabilità sociali ai giovani, nonostante le sfide attuali.

C'è da considerare che ogni generazione è influenzata dal contesto storico, culturale e sociale in cui cresce e che quindi le sue percezioni e comportamenti possono variare. In ogni caso, l'educazione e il sostegno della famiglia e della società possono avere un ruolo importante nell'incoraggiare i giovani a sviluppare un senso di responsabilità sociale e di dovere verso la comunità.

* Rielaborato da “Educazione del Carattere” di UPF

** Arnold Toynbee, Civilization on Trial (Oxford: Oxford University, Press, 1948

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