Le conferenze della Speranza organizzate il 12 novembre e il 17 dicembre ’22 a Seul, Corea del Sud, e diffuse in tutto il mondo, organizzate dalla Universal Peace Federation, hanno visto la partecipazione di autorevolissimi relatori di numerose nazioni.
di Giorgio Gasperoni
Il Cardinale Kelvin Felix, Arcivescovo Emerito di Castries, capitale di Santa Lucia, ha ricordato le parole di Papa Francesco: “La libertà religiosa è un diritto fondamentale che modella il modo in cui interagiamo socialmente e personalmente”. In primis, questo vale in relazione con i nostri vicini le cui opinioni religiose differiscono dalle nostre. Quando agli individui e alle comunità viene garantito l'esercizio effettivo dei loro diritti, sono liberi di realizzare il proprio stile di vita e le proprie aspirazioni. Attraverso i loro talenti e il loro lavoro contribuiscono al benessere e all'arricchimento della società nel suo complesso.
La Dichiarazione universale dei diritti umani è stata adottata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1948. Le violazioni dei diritti umani, diffuse in tutto il mondo durante la Prima e la Seconda Guerra Mondiale, hanno spinto l'umanità a riflettere come evitare il ripetersi delle atrocità commesse durante la prima metà del ‘900.
L’obiettivo di questo lavoro era assicurare alla popolazione mondiale pace e sicurezza. In altre parole, un mondo libero e uguale in dignità, privo di qualunque discriminazione.
Se questo è lo sfondo politico e ideologico dietro alla Dichiarazione Universale dei Diritti, perché il valore della Dignità Umana non è ancora stato riconosciuto? Perché la libertà religiosa, in molti paesi, non è ancora garantita?
Jan Figel, Primo Inviato Speciale della Commissione Europea per la Promozione della Libertà di Religione al di fuori dell’UE (2016-2019), ci ricorda perché la libertà religiosa è importante. La religione o il credo fanno parte delle nostre convinzioni, del nostro stile di vita e della nostra identità, sono il frutto dei nostri valori della nostra cultura. La pace è frutto della giustizia, della giustizia per tutti. Il concetto moderno di giustizia si basa sul rispetto dei diritti umani fondamentali. La libertà religiosa è definita come libertà di pensiero, di coscienza e di religione. L'articolo 18 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo è al centro del lungo elenco dei diritti ed è un diritto molto importante per i credenti e i non credenti. La libertà di religione o di credo è la cartina di tornasole di tutti gli altri diritti umani. Perché quando manca la libertà religiosa, mancano anche le altre libertà civili. Oggi, la situazione intorno alla libertà di religione o di credo è alquanto preoccupante.
Oltre al genocidio o alla persecuzione, esistono molte altre forme di oppressione religiosa. Leggi anti-blasfemia e anti-conversione, violenza settaria, regimi totalitari che cercano di soffocare manifestazioni religiose e la libertà di coscienza e di convinzione in nome dell'ideologia e dell'uniformità. Dopo un secolo di genocidio è ora di iniziare un secolo di speranza. In particolare, dobbiamo essere creativi e fare uno sforzo costruttivo per edificare un monumento alla libertà religiosa globale: comunicazione, coordinamento e cooperazione con governi, parlamentari, organizzazioni della società civile e organizzazioni religiose che la pensano allo stesso modo.
Sam Brownback, già senatore statunitense e Ambasciatore nell’International Religious Freedom (2018-2021), ha affermato che la libertà religiosa è un segno distintivo di una società aperta e sostiene che non si tratta di uno di quei diritti da confondere con la teologia. Non stiamo parlando di teologia. Si tratta della Carta dei Diritti Umani delle Nazioni Unite del 1948. Il segno distintivo di questi diritti umani, il diritto di fare della propria anima ciò che si ritiene opportuno.
Per queste ragioni, la libertà religiosa è la pietra angolare della democrazia e degli altri diritti umani. È grazie ad essa che si possono costruire gli altri diritti umani a partire dalla libertà di parola e di riunione. Più dell'80% della popolazione mondiale rivendica una qualche forma di fede o di adesione religiosa. Il problema non è come cercare Dio, o quale debba essere il proprio orientamento teologico. Il problema è garantire la libertà. Se la democrazia vuole resistere e rafforzarsi, allora deve garantire la libertà religiosa di tutti, sempre e ovunque. Non si può rischiare di cadere nella trappola "Non siamo d'accordo con questo gruppo teologico mentre tutti gli altri vanno bene". Questo sarebbe il primo passo verso la dittatura.
Hak Ja Han Moon, “Solo quando tutti i Paesi e i gruppi etnici del mondo riconosceranno di essere fratelli e sorelle, discendenti da un unico genitore, si potrà realizzare un mondo di pace, un’unica famiglia umana con al centro i valori della vera pace, vera libertà, vera uguaglianza, e vera unificazione".
Dobbiamo essere consapevoli che siamo tutti diversi. Ma allo stesso modo, tutti uguali in dignità. Apparteniamo a una sola famiglia, una sola umanità. La dignità umana è intrinsecamente connessa alla libertà religiosa; una fonte dei nostri diritti e doveri inviolabili e innegabili. Purtroppo, nei nostri decenni, nelle nostre generazioni, tendiamo a dimenticare i doveri, gli obblighi. Senza la responsabilità, perderemo anche i diritti perché non sono affidabili, o non sono sostenibili senza la dimensione dei doveri e della forza.
La dignità umana deve essere il punto di partenza e al contempo il punto di arrivo delle nostre politiche pubbliche. La strada è perseguire la dignità umana per tutti. Non per la maggioranza. Non per alcuni. La dignità umana di tutti e per tutti.
Jam Figel ci ricorda che le capacità umane, o in senso più ampio l'umanità, sono mosse soprattutto da due motori. Uno si chiama ragione, l'altro si chiama fede. Ne consegue che solo quando scienza e religione lavorano in un'unica direzione, la società sarà dinamica e prospera. Qual è la direzione? Qual è l'obiettivo? Verità e giustizia per tutti. In altre parole, bene comune, perché la verità e la giustizia sono la base del bene comune.
Il vero sviluppo umano ha inizio con la libertà, la dignità e pari diritti. La libertà di religione o di credo è un diritto umano essenziale e l’espressione della più personale delle libertà – la libertà di coscienza.
Sempre Jan Figel mette enfasi sul perché il male sia così influente nel mondo di oggi. La ragione è che ha molti alleati. Tre coetanei del male sono i più diffusi ed efficienti. Sono l'indifferenza, l'ignoranza e la paura: quando non ci interessa, quando non sappiamo e quando abbiamo paura di dire o fare qualcosa. Per superare questi cosiddetti coetanei, dobbiamo investire di più nell'impegno attivo, nell'educazione permanente e nel coraggio civile. La cultura della dignità umana è inconcepibile senza la libertà di religione o di credo per tutti.
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