di
Franco Previte
Quando
la famiglia scompare e il superstite resta solo, chi provvede al suo futuro?
Ecco,
è uno dei problemi più scottanti, più difficili, più complessi e di maggior
rilievo di questi n/s ultimi tempi, che
abbiamo sempre sostenuto nelle n/s Petizioni ancora giacenti in Parlamento,
“argomento”, ripeto, che affligge le famiglie per l’incertezza del “dopo”, cioè
del dopo la morte di colui/ei che sostiene il peso dell’assistenza, soprattutto
per non avere ancora una ragionevole certezza e sicurezza sui vari tempi
assistenziali che il proprio familiare malato dovrà affrontare.
In
Italia i disabili fisici sono circa 3 milioni, di cui il 73% anziani, 900 mila
circa le persone costrette a letto o su una sedia a rotelle, circa 1 milione e
mezzo le famiglie aventi in casa parenti con gravi handicap, circa 10 milioni
le persone che soffrono patologie mentali (Fonte Ministero del Lavoro e delle
Politiche sociali).
Il
definire, poi, sostegni economici alle famiglie che si gravano di assistenza ai
pazienti con handicap sia fisico che mentale, l’inserimento lavorativo, il
sostegno scolastico ed altro, sono temi che le Istituzioni dovranno affrontare
in maniera efficace, decisiva e senza indugio.
La
realtà attuale che abbiamo sottolineato, ci lasciano perplessi, molto perplessi
e con noi l’opinione pubblica per la reale necessità e per l’urgenza che essa
comporta, comunque il mondo della sofferenza non gestisce digiuni,
provvedimenti per cani e gatti, manifestazioni di piazza, giochetti politici
elettorali od “altro”, perché l’handicap in genere non ha tempi di attesa, e
“se sono rose fioriranno”!
Vedi anche al link di Radio Vaticana
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