19 dicembre 2014

20 dicembre 2014: “Giornata dell’handicappato mentale”

Come ogni anno il 20 dicembre 2014 si ricorda e si dovrebbe celebrare la “Giornata dell’handicappato mentale” voluta dall’ONU nel 1971, che oggi nella 43^ ricorrenza della sua Dichiarazione dovrebbe essere in Italia una “Tutela dei diritti dell’handicappato mentale”, mentre fin dall’origine ha sempre sostenuto che “l’handicappato mentale deve godere in tutta la misura possibile degli stessi diritti degli altri esseri umani”.

di Franco Previte
Si tratta di una “norma” che quantifica i diritti di tutto il mondo della sofferenza psichica, che deve godere degli stessi vantaggi, segno civile di rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo, oggi poco valutati, ricordati ed applicati.
Ormai la patologia mentale colpisce a vari livelli, dalla depressione alla schizofrenia grave, che geme sotto le ceneri del silenzio cinico e dell’indifferenza più assoluta e più squallida, dove circa sul 20% della popolazione, il 16% soffre da varie forme di disagio mentale ed il 4% di disordini mentali, in maniera sempre più crescente in persone di età diversa, specie i giovani ed ora, 2014, anche gli adolescenti. Petizione 2013
Se aumentano le richieste di assistenza al medico di famiglia, per converso restano molte le persone con disturbi psichici che non si avvicinano alle cure a causa di una certa riservatezza che “pesa” su ognuno che non riconosce, anche la propria malattia.
La situazione è assai grave, specie quella che di fronte ai disagi dei cittadini e alle sofferenze delle persone disabili fisiche e quelle affette da disturbi psichici, sono in atto tentativi di legalizzare l’eutanasia che definiamo “mascherata”, un’omissione di soccorso, fuori dall’Ordinamento Giuridico Italiano, unito all’aborto selettivo per “disfarsi” del feto, per “liquidare” i nascituri imperfetti, per “fermare” la sterilizzazione, per “frenare” la diffusione di handicap genetici, tutti “elementi” che offendono la dignità della persona.
Nelle famiglie spesso avvengono drammi quando “esplodono” patologie degenerative, vere disgregazioni sociali e in queste condizioni devono sperare nella risoluzione di questo grave e urgente disagio sociale che crea emarginazione, che costituisce perfetta solitudine, mentre resta pilastro della società quel concetto famiglia che ancora oggi è salda, tradizionale, indirizzata a garantire la vita sociale e non in favore di nuove modalità.
Spesso e volentieri si vuol diffondere il concetto di una certa filosofia intesa a superare lo stigma sociale, l’esclusione, il pregiudizio, la discriminazione.
E’ fortemente necessario che le Istituzioni forniscono più concretezza e vacue parole, “azioni” che diano una forte testimonianza del valore del cittadino, della famiglia, specialmente quella dove insiste un disabile fisico o dove annovera un handicappato psichico, dimostrando di valutare la realtà viva e valorizzare la dignità di ogni componente.
Con il “ricordo” della 43^ “Giornata dell’handicappato mentale” resta la testimonianza di una motivazione degna di considerazione, ma sperare che si possa aprire uno spiraglio di mutamento nell’attuale situazione italiana, è una illusa utopia, perché è un continuo naufragare delle Istituzioni in questo mare di silenzio, disinteresse e litigiosità, che contrastano con la giustizia, la serenità, la pace.

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