Giorgio Gasperoni
Anche “Voci di Pace” vuole
offrire una propria riflessione
sul tema del centocinquantesimo
anniversario dell’Unità d’Italia.
Nonostante le molte luci e ombre nel
processo dell’unificazione dell’Italia, ci
troviamo d’accordo con lo storico
Roberto Vivarelli quando afferma: “Il
1861 corrisponde alla fondazione di uno
stato, il Regno d’Italia, uno stato che per la
prima volta nella storia raccoglieva in
unità politica la più parte di quei territori
che chiamiamo Italia. A sua volta, quest’unità
politica consentiva che gli italiani nel
loro insieme si ricongiungessero alla storia
della moderna Europa. Da quel processo
eravamo rimasti emarginati per circa tre
secoli, durante i quali profonde trasformazioni
avevano aperto la strada a un impetuoso
sviluppo non solo economico ma civile”.
I grandi padri della Patria come
Mazzini, Cavour e Garibaldi avevano
posizioni alquanto diverse: La concezione
mazziniana della patria, la visione
del Cavour della nazione, il ruolo
di Garibaldi. Inoltre, è importante
rilevare l'apporto che i liberali e i
laici hanno dato a sostegno dello spirito
del Risorgimento, come del resto il contributo
che figure cattoliche
importanti hanno dato alla costruzione
di una comunità nazionale che,
pur nelle sue grandi diversità, ha
immesso un senso di appartenenza ad un
unico popolo.
Ha ragione M. Veneziani, a nostro avviso,
quando afferma "Chi si sente davvero
italiano abbraccia la sua storia, si riconosce
nel suo carattere, ama la sua civiltà e rispetta
le sue tradizioni. Non sono le leggi a fare
l’Italia e gli italiani, ma è la vita, la cultura,
la lingua e la storia di un popolo e la
percezione di sentirsi, pur nella diversità, un
popolo".
La nostra riflessione, su questo numero
di “Voci di Pace, si vuole soffermare su
un aspetto alquanto trascurato: Quale
ruolo ebbero le donne nell'Unità d'Italia?
Quale fu il loro contributo?
La Psicologa Maria Chiara Forcella, nel
suo contributo in questa sessione, ci
ricorda come in molte altre situazioni
storiche il contributo delle donne nel
risorgimento sia stato riscoperto da poco;
infatti, quando pensiamo al risorgimento,
alla mente ci vengono i nomi di
Garibaldi, Cavour, Mazzini, Vittorio
Emanuele II, ma difficilmente immaginiamo
la rete importante e sotterranea
costruita dalle donne durante questo
periodo. Appartenevano alla medio-alta
aristocrazia italiana, alcune di queste
erano già poetesse o scrittrici affermate,
appartenenti a tutte le regioni dell’Italia
del nord, del centro e del sud.
La giornalista Katia Trinca Colonel ci
parla del ruolo di donne importanti nel
periodo risorgimentale, in particolar
modo di Jessie White Mario, una donna
inglese naturalizzata italiana che fa pronunciare
a Giosuè Carducci nel 1879
«La democrazia conta un solo scrittore
sociale: ed è un inglese, ed è una donna;
la signora Jessie Mario, che non manca
mai dove si debba patire o da osare per
una nobile causa».
Infine, vogliamo ricordare un’altra illustre
figlia di questa Patria, nata all’inizio
del Regno d’Italia: Maria Montessori,
che contribuì notevolmente allo sviluppo
culturale della nazione.
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