4 febbraio 2009

USHGULI, ULTIMA FRONTIERA DEL CAUCASO

di Carlo Alberto Tabacchi

Silenzioso e remoto villaggio nella selvaggia regione dello Svaneti, Ushguli rappresenta la località più elevata d' Europa abitata in modo permanente, trovandosi a 2200 m sul livello del mare

Il paesaggio da Mestia, capoluogo dello Svaneti, ad Ushguli è di una bellezza incontaminata, tra boschi impareggiabili e tumultuosi torrenti. Con una spartana Lada Niva russa impiegherò, con un amico romano ed un robusto driver locale, circa 5 ore per raggiungere il paesino, incontrando un imprevisto guado dovuto allo straripamento anche di sassi di un torrente, numerose buche sulla mulattiera ed alcuni precipizi su un profondo canyon.
L' obiettivo di questo avventuroso itinerario è vedere da vicino una ventina di torri- fortezza in pietra che circondano e caratterizzano Ushguli. La Georgia nel corso della sua antichissima storia venne occupata dai romani, greci, persiani, ottomani-turchi e dai sovietici (questi ultimi dal 1801 al 1991, anno dell' indipendenza). Tali costruzioni, oggi disabitate, risalenti al x secolo d.C. servivano alla popolazione per rifugiarsi quando era in pericolo e anche come rifugio durante le faide tribali: gli abitanti si ammassavano in 40-50 su 3-4 livelli. La particolarità è che le torri non hanno una porta o un ingresso, bensì una finestra a 5-6 metri dal suolo, da raggiungere solo con l' ausilio di una scala, prontamente ritirata prima dell' arrivo degli assalitori. Quindi, le torri (in georgiano kioski) con poche feritoie diventavano inespugnabili per diverso tempo.
Abbastanza complicato riuscire a superare con la jeep una piccola valanga di acqua, fango e pietre, dovuta alla precipitazione della notte precedente: esiste il serio rischio che il fuoristrada per la forza dell' acqua possa cappottarsi a valle. Attimi di perplessità ma sicuro e tenace il driver, Valiko, purosangue della zona, con alcuni precisi colpi di sterzo ed accelerate supera indenne l' ostacolo.
Fitti boschi di abeti soprattutto, carpini e querce avvolgono la zona. Alcuni sporadici venditori di miele (tapli in georgiano) vendono lo squisito, profumato e rinomato prodotto: ne approfitto per acquistarne un litro a 15 lari (solo 7 euro!).
Le buche ed avvallamenti sul terreno non danno tregua: la velocità naturalmente rimane sempre piuttosto bassa. Dopo un paio di ore, breve sosta panoramica in un silenzio irreale, magico, incredibile; si sente sotto l' impeto di un torrente grigio- avano che come un serpente scende a valle in una stretta gola rocciosa. Scarsi i
segnali stradali nella mulattiera: vengo a sapere che il georgiano non ha legami con nessuno dei gruppi linguistici conosciuti, aspetto che continua ad affascinare i linguisti; è composto di 33 lettere, con 5 vocali ed è scritto in minuscolo, quindi non esiste il maiuscolo.
Diversi tornanti fanno comparire e scomparire vette innevate: il monte Shkara raggiunge i 5200 m, il più elevato del piccolo paese caucasico. Finalmente, con la schiena "provata" dalla mulattiera ci avviciniamo in questo paesaggio fiabesco, punteggiato da povere e semplici case, sormontate dalle torri-fortezze, sobrie ed eleganti, che "sorvegliano" e rassicurano i pochi abitanti.
Mi riferiscono che con 2 ore di buon cammino si arriva nella regione montuosa della Cabardino-Balcaria (capitale Nalcik), appartenente alla Federazione Russa. Breve passeggiata sotto la pioggia per raggiungere in una strategica posizione su una collina la chiesa Vergine Maria, risalente al dodicesimo secolo e dotata di una torre difensiva. Purtroppo, il monte Shkara resta avvolto da una densa nebbia mentre gruppi di abeti fanno da corollario a questo indimenticabile paesaggio.
Ciotoli bagnati, sterco di mucca e scivoloso terreno ci accompagnano in questo paesino-fantasma, dove ovviamente non esiste la benché minima traccia di lusso: internet, schermo televisivo al plasma, antenna parabolica rimangono appannaggio di altre società. Forse, l' unico segno di modernità rimane il possesso di un fuoristrada, davvero necessario per le condizioni proibitive del manto stradale e per il rigido clima invernale.
P.S. Il breve ma tragico conflitto per l' Ossezia del Sud tra Georgia e Russia avrà durevoli e vaste ripercussioni nei rapporti Stati Uniti-Europa e Federazione Russa: non possiamo come Europa abbandonare Tblisi, ma seguirla con maggiore saggezza, rassicurandola così come tranquillizzare i paesi dell' Est che percepiscono Mosca come un pericolo. La Russia sembra più traballante di quanto non si creda, altrimenti non si sentirebbe minacciata da Georgia e Nato.

1 commento: