4 febbraio 2009

Analisi bilanciata della crisi economica

Parlando degli Stati Uniti, da dove è partito il collasso finanziario, non si può pensare, se si è persone sensate e non infettate dalla passione politica di parte, che la responsabilità sia di una parte “cattiva” in contrapposizione ad una buona

di Giorgio Gasperoni

La situazione di crisi economica attuale, in cui tutto il mondo si trova coinvolto, non dà segni di rapidi cambiamenti. Sono già state prese misure drastiche almeno per dare un segno positivo ai mercati mondiali. Ci sono molti giudizi negativi e critiche che tendono a dividere ma in questo momento questo modo di fare è nocivo per tutti. Queste divisioni non aiutano al recupero di una situazione equilibrata; esempi di queste divisioni sono posizioni politiche di parte, risentimento di classe, e un’analisi strettamente basata su elementi economici e politici.

Parlando degli Stati Uniti, da dove è partito il collasso finanziario, non si può pensare, se si è persone sensate e non infettate dalla passione politica di parte, che la responsabilità sia di una parte “cattiva” in contrapposizione ad una buona. Sappiamo che sia i Repubblicani che i Democratici, così come nelle altre nazioni, non sono degli essere umani migliori della loro controparte politica. Da entrambe le parti possiamo trovare essere umani di alto o di basso livello morale. La differenza fra le parti risiede principalmente nell’impegno verso ideologie politiche differenti (per le ragioni più disparate).

In ogni caso, dal momento che la sola cosa che troviamo nei partiti politici sono le persone, sicuramente troveremo alcune persone sagge ed altre no, alcune sincere ed altre no, alcune responsabili ed altre no, alcune chiare, compassionevoli, costruttive ed altre no. Alcune sono avide, machiavelliche ed altre no. Queste considerazioni, essendo legate all’aspetto umano, non dipendono dal fatto che uno sia di destra o di sinistra. Se nella situazione di crisi globale attuale il collasso economico ha molto a che fare con l'atteggiamento negativo delle persone, allora è molto probabile che i membri delle varie parti politiche abbiano delle responsabilità, se non addirittura che siano coloro che hanno generato il problema.

Ho trovato estremamente interessante l’analisi di un nostro caro amico dell’UPF Usa, il Dottor Gordon Anderson, autore di “Filosofia degli Stati Uniti: Vita, Libertà, ed il raggiungimento della Felicità" (Phylosophy of the United States: Life, Liberty, and the Pursuit of Happeniness). La riflessione del Dr. Anderson parte dal fatto che sono in molti a cercare di dare le colpe di questa disastrosa crisi economica alla controparte politica. Il suo punto di vista si discosta alquanto da queste posizioni, vediamo perché:
“Si tratta di problemi iniziati molto tempo fa. Parte di questi problemi sono connessi alle modifiche di leggi volute da gruppi di pressione bancari e finanziari per agevolare una economia dell’offerta. Durante la presidenza Reagan, ma poi sotto Clinton, la legge Glass-Stegal, approvata negli anni ‘30 per evitare che avvenissero alcune distorsioni al sistema, è stata abrogata nel 1999 per agevolare la fusione della Citibank-Travelers. Nel corso degli ultimi venti anni una serie di leggi su conflitti di interesse sono state abrogate e questo ha ridotto la sorveglianza in materia di frodi e corruzione. C’è abbondanza di responsabilità da parte di entrambi i partiti: sia il repubblicano che il democratico.

Tutta una serie di decisioni prese dal gruppo dirigente del Partito Democratico ha fatto sì che la pressione ad offrire mutui anche alle persone meno abbienti abbia distrutto la vita dei loro stessi elettori, piuttosto che aiutarli. L’altra faccia della medaglia è che le grandi industrie abbiano spinto i Repubblicani ad agevolare la concessione di crediti verso i loro elettori. Alla fine, entrambi i partiti e molti americani, cresciuti in un periodo di prosperità economica, non sono riusciti a capire le leggi della finanza ed hanno fatto sì che il credito diventasse come oppio delle masse. La causa principale è quindi la mancanza di comprensione delle leggi naturali e dei principi economici di base: una debolezza culturale e morale. I nostri leader politici rispecchiano le stesse mancanze di auto-disciplina della società nel suo insieme. Negli ultimi venti anni, la nostra economia è stata radicata nella filosofia di guadagnare denaro dal lavoro di qualcun altro. Quando ognuno cerca di ottenere di più di quello che produce personalmente, si ottiene il declino economico. Aggiungiamo a questo aspetto il deficit della bilancia commerciale nazionale, in cui la dipendenza dal petrolio estero svolge un ruolo di primo piano, ed otteniamo una ricetta per il collasso economico. Repubblicani e Democratici sono entrambi responsabili. Il Buon Governo si basa esclusivamente su cittadini che producono di più di quanto consumano e che hanno sia la libertà che la capacità di prendersi cura di se stessi. L’individuo, la Famiglia, la Società, la Nazione, il Mondo – ognuna di queste istituzioni è un livello che deve sostenere il livello sopra di esso, non l’opposto.

C’è un’altra questione relativa alla regolamentazione che dobbiamo capire. Una totale deregolamentazione di un’economia è come avere una partita di football americano senza arbitro. Abbiamo tutti notato che le grandi imprese sostengono il Mercato Libero, perché in condizioni ineguali esse vinceranno sicuramente. Proprio come gli atleti più prestanti fisicamente avranno la meglio in una partita di football americano. Questa è anarchia pura e semplice. Il Mercato Libero genuino è quello che i nostri Padri Fondatori hanno promosso; comprendeva i “controlli e i contrappesi” (checks and balances) sull’accentramento di potere e prevedeva sanzioni quando le azioni di una persona causavano danno ad un’altra. In questo modo ognuno può giocare sullo stesso terreno di gioco a parità di condizioni. L’altro aspetto è quello dei democratici che cercano di realizzare-trasformare un governo in un’impresa, socializzare oppure creare delle attività di governo che competono, entrano in concorrenza con il Mercato Libero. Il vero Mercato Libero è quello nel quale il governo non rinuncia al suo ruolo di arbitro, mantenendo un ruolo equidistante e allo stesso tempo evitando di diventare anch’esso un giocatore sul piano economico. Non troveremo alcuna coalizione che richiede questo ruolo di arbitro del governo nell’economia perché, semplicemente, i gruppi di pressione sono molto più remunerativi. Porta maggiori vantaggi aggirare le leggi a favore dei gruppi di pressione piuttosto che far sì che essi rispettino i dettami della costituzione e la filosofia dei fondatori degli Stati Uniti come Franklin e Jefferson (entrambi sostenevano che il consolidamento del credito a livello federale doveva essere evitato ad ogni costo.)

Si potrebbe entrare in una più approfondita discussione sulla politica fiscale che pure è la causa di situazioni sbilanciate a favore o a sfavore delle varie parti sociali. Dei soggetti economici di primo piano sono giunti, in collusione con il Governo, a modificare le politiche fiscali ad un punto tale da creare delle situazioni incostituzionali. Ma quest’analisi va al di là dell’immediata crisi che abbiamo di fronte.

1 commento:

  1. Ho letto quanto scritto e mi sembra giusto.
    La crisi mondiale riflette il comportamneto dell'uomo, dai livelli di più responsabilità a quelli meno; se non si ha un vero interesse all'interesse collettivo, nasconscono distorsioni, che amplificate dai comportamneti ripetuti diventano verità e distorsioni permanenti della società; arrivati al punto di rottura, inevitabile, esplode. Il peccato è che con tutti i mezzi che oggi ci sono,(compreso internet), non siamo ancora capaci di far prevalere quello che poi in fin dei conti è il semplice BUON SENSO, ad ogni livello. Il NORMALE, viene combattuto a favore delle distorsioni, che diventano invece il normale;è una tragedia che l'umanità si porta indietro dalle origini. Il difficile è far vincere il Buon Senso. Ci si riuscirà mai?
    Ultrainternet

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