8 giugno 2025

Apprezziamo il valore e la bellezza degli oceani

La Universal Peace Federation (UPF) è orgogliosa di unirsi alla comunità internazionale per celebrare la Giornata Mondiale degli Oceani, l’8 giugno 2025, all’insegna del tema ispiratore: “Wonder: Sustaining What Sustains Us” (Meravigliarsi di ciò che ci sostiene, per imparare a proteggerlo).

Oggi riconosciamo l’immenso valore degli oceani, fonte di vita, nutrimento e straordinaria bellezza. L’oceano fornisce cibo, regola il clima e sostiene una ricca rete di biodiversità. Ancora più importante, collega persone e nazioni, ricordandoci il nostro destino comune e la nostra interdipendenza.

I cofondatori di UPF hanno sottolineato il potenziale degli oceani come risorsa fondamentale di nutrimento e sostentamento per tutta l’umanità. Questa visione lungimirante continua a guidare i nostri sforzi nel promuovere l’uso sostenibile delle risorse marine a beneficio delle generazioni future

In qualità di ONG con status consultivo generale presso il Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite, UPF riafferma il proprio forte impegno a sostegno degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite e del principio di interdipendenza. La nostra visione – un mondo di pace fondato su valori spirituali e morali universali – è indissolubilmente legata alla cura e salvaguardia del nostro ambiente naturale, in particolare dei mari e degli oceani.

7 giugno 2025

Nasce il Podcast “Voci di Pace”: Un Nuovo Spazio per il Dialogo e la Cultura della Pace

Con grande piacere annunciamo la nascita del podcast Voci di Pace, un nuovo progetto editoriale promosso dalla redazione della rivista Voci di Pace.

Il podcast nasce dal desiderio di offrire uno spazio di approfondimento e confronto sui temi della pace, del dialogo interreligioso, dell’educazione alla cittadinanza globale e dell’etica contemporanea. Attraverso episodi periodici, con voci di esperti, testimoni e protagonisti, intendiamo dare voce alle esperienze, alle idee e alle buone pratiche che contribuiscono a costruire una società più giusta e solidale.

Ogni puntata sarà dedicata a un tema attuale, affrontato con un taglio divulgativo ma rigoroso, per favorire la riflessione e stimolare il dibattito nella comunità dei nostri lettori e ascoltatori.

Invitiamo tutti gli interessati ad ascoltare e a diffondere Voci di Pace:

Per restare aggiornati sulle prossime uscite, seguiteci anche sui nostri canali social e sul sito della rivista.

Link diretto al podcast

Oltre il Conflitto, Verso il Dialogo: Il Cristianesimo alla Prova del Pluralismo Religioso

 Abstract

Il pluralismo religioso, ben lungi dall’essere una novità della contemporaneità, rappresenta una costante
della storia cristiana e dell’umanità. A partire da World Christianity Encounters World Religions di Edmund Kee-Fook Chia, questo articolo ripercorre i principali snodi storici, teologici e pratici che hanno caratterizzato l’incontro tra cristianesimo e religioni mondiali: dalle radici bibliche e dallo sviluppo dello studio comparato delle religioni, fino alle svolte del Vaticano II, al “triplice dialogo” asiatico e alle teologie contemporanee del pluralismo. Si evidenzia come il dialogo interreligioso – ben riassunto nell’invito conciliare a “non rigettare nulla di quanto è vero e santo” nelle altre fedi – non rappresenti una semplice opzione strategica, ma una vocazione essenziale per la testimonianza cristiana oggi.

(A partire da Edmund Kee-Fook Chia, “World Christianity Encounters World Religions”)

Introduzione: Pluralismo religioso e urgenza del dialogo

“Il dialogo interreligioso non si apprende solo nei libri: si impara soprattutto nella pratica. La vera scuola del dialogo è la vita condivisa” (Chia). In un mondo sempre più interconnesso, questa prospettiva si fa esigenza vitale per ogni comunità cristiana chiamata a confrontarsi con la pluralità religiosa come dato di fatto, sia nel vissuto quotidiano che nelle sfide globali. Edmund Chia, teologo di origine asiatica e protagonista della riflessione interreligiosa, offre in World Christianity Encounters World Religions una guida preziosa per comprendere e vivere questo incontro, sottolineando la dimensione esperienziale del dialogo oltre le mere dottrine.

1. Dalle radici bibliche al pluralismo delle religioni

Le Scritture stesse sorgono in un contesto di pluralità. “Il racconto della creazione in Genesi non presenta un Dio di un solo popolo, ma un Dio creatore di tutti, fondamento di una teologia dell’umanità come famiglia universale” (Chia, p. 109). La Bibbia, con le sue narrazioni di esilio e ritorno, di fedeltà e tradimento, riflette costantemente la tensione tra universalità (il Dio di tutti i popoli) e particolarità (il

9 maggio 2025

Coscienza e realtà: una riflessione ispirata a Federico Faggin

di Giorgio Gasperoni

Negli ultimi anni, una voce fuori dal coro ha saputo richiamare l’attenzione della scienza a interrogativi più profondi: Federico Faggin, pioniere dell’informatica e inventore del primo microprocessore, ha dedicato la seconda parte della sua vita a una ricerca sorprendente – quella sulla coscienza.

Secondo Faggin, la coscienza non è un prodotto del cervello, né il risultato accidentale dell’evoluzione materiale. Essa è realtà primaria, preesistente alla materia, e non riducibile a un algoritmo. Le sue parole fanno eco a tradizioni filosofiche e spirituali antiche, per le quali la coscienza è ciò che dà origine e significato alla vita, e non il contrario.

Questa prospettiva rovescia la visione dominante. Non siamo macchine biologiche complesse, ma esseri coscienti che abitano un corpo. La materia non genera la vita, ma è piuttosto la vita – e la coscienza – a informare la materia. È una rivoluzione silenziosa, ma potente, che apre nuove strade al dialogo tra scienza e spiritualità.

Nel tempo dell’intelligenza artificiale, dove si sogna (o si teme) la nascita di una coscienza artificiale, la testimonianza di Faggin ci ricorda un punto essenziale: nessuna macchina potrà mai contenere l’infinito che è in noi. Non si tratta di nostalgia del passato, ma di custodia di una verità profonda: l’essere umano è irriducibile, perché cosciente, libero e unico.

In un mondo che corre verso il futuro, abbiamo bisogno di fermarci e ascoltare queste voci coraggiose. Perché solo una tecnologia che riconosce il mistero dell’uomo può essere davvero al servizio della pace.

L’intelligenza artificiale e la coscienza: una distinzione necessaria

di Giorgio Gasperoni

Nel dibattito sempre più acceso sull’intelligenza artificiale, emerge spesso una confusione tra ciò che le macchine sono in grado di fare e ciò che significa essere umani. La capacità dell’IA di elaborare enormi quantità di dati, generare linguaggio naturale, simulare emozioni o ragionamenti, affascina e inquieta. Ma vi è un punto su cui è urgente fare chiarezza: l’intelligenza artificiale non possiede né potrà mai possedere la coscienza.

La coscienza non è il prodotto di una quantità di calcolo, né un epifenomeno emergente della complessità. Essa è esperienza interiore, libertà, intenzionalità, e per molti anche apertura al trascendente. Le macchine, per quanto avanzate, non “sentono”, non “vogliono”, non “decidono”. Esse simulano comportamenti, ma non sono soggetti morali. Non hanno un “io”.

Questa distinzione non è solo filosofica: è etica, antropologica e spirituale. Se dimentichiamo che l’essere umano è insostituibile nella sua dignità, rischiamo di costruire società disumanizzate, in cui le persone sono ridotte a numeri e i criteri di giudizio a meri algoritmi. È compito della cultura, dell’educazione e anche della spiritualità, custodire questa differenza ontologica e non lasciarsi sedurre dalla mitologia tecnologica.

L’IA potrà essere un potente strumento al servizio dell’uomo, ma mai un sostituto della sua coscienza. La sfida etica del nostro tempo è proprio questa: utilizzare la tecnologia con intelligenza, ma vivere con coscienza.

2 maggio 2025

L’incarnazione per affinità: oltre la reincarnazione, verso un’etica della cooperazione spirituale

Desideriamo dedicare uno spazio di riflessione a una visione poco conosciuta ma intensamente attuale del rapporto tra spirito e identità personale. L’articolo proposto esplora una lettura alternativa della reincarnazione, ispirata a una conversazione registrata nel 1965 tra il celebre medium Arthur Ford e Sun Myung Moon, fondatore del movimento dell’Unificazione.

Attraverso una prosa filosofica ma accessibile, l’autore ci guida in una comprensione non meccanicistica della vita spirituale: non ritorni forzati, ma collaborazioni per affinità; non sostituzioni d’anima, ma cooperazione tra spiriti e individui che condividono una stessa vibrazione etica e una medesima missione.


In un tempo in cui l’umanità cerca nuove sintesi tra spiritualità e coscienza storica, questa visione offre uno spunto prezioso per pensare una “civiltà dello Spirito” non come utopia religiosa, ma come progetto etico universale.


Questo testo si inserisce nel nostro percorso di dialogo interreligioso e interculturale, offrendo un contributo originale al dibattito sul senso della vita, dell’identità e della missione dell’uomo nel mondo.

 

di Giorgio Gasperoni


Vi sono momenti nella vita in cui, improvvisamente, ci si sente abitati da qualcosa che ci supera. Non si tratta di una voce esterna, né di un pensiero propriamente nostro: è un impulso silenzioso, una chiarezza che non ci appartiene, eppure ci attraversa. È forse in quei momenti che si manifesta ciò che potremmo chiamare una incarnazione spirituale: un incontro fra il visibile e l’invisibile, fra ciò che siamo e ciò che potremmo essere.

7 aprile 2025

«A tutti gli uomini di buona volontà»

Pacem in Terris e il sogno di una pace universale

di Giorgio Gasperoni

Nel cuore della Guerra Fredda, Papa Giovanni XXIII si rivolge all’intera famiglia umana. La sua enciclica del 1963, rivolta a tutti gli uomini di buona volontà, resta un faro per chi crede che la pace sia una vocazione condivisa. Una riflessione attuale alla luce della visione unificazionista.

«La pace sulla terra, suprema aspirazione di tutta l’umanità, non può essere stabilita e consolidata se non nel pieno rispetto dell’ordine stabilito da Dio.»

— Giovanni XXIII, Pacem in Terris, 1963

Un messaggio per il mondo intero

Quando l’11 aprile 1963 Giovanni XXIII firmò Pacem in Terris, scelse un destinatario inedito: non solo i cattolici, non solo il clero o i credenti, ma tutti gli uomini di buona volontà. In un’epoca segnata dalla paura nucleare e dalle divisioni ideologiche, l’enciclica si propose come un appello universale alla coscienza umana.

Leader dei Balcani occidentali a convegno per rafforzare la cooperazione regionale

Riflessioni su pace, stabilità e transizione demografica in una regione strategica per l’Europa.

di Vittorio Patanella

Pristina, Kosovo - Il 5 ottobre 2024 si è tenuto a Pristina, presso l’Hotel Emerald, il convegno “Pace, stabilità e transizione demografica nei Balcani occidentali”, promosso da Universal Peace Federation (UPF Europa e Medio Oriente). In una regione ancora segnata da tensioni e sfide demografiche, leader politici e accademici si sono riuniti per discutere strategie di cooperazione e riconciliazione.

L’evento, ospitato dal governo del Kosovo e inaugurato dal Primo Ministro Albin Kurti, ha visto la collaborazione dell’University of Business and Technology (UBT), la principale università privata del Kosovo, e dell’Associazione internazionale dei giovani e degli studenti per la pace (IAYSP). Hanno partecipato 130 persone, tra cui ex Capi di Stato di Albania, Kosovo e Montenegro; due Ministri e tre parlamentari in carica e precedenti; un membro del Parlamento Europeo; e un rappresentante delle Nazioni Unite.