DESTRA e SINISTRA: mezzi o scopi?
di Giorgio Gasperoni
È sbagliato credere che andare oltre la politica significhi svalutare il suo ruolo nel promuovere la giusta organizzazione della società ed equilibrare il suo impatto sulle varie classi sociali. Al contrario, implica che la comprensione e il rapporto con la politica deve essere portato ad un livello superiore.
Questa mia affermazione esprime la convinzione che la politica non è, e non dovrebbe essere, fine a se stessa: è un mezzo per un fine. Se la si considera un fine, come quasi sempre avviene, si perde di vista la sua vera essenza.
Ci sono aspetti sia per l'individuo che per la società che devono essere considerati prioritari e altri secondari. È importante collocarli nel loro giusto ordine. Le due categorie di "destra" e "sinistra" devono servire a chiarire delle posizioni di partenza. Ma rimangono strumenti per aiutarci a crescere. Sono strumenti d'orientamento per evitare un'estrema polarizzazione della vita sociale. Bisogna andare oltre.
Nel 1993 Samuele Huntington affermò in un articolo sugli affari internazionali:
"Durante la guerra fredda, il mondo fu diviso nel primo, secondo e terzo mondo. Quelle divisioni non sono più rilevanti. Ora ha una valenza più significativa raggruppare i paesi non in termini dei loro sistemi politici o economici o in termini del loro livello di sviluppo economico, ma piuttosto in termini della loro civiltà e della loro cultura".
Il tentativo di costruire un ordine solamente politico o economico, senza la guida di una visione d'insieme o condotta morale ha condotto a società inumane caratterizzate da una violenza strutturale.
La società moderna è nata quando la sussidiarietà è diventata un principio tacitamente accettato nella ricerca della libertà personale e della felicità.
Si crea un problema, tuttavia, se la parte del sistema che ha più potere comincia a controllare le altre parti. Questo è ciò che accade con il potere incontrollato e il malgoverno. È la fine della sussidiarietà.
Il diritto alla libertà personale d'altro canto, portato alle sue estreme conseguenze, confligge con le esigenze di giustizia, trasparenza e umanità.
Le istituzioni sociali hanno bisogno di pesi e contrappesi sul potere e sull'educazione morale al fine di evitarne il consolidamento che alla fine porta al collasso politico o economico.
In una società in cui il processo di accentramento è durato per un lungo periodo di tempo, le famiglie ed i valori tradizionali hanno iniziato a scomparire. Il principio di sussidiarietà si applica a tutte le sfere dell'attività umana e non può essere lasciato solo alla politica.
Le società e i governi più forti e duraturi sono quelli che si basano sulla massima distribuzione di responsabilità fino ai livelli più bassi. In sostanza, la costruzione di una società sana e virtuosa dovrebbe tenere a mente tre obiettivi principali:
1. Crescere e diventare una persona con un carattere maturo
2. Realizzare buone relazioni e una famiglia sana
3. Dare un contributo di valore e duraturo alla società attraverso la Creatività e la Professionalità
La libertà è definita entro certe regole o principi. Gli esseri umani sono creature estremamente sofisticate e sono necessari degli anni per imparare ad esplorare e sfruttare al massimo le proprie potenzialità.
Il risultato delle nostre azioni si ripercuote sulla collettività così come su noi stessi. Come esseri umani siamo stimolati dalle responsabilità verso noi stessi e verso gli altri.
La vera libertà persegue risultati concreti che fanno avanzare l'umanità verso la realizzazione del proprio scopo portando una felicità sempre più grande.
L'obiettivo è dare un contributo alla società attraverso la creatività e la professionalità. Per la maggior parte delle persone, acquisire la padronanza di un mestiere o perseguire una carriera, sono un mezzo fondamentale non solo per ottenere una soddisfazione personale e sostenere la famiglia, ma anche per servire le altre persone della comunità e della società. Quando la formazione accademica si sviluppa sulle fondamenta di un carattere buono e un cuore premuroso, le persone agiscono in modo responsabile per il bene della società.
Tuttavia, quando alle persone mancano le fondamenta, ovvero sono immature e prive di sane relazioni sociali, non c'è nessuna garanzia che la società trarrà pieno beneficio dalla loro esperienza. Crescere come persone mature e costruire famiglie sane sviluppa integrità e amore verso il prossimo assicurando che la propria professionalità venga esercitata con responsabilità e con impegno per la comunità e l'ambiente naturale. Quando il lavoro è motivato da uno scopo altruistico, la creatività è stimolata e si genera un'energia dinamica. Così, quelli che realizzano i tre scopi della vita sono persone responsabili, premurose e capaci, che contribuiscono volontariamente e creativamente con i loro talenti alla comunità più grande.
Cosa è meglio, "destra" o "sinistra"? Se non le si considera delle mete finali ma come mezzi per arrivare alla meta, possono essere valide entrambe: la scelta della strada da percorrere può essere diversa a seconda delle sensibilità. In ogni caso credo che: per prima cosa le persone debbano maturare acquisendo una propria identità e autostima, poi debbano diventare degli esseri sociali e stabilire le giuste relazioni con gli altri, infine dare il giusto contributo agli altri e all'ambiente circostante. Direi che al disopra delle due braccia ("destra" e "sinistra") bisogna inserire una testa pensante. È necessario essere umili abbastanza da riconoscere che ci sono obiettivi più alti, come dei valori universalmente condivisibili su tutte le espressioni limitate esistenti nella vita sociale e politica.
In molte società e civiltà precedenti le credenze degli anziani e dei re erano le credenze ufficiali della nazione. Mentre il pluralismo è esistito in molti luoghi e tempi diversi, una base comune che unisca era richiesta nell'interesse del mantenimento dell'ordine sociale, e le varie visioni di vita dovevano operare all'interno dei limiti stabiliti dallo stato.
L'ascesa della civiltà globale ha fatto incontrare molte culture. Comunque, le moderne istituzioni internazionali non sono equipaggiate per affrontare questo "scontro delle civiltà".
Per gli scopi dell'armonia interculturale e della pace interreligiosa, è necessario che ogni stato ed ogni civiltà possano accettare la possibilità di un Dio o potere cosmico che siano un potere più alto di quello incarnato nelle loro leggi nazionali ed istituzioni culturali.
È probabile che un Bianco, un Nero, un Ebreo o un Cinese chiedano che un potere trascendente governi l'universo, ma riporrebbero la loro fede e orgoglio in istituzioni progettate per promuovere il benessere della loro razza o gruppo etnico a spese degl'altri.
Per i nostri scopi, è importante capire che una versione meno stridente della sovranità statale fu promossa anche nella formazione delle Nazioni Unite. In ogni caso, la pace internazionale non può essere realizzata in un mondo non regolato di stati supremi, dove nessun stato riconosce che esiste una verità o legge superiore ad esso. Nessun consenso internazionale potrà essere raggiunto in un mondo dove l'opinione di ogni singolo stato è considerata come assoluta.
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite fu stabilito per assicurare la sovranità degli stati, per proteggere dalle azioni arbitrarie di uno stato supremo contro un altro.
Ciononostante, tale stato della "pace" non è la vera pace. Non è un mondo libero dalla violenza all'interno degli stati e può essere una "pace" che promuove la violenza strutturale. Effettivamente, nell'ultima metà del ventesimo secolo la povertà e la sofferenza sotto regimi "sovrani" sono state molto estese. Molti degli stati "sovrani" non sono stati gentili coi loro propri cittadini.
Inoltre, il sistema di stati supremi non è stato in grado di limitare l'abuso economico globale che li trascende. Nell'assenza di organizzazioni internazionali che riconoscono i limiti della sovranità statale, un'economia globale è emersa come una forza guida del globalismo.
Costruire una società civile democratica globale con dei valori universali condivisi, a prescindere da posizioni partitiche, richiede lo sforzo di tutti gli attori in campo: Nazioni Unite, Istituzioni degli Stati nazionali, Leader Religiosi e Organismi non Governativi per trovare un incontro tra: interdipendenza, prosperità reciproca e valori universali.
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