19 marzo 2018

I Padri vengono rivalutati dagli esperti (e dalle madri)

Il sostegno della madre verso il padre porta a dei risultati favorevoli nel suo coinvolgimento con i figli, sostengono gli esperti, anche quando la coppia è separata.
Il Dr. Kline Pruet ha aggiunto “Gli studi mettono in evidenza l’importanza per la coppia di avere un ruolo genitoriale insieme e di accettare il modo diverso di ognuno ad essere genitore. I papà tendono a fare le cose in modo differente, ma non in modo peggiorativo per i figli. I padri non sono madri e le madri non sono padri”. 
In questa sessione la Dott.ssa Pasqua Teora ci spiega come il ruolo del padre viene ampiamente rivalutato e sia indispensabile al buon funzionamento dei rapporti familiari.

Passaggi nei sistemi familiari
Paternità e processi di collaborazione con il materno nella società che cambia

di Pasqua Teora*
Recentemente, ho incontrato due genitori che hanno chiesto aiuto nel tentativo di superare il loro sistematico disaccordo su come affrontare limiti e divieti necessari all'educazione dei loro figli maschi: uno appena oltre la maggiore età, l’altro un poco più giovane. Oltre l'attenzione sullo specifico loro problema abbiamo riflettuto sul fatto che collettivamente stiamo annaspando in una realtà in cui – soprattutto alle famiglie – viene richiesta tantissima energia e impegno poiché siamo tutti in cerca di nuove coordinate in cui poterci orientare. È cambiata la società, ed è cambiata la percezione dei limiti leciti e non più leciti da porre ai figli e alle figlie che crescono. Sono cambiati i contesti e di conseguenza le motivazioni e le convinzioni che, appena l'altro ieri, legittimavano i genitori ad essere severi, piuttosto che distrattamente permissivi.
E così, nell'arco di qualche decennio, nel rapido passaggio al nuovo millennio, è venuto meno il modello del padre patriarca che si, sembrerebbe aver fatto il suo tempo, ma dopo quello, sulla scena non si sono ancora affacciati modelli alternativi.
Eppure, osservo troppo spesso che nei sistemi umani, equilibri ben radicati, solo ad uno sguardo superficiale, sembrano recedere per lasciare posto al nuovo. Continuano invece ad esistere, magari dietro insospettabili travestimenti in una inconsapevole o surreale resistenza al nuovo. 
Per ora, come genitori, i più annaspano nell'impegno quotidiano dell'educazione dei figli, ma in special modo sembrano smarriti i padri, e insieme ad essi – come potrebbe essere diverso da così – le donne, le madri che dopo aver incarnato un indiscusso potere sui figli – almeno finché piccoli – con parziale o piena latitanza da parte dei mariti (avendo soprattutto loro ad aver rinunciato più o meno temporaneamente al loro impiego lavorativo) alcune si smarriscono, non riuscendo più a stabilire con gli uomini accanto a loro un'alleanza intima e significativa. Così, abituate negli anni ad avere, quasi esclusivamente con i loro figli, un'intesa profonda, con difficoltà, una volta che questi diventano più autonomi, quell'intimità verrà rimpiazzata dall'uomo per anni tenuto ai margini della scena materna.
Non sono più i tempi in cui le donne così ben allenate alla cura dei figli, con l'approvazione del modello culturale del tempo e dei suoi radicati valori, possono/vogliono fare un figlio dopo l'altro.
Ricordo a questo proposito la vicenda piuttosto eccezionale di una donna che qualche tempo fa chiese consultazione presso il mio studio: divenuto grandicello il suo terzo figlio, avrebbe voluto intensamente fare il quarto, ammettendo che l'abbraccio dei bambini piccoli, avere cura di loro, vederli crescere, appagava il suo bisogno di intimità e tenerezza profonda di cui tanto aveva bisogno e che il coniuge non gli dava. Il marito però, per vari motivi, non era assolutamente d'accordo sul metterne al mondo altri. Accadde che, nel giro di poco tempo il loro matrimonio saltò per aria, generando tanti problemi e tanta sofferenza per tutti. Specialmente per i loro bambini.
Nelle famiglie italiane di questo tempo i figli sono uno o due per nucleo familiare e quando, per motivi vari, i ruoli educativi e di allevamento si invertono, si riscontra che i nuovi padri possono essere ottimi genitori anche di creature piccole. Detto questo, ciò cui ho avuto modo di assistere è che se i papà fanno/sono padri a genitorialità prevalente, ma in armonia con la moglie, tutto va bene: il papà è il padre e la mamma è la madre, indipendentemente dal numero di ore e di giorni e notti trascorsi con i figli. Per il bambino o la bambina è tutto chiaro: alleanze tra i due, appoggio e comprensione reciproca con scambi di ruolo, compatibilmente con la realtà che, nel vincolo familiare e lavorativo dei due, si dipana. 
Quando si parla di nuovi padri, si prendono in esame uomini accanto a donne che, nella maggior parte dei casi, si sono strutturate in autonomia, sottratte al tabù dell'obbedienza passiva al padre patriarca. Infatti, gli uomini accanto a loro – dissolto il mito che non prevedeva spazi di confronto tra i coniugi – oggi, con le loro compagne o mogli, madri dei loro figli hanno bisogno e sono disponibili a sperimentare ed esercitare l'arte della mediazione relazionale. Ci sono anche uomini che per vari motivi possono trovarsi ad assumere il ruolo tradizionalmente detto materno (p.e. può accadere che la madre si sia ammalata o per qualche motivo è impossibilitata ad accudire giornalmente il bambino), allora il padre potrà trovarsi, più o meno disponibile e più o meno contento di poterlo fare. Le probabilità di successo del progetto dipenderanno molto dal contesto. Infatti, necessariamente si dovrà riconoscere che le soggettività in gioco, comunque, sono due. Egli, il padre, anche in temporanea assenza della madre, è solo e sempre una parte, mai il tutto.
Noi, come donne, indipendentemente dall'aver scelto o meno di mettere al mondo figli, nasciamo già madri, avendo nella memoria psichica e corporea l'esempio di madri, nonne, antenate: una scia di presenze al femminile che va oltre la memoria consapevole e che nei millenni ha lasciato tracce indelebili nel nostro inconscio collettivo. È così che il corpo-mente delle donne si trova predisposto, pre-programmato alla maternità, ma sempre fatte salve le eccezioni e i conflitti che tale ruolo può generare, a maggior ragione nelle donne del nostro tempo, per le quali la maternità non è più un destino, ma una scelta.
È così che la maternità, compresa la cura della creatura piccola, diventa ai giorni nostri, sempre più spesso luogo simbolico e reale di condivisione con i padri. Ma il padre, in un certo senso è sempre adottivo, ed è la madre che lo inizierà all'accoglienza del figlio, alle responsabilità verso il nascente, sempre generato da corpo di donna: padri non si nasce, ma si diventa ed è la donna che lo chiamerà, fuori dalle metafore e dai miti maschili del passato, ad essere buon padre con uno sguardo attivo e fiducioso verso la compagna e il futuro. 
Il rapporto padre-figlio sembra non essere mai stato tematizzato a fondo: il padre patriarca è stato prevalentemente in un rapporto solo gerarchico con i figli e nei secoli, soprattutto quando i padri erano assenti, surrogato dalle madri. Oggi, esse non sono più in grado, o non più disposte, a fare contemporaneamente da madri e da padri ai loro figli in crescita. Tantomeno a lasciare una delega in bianco ai padri. Occorrono nuovi paradigmi, nuove visioni per un futuro che ci possa vedere meglio uniti e più efficaci nel ruolo genitoriale. Probabilmente, occorre fare pulizia degli antichi miti paterni: Ulisse che abbandona la moglie e il figlio in cerca di un'eterna avventura; Cronos che se li mangia i figli, affinché non lo possano mai superare; Pan, che benché divenuto anziano, rimane eterno fanciullo e tanti altri. Sono tutte narrazioni queste (con certamente delle eccezioni) compiute nei millenni, da uomini che narravano loro stessi e solo dal loro punto di vista, nelle varie mitologie dell'antichità, come pure nei libri sacri. Ad uno sguardo attento si rivelano essere sovente maschere di un paterno egocentrico e dominatore molto presenti ancora nella nostra contemporaneità.
Proprio ora, nel giro di pochi mesi, sul ruolo del padre, sono nati convegni e festival in seno alle diverse scuole psicoanalitiche, psicoterapiche, filosofiche: il quesito che rimbalza da un angolo all'altro riguarda proprio il ruolo del padre nella società contemporanea, liquida, che sfugge dalle mani e si perde, non si sa dove. Il sistema, non più dominato dal paterno indiscusso e indiscutibile, è divenuto terreno di conquista di altre forze. Il deus-machina moderno, sembra essere il connubio denaro-libertà che, illusoriamente, darebbe accesso alla soddisfazione di qualsiasi desiderio.
Oggi, gli uomini, fuori dal modello del genitore patriarca, confermato dal sistema millenario, in moltissimi si trovano un po' smarriti di fronte ai figli. Il percorso è da fare insieme, uomini e donne: nuove madri e nuovi padri che si interrogano per costruire insieme un sistema di compartecipazione e co-responsabilità di fronte al figlio-figlia che genericamente, come i figli della coppia ricordata nell'incipit, pretendono di avere tutto e subito, sollecitati dal modello imperante che ci induce a credere in una assoluta quanto assurda autosufficienza, slegati dai vincoli di naturale reciproca dipendenza.
… Forse è questo il compito che i genitori oggi devono accollarsi: oltre l'amore e la cura verso i figli, educarci noi in primis, per educare loro, dopo, a leggere tra le righe e appena possibile svelare gli inganni. Appena raggiunta la capacità di pensare il proprio pensiero, dobbiamo accompagnare i bambini e i ragazzini, certo con tatto, a scoprire che Babbo Natale non esiste, che sono i genitori, in previsione della festa, a suggerire loro cosa desiderare, poi far apparire per magia ciò che loro stessi, i genitori, hanno stimolato a desiderare; dobbiamo essere Fate Turchine per aiutare i bambini di oggi a sfuggire ai gatti-volpe che popolano, oltre l'immaginario, la realtà di tutti. Occorre accompagnare i nostri figli a scoprire le verità su cui oggi si possono tenere gli occhi aperti: p.e. che i bambini non nascono sotto i cavoli; che si nasce maschi o femmine, ma che però l'orientamento sessuale può essere un'altra cosa; che la terra tocca a noi difenderla, perché è la casa di tutti, non dei più prepotenti che ne possono fare quello che vogliono; che ciò può accadere perché gli altri non si fanno sentire a sufficienza; ecc. L'infanzia, una volta finita, deve lasciare spazio alla ragione e all'irriverenza verso i più forti che dominano il malaffare. È un percorso di consapevolizzazione che dovrebbe cominciare abbastanza presto e che tra pesi e contrappesi non dovrebbe disdegnare di nutrirsi di poesia, di arte, di letteratura, di amor di Patria, di amor di famiglia, di spiritualità, etica e bellezza, e, per chi ha il conforto della fede, di intima armonia con i comandamenti del proprio credo.
… Dunque, riprendendo l'incipit: quando i genitori vengono in consultazione p.e. per conflitti importanti con i figli, tale situazione può diventare importante occasione per osservare insieme cos'altro è successo nel frattempo. Certo, a livello familiare, ma anche della storia collettiva, magari lungo un paio di generazioni. Infatti, come sostenuto nei precedenti passaggi, sarà determinante riflettere sul più ampio scenario in cui si muove la dinamica familiare, per poter captare anche se c'è qualcosa di importante che ci era passato inosservato e che potrebbe darci informazioni determinanti sulla complessità del mondo in cui viviamo.
… Oggi, il confronto autentico tra i genitori, la loro collaborazione per allargare il terreno della riflessione personale, familiare e di gruppo con altri adulti, è più che mai necessario.
Il solo sguardo maschile sul mondo non basta più a spiegarcelo. La complessità non può essere sostenuta da un unico sguardo: occorre quello doppio e interconnesso del padre e della madre. I giovani ne hanno estremo bisogno. Ed anche per noi adulti, tale sfida, potrebbe diventare estremamente appassionante.
* Centro Psicologia e Cambiamento - dott.ssa Pasqua Teora - Bergamo

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