30 marzo 2017

L’aggressione verso la donna giustifica il raptus?

Da troppo tempo sui mass media si leggono notizie sulla rapida escalation di violenze fisiche o verbali verso il mondo femminile, soprattutto quello che avviene nell’ambito della famiglia!
Di Franco Previte
A suo tempo è stata ricordata la “Giornata Internazionale per l’eliminazione delle violenze contro le donne “, dove è inderogabile per ogni connivenza sociale e civile riflettere su questo ormai deplorevole e pietoso fenomeno che quasi giornalmente avviene in l’Italia.
Infatti avvengono “fattacci” a danno delle persone in condizione genetica di varie sindrome, di ritardo mentale, di disabilità fisica, di estrema depressione, ma tutti, esprimono una menomazione funzionale, una infermità, una debolezza caratteriale.
Data la rinnovata frequenza, direi estrema frequenza, è prioritario un ulteriore Provvedimento Legislativo, d’ordine civile e sanitario, in ordine alla lotta contro la violenza sulle donne, oggi 2017, si è spostata con estrema escalation nelle famiglie, contro i coniugi, i bambini, i disabili, gli emarginati, le persone indifese.
Anche se l’espressione di una conforme e forte dignità umana, diventata oggi la parola corrente, essa indica l’essere insita nell’uomo il cui fine è la promozione e la difesa della stessa, di ogni uomo, dal concepimento alla morte naturale, promuovendo una cultura della vita che dia un fondamento di amore all’intera società “per la sua realizzazione nella dignità”, come osserva giustamente Papa Francesco.
L’eliminazione della violenza contro le donne sancisce l’importanza di taluni valori fondamentali etici e sociali da ricordare da chiunque, cristiano o meno, perché dare scandalo è contro il valore della civiltà, è contro la morale, è “contrario al rispetto dell’integrità corporea della persona umana” (477 Compendio Catechismo Chiesa Cattolica) e della civiltà giuridica.
La dignità umana è un grande capitale da salvare e questa violenza si potrebbe ritenere un disordine della mente, comunque sta offuscando il vivere quotidiano.
Quei “gesti” non sono la strada sociale che risalta i valori della giustizia, della solidarietà, della equità, delle pari opportunità, “qualità” che dovrebbero guidare il cittadino attento ed onesto, oggi purtroppo, avviato sulla strada dell’egoismo, della permissione più sfrenata e di un relativismo aberrante. 

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