7 settembre 2013

Dichiarazione della Universal Peace Federation sul previsto intervento armato in Siria


Comunicato stampa

Roma, 6 settembre 2013


Oggetto: Dichiarazione della Universal Peace Federation sul previsto intervento armato in Siria
in congiunzione con la Federazione delle Donne per la Pace nel Mondo e la Federazione delle Famiglie per la Pace nel Mondo e l'Unificazione

La Universal Peace Federation (UPF) opera da sempre per il raggiungimento della pace attraverso il superamento delle divisioni, sulla base del principio che la società umana deriva da un unico creatore, Dio, e costituisce quindi un’unica famiglia mondiale.

Da circa venti anni lavora ad alto livello (contatti e ricerche con governi e con l’ONU) per la prevenzione dei conflitti e la risoluzione delle controversie con mezzi pacifici.

I conflitti degli ultimi decenni dimostrano che la soluzione militare non è la soluzione.

Per quanto riguarda la questione siriana: La Siria non costituisce e non costituirà un’eccezione all’inutilità dell’intervento armato. La soluzione non sta nell’appoggiare i “ribelli” o semplicemente nella condanna dell’uso dei gas. Qualunque intervento non farebbe altro che aggiungere vittime a vittime e radicalizzare lo scontro.

La UPF quindi:

1. APPOGGIA l’intervento di Papa Francesco volto a prevenire un intervento armato esterno, e si unisce al suo invito a digiunare e pregare per la pace.

2. SOSTIENE che i conflitti in corso, che hanno tutti una componente religiosa (“Primavera Araba”, Afghanistan, Irak, Siria…) possono essere affrontati solo se si tiene in debito conto questa componente. Dal 2000 la UPF ha proposto all’ONU la costituzione di una “Camera delle Religioni”, da affiancare all’Assemblea attuale “delle Nazioni”. Le religioni possono presentare da un lato degli aspetti “irrazionali”, tra i quali l’estremismo e il fanatismo, ma costituiscono soprattutto un potente fattore di pace e stabilità. Anche se questo aspetto non è mai messo in rilievo né considerato, esclusivamente per motivi politici e di potere.

3. INVITA tutti i Paesi interessati a non intraprendere azioni di guerra e ad adoperarsi invece in senso positivo per il raggiungimento della pace, agendo non soltanto a livello politico ma coinvolgendo i rappresentanti di buona volontà delle religioni coinvolte.

Per ulteriori informazioni:
www.vocidipace.it - vocidipace@gmail.com
http://italia.upf.org/

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Approfondimento
La Universal Peace Federation (UPF) da sempre opera per il raggiungimento della pace attraverso il superamento delle divisioni sulla base del principio che la società umana deriva da un unico creatore, Dio, e costituisce quindi un’unica famiglia mondiale.

Anche in passato la UPF ha sempre lavorato per promuovere il superamento dei conflitti con metodi incruenti e pacifici, attraverso contatti e studi con i governi interessati e con l’ONU. Ecco alcuni esempi:

Nelle Filippine sta lavorando da almeno dieci anni per il superamento del conflitto tra guerriglia islamica e governo;
Nell’agosto del 2000 ha presentato alle Nazioni Unite un documento volto a promuovere la risoluzione pacifica dei conflitti, cercando di porre un limite alla tendenza già evidente del ricorso alle armi per la risoluzione dei conflitti da parte di molti Stati con le più varie motivazioni;
In molte altre situazioni ha promosso il dialogo tra rappresentanti delle parti in causa per cercare di prevenire il conflitto armato.

La questione siriana
Nei conflitti definiti globalmente come “Primavera araba”, l’intervento militare occidentale, diretto o indiretto, non ha fatto altro che peggiorare situazioni già difficili, portando in più di un caso a conflitti armati endemici ad intensità più o meno alta tra le varie fazioni che hanno preso il posto della leadership precedente.

La ribellione in corso in Siria è solo apparentemente una ribellione di popolo. Fonti affidabili riferiscono che l’80% dei “combattenti per la libertà” proviene da altri Paesi, ed ha come fine l’instaurazione di uno stato islamico radicale e non certo di una democrazia all’occidentale.

Il popolo siriano è vittima quindi da una parte di una dittatura, dall’altra di un estremismo radicale. Un intervento militare non può che favorire una delle due parti ma in nessun caso può portare un qualche vantaggio ai Siriani.

La UPF ribadisce quindi che la soluzione al conflitto può essere trovata solo nel dialogo tra le parti interessate e solo con il coinvolgimento delle componenti religiose, che dovrebbero affiancare quelle civili.


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