20 settembre 2013

Ban Ki-moon: «L'istruzione delle giovani generazioni per far crescere una cultura di pace»

Messaggio del Segretario Generale dell'ONU nella giornata internazionale della Pace

Le tensioni nel mondo, in particolare nella Siria, richiedono a ciascuno di noi un impegno maggiore nel farsi portatori di una cultura di pace.
È con questo spirito che dal 1981 l'Assemblea dell'ONU rivolge l'invito a tutti gli stati membri, alle organizzazioni del sistema delle Nazioni Unite, alle organizzazioni regionali e non governative e a tutti gli individui di commemorare questo giorno in maniera appropriata, sia attraverso l'educazione e la consapevolezza pubblica, sia nella cooperazione con le Nazioni Unite per la pace globale.

Ogni anno il Segretario Generale dell'ONU invia al mondo intero un messaggio per rafforzare gli ideali di pace, sia all'interno che fra tutte le nazioni e popoli.
Quest'anno viene posto in rilievo l'educazione alla Pace: l'istruzione come elemento essenziale per promuovere la cittadinanza globale e la costruzione di una società pacifica.
«Non è sufficiente – scrive Ban Ki-moon – insegnare ai bambini a leggere, scrivere e contare. È importante educarli anche al reciproco rispetto verso gli altri e verso il mondo in cui viviamo. La Giornata Internazionale della Pace è un'occasione per riflettere, per ribadire la nostra fede nella non-violenza e per chiedere un cessate il fuoco globale».

Ban Ki-moon chiede che ovunque a mezzogiorno venga osservato un minuto di silenzio per onorare i caduti nei conflitti e rendere omaggio ai sopravvissuti che vivono con il trauma e il dolore quotidiano.
Il Segretario dell'ONU porta come esempio Malala Yousafzai, la giovane studentessa pakistana nota per il suo attivismo nella lotta per i diritti civili e per il diritto allo studio delle donne della città di Mingora, dove un editto dei talebani ne hanno bandito il diritto.

Malala Yousafzai in occasione di una sua recente visita alle Nazioni Unite ha affermato che «un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo».
A questo proposito l'ONU l'anno scorso ha lanciato l'iniziativa «Global Education» con lo scopo di dare ad ogni ragazza e ad ogni ragazzo un'istruzione di qualità che li aiuti ad apprendere i valori che li aiuteranno a vedere se stessi come parte di una comunità globale.

Molti governi sono seriamente impegnati a lavorare per ottenere che a tutte le giovani generazioni sia garantita l'istruzione.
I dati sono ancora purtroppo drammatici: cinquantasette milioni di bambini non possono andare a scuola e per altri milioni occorre una maggiore scolarizzazione.

Quindi c'è ancora molta strada da fare.
«Dobbiamo fare di più, molto di più - afferma Ban Ki-moon. Per portare l'educazione ai bambini più poveri ed emarginati richiederà una leadership politica coraggiosa e un maggiore impegno finanziario. Per la prima volta nell'ultimo decennio gli aiuti per l'istruzione sono diminuti. Dobbiamo invertire questo declino, creare nuove partnership, e avere maggiore attenzione alla qualità dell'istruzione.»

L'invito del Segretario Generale delle Nazioni Unite è rivolto affinché tutti ci sentiamo coinvolti nell'insegnare ai nostri figli il valore della tolleranza e del rispetto reciproco.
«Cerchiamo di investire nelle scuole e negli insegnanti - conclude Ban Ki-moon - per costruire un mondo giusto, solidale, capace di abbracciare la diversità. Lottiamo per la pace e difendiamola con tutte le nostre forze.»

Un messaggio, quello del Segretario Generale delle Nazioni Unite che viene fatto proprio dal Reggente della Fondazione Opera Campana dei Caduti, Alberto Robol.
«La pace - afferma - si costruisce giorno dopo giorno con virtuosa chiarezza di obbiettivi e con tenace volontà di progressiva condivisione di valori. Al centro di tutto il messaggio di pace sta l’educazione del cuore e dell’intelligenza. È l’istruzione e insieme la cultura che disegnano il futuro della convivenza nel dialogo, nella tolleranza, nel rispetto reciproco; l’educazione alla pace secondo le vie del perdono e della riconciliazione (quelle proprie di Maria Dolens) è il compito più delicato e affascinante che l’uomo deve fare suo come missione permanente della propria esistenza.»


L'Adigetto.it - Il Quotidiano di Opinione Culturale

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