di
Giorgio Gasperoni
Quando
le persone lavorano insieme in uno scambio armonioso di dare e ricevere, il
risultato è un’unità più grande e un nuovo sviluppo. Questa è la base che
permette ad ogni cosa di esistere, agire e svilupparsi. Attraverso
l’interazione, la natura essenziale di un essere si sviluppa. Se il centro è
l’altruismo, l’espansione è armoniosa. Se il centro è l’egoismo, l’espansione è
il conflitto. Quando nell’individuo prevale l’egoismo, allora inizierà il conflitto
nella famiglia.
In un matrimonio i conflitti sorgono
quando un coniuge mette la sua felicità al di sopra di quella dell’altro.
L’amore egocentrico si focalizza sulla soddisfazione dei propri bisogni. Marito
e moglie possono avere delle discussioni sui soldi, sui figli, sui suoceri, sul
tempo libero, sulla dedizione alla carriera, ecc. Le persone possono essere
tentate a mettere da parte i loro voti matrimoniali e gli obblighi di genitore
per soddisfare i propri desideri egocentrici. Quando nella famiglia prevale
l’egoismo, comincerà il conflitto nella società.
Le
nostre contraddizioni interiori non iniziano necessariamente in noi stessi.
Alcune le ereditiamo da quelli che sono venuti prima di noi. Non siamo
semplicemente delle entità individuali, siamo il prodotto della storia e dei
nostri antenati. Ereditiamo naturalmente alcune caratteristiche dei nostri
antenati, sia fisicamente che psicologicamente. Alcune delle loro realizzazioni
e alcuni dei loro pesi ricadono su di noi e ci influenzano. È risaputo che
certe tendenze familiari sono ereditate. Dipendenze come l’alcolismo, l’abuso
fisico e l’incesto sembrano essere trasmesse da una generazione all’altra e
causare modelli ripetitivi di conflitto.
L’esempio di Lian Po e Lin Xian Ru – Mettere
l’interesse dell’insieme al di sopra delle rivalità personali
Le
persone che lottano tanto fra loro alla fine possono diventare buoni amici,
quando capiscono che possono gioire delle stesse cose e hanno degli scopi in
comune. Nell’antica Cina c’è la famosa storia di due nemici che divennero
amici.
Durante
il “Periodo della Primavera e dell’Autunno”, circa 2500 anni fa, un uomo di
nome Lin Xian Ru salì alla carica suprema di consigliere del re, grazie alla
sua dedizione e intelligenza. Allora Lian Po, il generale supremo del paese, si
offese. Si rifiutò di riconoscere la posizione di Lin e di sottomettersi a lui.
Cercava ogni opportunità per offendere questa persona che considerava suo
rivale. Tuttavia, quando la cosa fu riferita a Lin, questi si rifiutò di usare
il potere contro il generale e continuò a lodarlo con gli altri. Le posizioni
del consigliere del re e del generale supremo erano sullo stesso livello come
importanza.
Lin si rese conto che se c’era conflitto ai massimi
vertici della leadership nazionale, un paese nemico avrebbe potuto avvertire la
debolezza della nazione e invaderla. Alla fine le parole di lode di Lin furono
riferite al generale dai suoi amici. Quando il generale capì che tipo di
attitudine Lin aveva nei suoi confronti, provò una profonda vergogna e portò un
fascio di spine a Lin come simbolo di pentimento. Si tolse la camicia, si
inginocchiò davanti a lui e gli offrì il fascio di spine come un invito a
colpirlo. Il cuore di Lin fu commosso dall’offerta simbolica del generale. La
frase “portare le spine per chiedere perdono” è diventata un’espressione
tradizionale cinese per indicare un profondo pentimento. Grazie alla loro
comune devozione verso il proprio paese i due uomini si riconciliarono e divennero
amici intimi al servizio della loro nazione.
Rielaborato
dall’Iniziativa dell’Educazione del Carattere dell’UPF
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