9 gennaio 2012

Religione e Scienza: Mente e Corpo

di Giorgio Gasperoni
(Testo rielaborato dall’Iniziativa dell’Educazione del Carattere della Universal Peace Federation)

“Il rapporto tra il mondo dell’essenza e il mondo dei fenomeni è simile a quello tra la mente e il corpo. Ė la relazione tra causa ed effetto, interiore ed esteriore, soggettivo e oggettivo. Poiché l’uomo può realizzare una personalità perfetta solo quando la sua mente e il suo corpo raggiungono l’armonia in perfetta unità, il mondo ideale si può realizzare solo quando i due mondi – quello dell’essenza e quello dei fenomeni - si sono uniti insieme in perfetta unità…. Deve venire il giorno in cui religione e scienza avanzeranno in un’unica direzione, in modo che l’uomo possa godere una felicità eterna, completamente libero dall’ignoranza e diretto verso la bontà che è ciò che la mente originale desidera”. Dott. Moon.
Attualmente, quest’armonia non è espressa e molte persone lamentano il declino dell’influenza della religione. Per rivestire un ruolo attivo nella società, la religione deve superare la sua reputazione di una forza che crea divisione. Infatti, i critici dichiarano che non si può parlare di “religione” ma solo di “religioni”. Qualsiasi discussione di “una prospettiva religiosa” sulla moralità deve affrontare questo problema della diversità delle religioni. Ė possibile per la “religione” parlare con una voce unica sulle questioni di moralità?

 Unità e diversità
L’opinione moderna ha dei preconcetti nel vedere le religioni dal punto di vista della loro unità, e il conflitto religioso è più evidente dell’armonia tra le religioni. Elizabeth Nottingham ha evidenziato gli aspetti sia migliori che peggiori della religione: “La religione è collegata ai tentativi dell’uomo di esplorare le profondità del significato sia in se stesso che nell’universo. Ha dato nascita ai prodotti più vasti dell’immaginazione umana ed è stata usata per giustificare la crudeltà estrema dell’uomo nei confronti del suo simile. La religione può evocare stati d’animo di sublime esaltazione ed anche immagini di paura e di terrore”. Tuttavia, di fronte a quelle “immagini di paura e di terrore”, i leader religiosi spesso rispondono con dichiarazioni di solidarietà. Nel gennaio 2002, per esempio, Papa Giovanni Paolo II convocò una riunione ecumenica nella cittadina di Assisi, in risposta agli attacchi terroristici avvenuti negli Stati Uniti quattro mesi prima. Rivolgendosi a un pubblico che comprendeva leader di una dozzina di religioni, il Papa chiese di riconoscere che “chiunque usa la religione per fomentare la violenza va contro l’ispirazione religiosa più vera e più profonda”.
Molti libri di testo sulle religioni mondiali trattano ciascuna religione come un’entità distinta e mettono l’accento sulla sua unicità. Il relativismo che pervade l’educazione occidentale non ha fiducia nei modelli universali e gli studiosi si concentrano sulle espressioni di verità che sono proprie di ciascuna religione. Tuttavia ci sono dei punti di convergenza, specialmente sui valori. Alcuni temi caratterizzano il terreno comune che è condiviso dalle religioni.
Nell’opera World Scripture: A Comparative Anthology of Sacred Texts (Le Scritture del Mondo. Un’Antologia Comparativa di Testi Sacri), brani tratti dai testi sacri delle varie religioni del mondo sono disposti secondo l’argomento, fornendo un’immensa risorsa di materiale comparativo, con punti di vista e commenti introduttivi per illustrare il significato dei passi difficili. La World Scripture crea un terreno comune per la comprensione delle religioni, che persone di ogni religione possono riconoscere da sole e alle loro condizioni.
L’editore Andrew Wilson nota una considerevole quantità di punti comuni, che chiama i Dieci Punti di Unità. Tra questi c’è il credere che l’universo sia morale e creato per uno scopo, che gli esseri umani sono soggetti alle leggi spirituali, che ogni persona raccoglie i frutti delle sue azioni. Cosa più fondamentale, tutti condividono la convinzione che esiste una Realtà Suprema o un Dio trascendente che definisce lo scopo e il significato della vita e con il quale gli esseri umani hanno un rapporto.

Dieci Punti di Unità tra le Religioni del Mondo
• Esiste una Realtà Superiore o Dio trascendente che definisce lo scopo e il significato della vita e con il quale gli esseri umani hanno un rapporto.
• L’universo è morale e creato con uno scopo, gli esseri umani sono soggetti alle leggi spirituali, ogni persona raccoglie i frutti delle sue azioni.
• Ogni persona ha un desiderio eterno, una vita nell’aldilà; il cosmo include vari regni spirituali.
• Esiste un obiettivo supremo (la salvezza, l’illuminazione, la liberazione, la perfezione) che è potenzialmente alla portata di ogni persona.
• Gli esseri umani sono macchiati da una condizione di male che impedisce loro di raggiungere lo scopo supremo senza essere aiutati.
• Ogni persona è libera e responsabile della sua crescita personale, ma non può mai realizzare completamente questa libertà se la condizione di male succitata non è risolta.
• Ogni persona ha degli obblighi etici nei confronti della famiglia, della società e della natura.
• Per diventare una persona morale bisogna allenare se stessi a controllare il corpo e praticare l’abnegazione.
• La via del bene include un’etica di amore e di sacrificio di se stessi. La pienezza della verità spirituale va oltre questo terreno comune e comprende gli insegnamenti delle religioni storiche.
• La conoscenza della Realtà Suprema e la via della salvezza vengono a noi attraverso i fondatori particolari della religione che hanno ricevuto intuizioni e rivelazioni trascendendo la conoscenza ordinaria ottenibile attraverso la sola ragione.
Andrew Wilson, “World Scripture and Education for Peace”. Testo presentato alla conferenza sponsorizzata
dalla New Ecumenical Research Association a Chateau de Bellinglise, Elincourt Ste-Marguerite, Francia, 7-12 maggio 1992 (New York: International Religious Foundation, 1992).


Ė considerevole il fatto che questi punti di unità si focalizzano sulla moralità personale, specialmente l’abnegazione, la bontà, l’amore, gli obblighi morali, vivere per uno scopo e obbedire alle leggi spirituali. Per migliaia di anni, le esortazioni morali delle religioni del mondo sono state proclamate in modo chiaro ed evidente. I seguenti passi, scelti da vari testi sacri, illustrano la continuità di questa chiamata alla moralità personale e alla bontà:

Non fare alcun male, coltivare il bene, purificare la propria mente - questo è l’insegnamento dei Budda.
Buddismo. Dhammapada 183

Esercitati nella pietà, perché l'esercizio fisico è utile a poco, mentre la pietà è utile a tutto, portando con sé la promessa della vita presente come di quella futura.
Cristianesimo. 1 Timoteo 4.7-8

Una fossa piena d’acqua ai piedi di una montagna in mezzo a una vegetazione incolta. L’uomo superiore, determinato alla buona condotta, nutre la sua virtù.
Confucianesimo. I Ching 4: Immaturità

Questo Atman, risplendente e puro, che i discepoli senza peccato vedono risiedere dentro il corpo, si raggiunge con la pratica incessante di verità, austerità, giusta conoscenza e castità.
Induismo. Mundaka Upanishad 3.1.5

Per….. l’anima e Colui che l’ha perfezionata e l’ha ispirata con la coscienza di ciò che è sbagliato e ciò che è giusto: ha certamente successo chi la fa crescere ed è veramente perduto chi la corrompe …
Islamismo. Corano 91.7-10

Uomo, ti è stato insegnato ciò che è buono e ciò che richiede il Signore da te: praticare la giustizia, amare la pietà, camminare umilmente con il tuo Dio.
Giudaismo e Cristianesimo. Michea 6.8

Quindi ci sono delle ragioni molto valide per legare la religione alla moralità. Tuttavia, quale delle due dipende dall’altra?

Continua con “Possiamo Essere Buoni Senza la Religione?”

Nessun commento:

Posta un commento