8 dicembre 2011

UN PONTE DI UNITA’ ARMONIA E PACE: CRONACA DI UN EVENTO DAVVERO SPECIALE

Di Gabriella Mieli

Nella splendida cornice della città di Padova, tra Prato della Valle e la Basilica di Sant’ Antonio, due deliziosi alberghi del centro storico hanno ospitato le delegazioni della WFWP austriaca, slovena ed italiana, in occasione dell’ormai tradizionale evento annuale di gemellaggio tra donne delle 3 nazioni coinvolte.
Il primo fine settimana di ottobre, con la benedizione del cielo e della terra grazie ad uno splendido clima, la città del Santo e il bellissimo paese di Ponte nelle Alpi hanno dato il benvenuto a circa 80 persone di diverse culture, nazionalità, etnie. Tra gli ospiti non soltanto donne, ma coppie e famiglie.
La delegazione austriaca, prima a raggiungere Padova, ha avuto l’opportunità di visitare la Basilica del Santo e di cogliere gli aspetti spirituali che ruotano attorno a questa incredibile città. Il momento ufficiale di inizio del programma è stato celebrato con il pranzo tenutosi presso un ristorante locato di fronte alla basilica stessa. E’ stato bello vedere l’entusiasmo del ritrovarsi, tra chi già si conosceva grazie agli eventi precedenti, e la sorpresa, nei nuovi ospiti, forse inizialmente un po’ spaesati, per “l’atmosfera familiare” alquanto contagiosa, trasmessa all’intero gruppo.
Lo spirito dei gemellaggi organizzati dalla WFWP, nel nome del perdono, della riconciliazione e dell’unità, è la pietra miliare del programma concreto per una cultura di pace. Riprendendo quindi il percorso lasciato in Slovenia, nell’area attorno a Caporetto, che tanto ha visto coinvolte le nostre nazioni durante la Prima Guerra Mondiale, la delegazione italiana, scegliendo Padova, ha voluto mostrare anche altri aspetti del rapporto storico intercorso. Infatti, nel programma previsto, la prima visita si è tenuta a Villa Giusti, famosa per essere stata il fulcro della fine della Grande Guerra. Famosa perché questo posto speciale, dall’atmosfera di altri tempi, immersa in un bellissimo parco, è stata teatro dei negoziati terminati con l’armistizio, siglato in data 3 novembre 1918, dalle parti in causa di allora: principalmente le autorità militari italiane e i plenipotenziari dell’Impero Austro-Ungarico. La villa, residenza privata, appartiene agli eredi dell’allora proprietario, il conte Vettor Giusti del Giardino. Il gruppo è stato accolto da Ines Thomas Lanfranchi, splendida padrona di casa, che con dovizie di particolari ci ha introdotti nell’atmosfera del tempo che fu… Momenti speciali e commoventi quando le varie delegate e gli accompagnatori hanno varcato la soglia, sul retro della villa, come storicamente avvenuto 93 anni fa, con la differenza che allora si volle “umiliare il nemico”; e con l’ingresso e la visita alla sala della firma. Tutto è rimasto come allora, persino la sedia del re Vittorio Emanuele III con le gambe segate, con l’aggiunta delle foto storiche, dell’elenco dei firmatari, della targa posta sul tavolo a memoria… E commoventi sono stati i momenti in cui le 3 responsabili nazionali della Federazione (Maria Gabriella Mieli per l’Italia, Renate Amesbauer per l’Austria e Kristina Bacovnik per la Slovenia), sedute al “Tavolo della Pace” hanno firmato un certificato per commemorare la visita, hanno scattato una foto insieme ad altre delegate di fronte al tavolo, e si sono unite in preghiera, in un intenso momento spirituale per suggellare e rinforzare l’impegno di allora.
Il certificato è poi stato firmato da tutte le altre partecipanti e lasciato alla villa.
Il pomeriggio è proseguito con il tour della città, sconosciuta alla maggior parte della delegazione: i commenti delle partecipanti sono stati sorprendenti a favore di un luogo ricco di cultura grazie anche alla sua storica università, al giardino botanico, al suo impegno nel volontariato e oltre…
Il momento culminante della prima giornata è avvenuto in serata, dopo cena, quando il gruppo si è trasferito alla Sala Rossini, sopra lo storico Caffè Pedrocchi, che ne cura la gestione insieme al Comune della città.
Alla presenza di più di 100 persone si è celebrata la cerimonia di gemellaggio, nel nome della riconciliazione e dell’unità con riferimento alle radici della WFWP; riconciliazione nel nome di quanto è avvenuto nel secolo scorso, verso i nostri antenati, tutti coinvolti specialmente nella prima e seconda guerra mondiale. Noi e le nostre famiglie non siamo più coinvolte nelle dispute del passato, ma i problemi non sono ancora totalmente risolti e c’è quindi bisogno di ulteriori interventi per una vera e profonda riconciliazione.
Unità, un valore forse un po’ dimenticato e tornato alla ribalta, specialmente in Italia, grazie alle celebrazioni dei 150 anni della nostra nazione; ma anche un valore che noi donne della WFWP stiamo coltivando molto tra di noi e con le nostre famiglie e comunità, e che stiamo trasferendo ai nostri figli, ricordando loro quanto sacrificio ed investimento siano necessari per costruirla e mantenerla.
Ad iniziare la serata dopo i saluti di Flora Grassivaro, sono stati resi gli onori alle 3 nazioni con gli inni nazionali e le bandiere, con l’aggiunta sia dell’inno che della bandiera europea: bandiere portate da ragazzi tra 15 e 20 anni. Sono seguiti i saluti delle autorità, che per conto del Sindaco, sono stati portati dalla Consigliera Anna Milvia Boselli. Anche S.E. Sandro Pulin ha onorato la WFWP con un discorso di benvenuto e con l’augurio che questo Ponte di Pace possa essere presto rivolto anche alle nazioni del sud del Mediterraneo. Sono seguiti i saluti delle 3 responsabili e la proiezione di un breve filmato di presentazione delle attività della Federazione a livello nazionale e internazionale.
Il discorso principale con la spiegazione e il significato della cerimonia è stato tenuto dalla Dottoressa Maria Riehl, austriaca, che ha posto molta enfasi sui 4 pilastri alla base delle nostre cerimonie di Ponti di Pace:
Responsabilità. Le catene di risentimenti e rabbia sono veleni e ci debilitano. I nostri pensieri e attitudini sono molto più importanti delle circostanze esteriori; rompendo queste catene, liberandoci dagli effetti del passato o dal male che ci affligge nel presente, noi prendiamo responsabilità verso noi stesse e le nostre mentalità determinandoci ad un nuovo inizio.
Rispetto. La mancanza di rispetto genera inevitabilmente la morte di una delle parti in causa e la perpetuazione del ciclo del conflitto. Riconoscendo i diritti di chi ci sta di fronte, non importa chi sia, siamo in grado di aprire le nostre menti alla possibilità di una soluzione.
Pentimento. Proprio perché ci prendiamo responsabilità, abbiamo la forza di vedere le nostre mancanze e la nostra capacità di ignorare le esigenze e le situazioni degli altri. Il pentimento è il nostro personale “cessate il fuoco” verso noi stesse per risolvere i conflitti nelle nostre vite, facendo una valutazione onesta delle nostre azioni ed agendo con buona volontà nel considerare il punto di vista di chi è di fronte a noi.
Impegno. Nell’abbracciare chi ci sta di fronte, che sia il nostro sposo, un’amica, un familiare o la nostra nuova sorella, noi suggelliamo il nostro personale impegno verso l’altro e la nostra missione di sviluppo personale e di costruttrici e portatrici di pace.
Dopo questa toccante ed ispirante spiegazione abbiamo cominciato la nostra cerimonia pensando di valicare un ponte provenienti da una strada poco luminosa e sconnessa, incontrandoci al centro ed inchinandoci (pentimento verso gli errori del passato nostri o dei nostri antenati); ci siamo abbracciate (rispetto verso l’altra) ed insieme abbiamo percorso l’altra metà del ponte verso una strada di luce con responsabilità, impegno ed armonia.
I vari momenti sono stati intercalati da letture di poesie (Dottoressa Chiara Forcella) e da intermezzi musicali suonati da Filippo Visentin.
Prima di concludere la serata, la direzione del Caffè Pedrocchi, tramite un loro responsabile, ha voluto omaggiare le 3 rappresentanti della Federazione con un regalo: un’ape d’argento, simbolo del luogo, ampiamente riprodotto sulle pareti della magnifica Sala Rossini, ma anche simbolo di operosità, prosperità, eterna rinascita e perfezione.
Un’incredibile serata, intensa, che si è allungata anche per dar tempo alle traduzioni, dopo una giornata altrettanto ricca non solo di eventi, ma soprattutto di emozioni.
La mattina successiva il gruppo si è trasferito a Ponte nelle Alpi grazie alla collaborazione del Sindaco, Roger de Menech, di Francesca dal Borgo, Assessore alla Cultura e del Comune di Padova, nella figura di Cristina Toso, Consigliere Comunale e Vice Presidente alle Politiche Culturali, in rappresentanza del Sindaco.
All’arrivo, oltre ad essere stati accolti anche da quasi tutta la giunta, siamo stati raggiunti dal Sindaco sloveno di Bovec, che due anni fa ci aveva accolto nella sua terra.
Le delegazioni dell’Austria e della Slovenia sono state molto sorprese nello scoprire come la Federazione in Italia sia molto bene inserita nelle Istituzioni locali, laddove presente. Abbiamo potuto celebrare 2 momenti importanti: il gemellaggio tra i due sindaci, entrambi appartenenti a comunità montane, e l’anniversario dell’Unità d’Italia. In questo siamo state molto aiutate da Cristina Toso. E’ stato anche interessante ascoltare i vari componenti la giunta che hanno illustrato l’importante lavoro di collaborazione tra istituzione e cittadinanza, in ambito culturale e sociale, soprattutto rivolto all’integrazione degli immigrati.
Dopo i momenti ufficiali, il sindaco ha voluto che attraversassimo letteralmente il ponte, simbolo del paese che ci ha accolto, dandoci anche l’opportunità di visitare la più antica chiesetta del luogo, del XIV secolo con importanti affreschi e molto suggestiva. La splendida ospitalità si è conclusa con un ottimo rinfresco, in un’atmosfera felice, sentendoci proprio parte della famiglia globale universale.
Con lo scambio dei doni e la firma del poster collegato all’evento da parte di tutti i partecipanti, lasciato in Comune a ricordo della giornata, abbiamo suggellato un altro importante sodalizio e un passo concreto in più verso l’armonia e la pace.
Nel salutare le 2 delegazioni austriaca e slovena, ci siamo date appuntamento in Austria per la prossima cerimonia con una certezza in più dentro di noi: i valori fondanti della WFWP, trasmessici con un cuore di Vera Madre dalla nostra fondatrice, Dottoressa Hak Ja Han Moon, sono semi che hanno cominciato a germogliare attraverso la cooperazione pacifica e creativa tra le nostre nazioni, e l’invito ad impegnarci che anche i nostri figli hanno accolto con gioia andando oltre le barriere dei nostri confini, rispettando la diversità ed apprezzando le differenze come fonte di ricchezza reciproca.

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