Ormai è divenuta quasi una “moda” soffrire di depressione, ma la vorticosa vita dell’oggi favorisce questa patologia?
di Franco Previte,
La morte della giovane ventiduenne Cecilia Maria Fassine trovata impiccata ad un albero ed il figlio di 5 mesi trovato morto ai piedi dell’albero a Montefiascone in provincia di Viterbo, forse in stato di depressione, come altre anche post partum, non ci sorprendono più, ma restiamo sempre del parere che questa malattia, facente parte di una psichiatria ormai dimenticata dalle Istituzioni.
La depressione, definita dai mass media il “male oscuro” del secolo, comporta disturbi del tono dell’umore, distrugge il morale, lo spirito della persona, ma soprattutto sta mietendo vittime innocenti nella società.
Nella quasi totalità dei “casi” dì persone anche depressive vengono ricoverate nei Reparti Ospedalieri e dopo qualche pillola vengono dimesse e con le “altre” finisce, ancora una volta, il rituale eclatante episodio di sanità malata, ma malata fino allo spasimo!
A questo proposito dobbiamo sperare, visto il disinteresse della politica, che il problema degli Ospedali che restano pur sempre un problema di degrado ed anche con il disagio psichico, che non suscita, purtroppo, l’interesse di qualche solerte Procura delle Repubblica o l’intervento della Corte dei Conti su una situazione così paradossale che costituisce, anche, una lesione allo spirito di solidarietà e di altruismo della pubblica opinione come la “minaccia” di ridurre quel strampalato budget della sanità. E sono sempre i soliti noti che pagano!
Dobbiamo aprire una parentesi e considerare che se i compiti dei NAS dei Carabinieri sono indirizzati alla tutela dei diritti e della tutela della dignità dei “malati”, come è avvenuto fin oggi, allora la Benemerita svolge un’opera meritoria, umanitaria di garanzia giuridica e di “spinta” per la soluzione del gravissimo problema dei disagiati psico-fisici, mentre il Governo non tutela il cittadino che ha il diritto ad una migliore e continua sanità ai sensi della ‘art.32 della n/s Costituzione tanto declamata e poco incarnata.
L’organizzazione Mondiale della Sanità considera la depressione, la seconda patologia al mondo e prevede che nei prossimi 20 anni la depressione sarà tra i problemi di salute più diffusi al mondo, dove vivono 450 milioni di persone con questa patologia ed i Paesi in via di sviluppo dedicano poche risorse alla soluzione, a volte meno del 2% del budget pubblico.
Essa colpisce in età giovanile tra i 18 anni ed i 30 ed il fenomeno acquista il carattere di vera e propria calamità sociale.
Gli psichiatri dicono che spesso non è facile distinguere la semplice demoralizzazione da una condizione patologica, ma pare che a ciò vada incontro il 15% di uomini e il 25% delle donne, quindi malattia da non confondere con i banali e transitori rilassamenti dell’umore che può diventare grave, dopo l’accertamento terapeutico, difficile perché le funzioni psichiche sono limitate. Secondo le stime recenti il 15% dei depressi si suicida.
La malattia si può curare con farmaci, come afferma il mondo scientifico, per fare in modo che la persona recuperi la capacità di comunicazione necessaria per intraprendere una psicoterapia. Questa ultima tende ad ottenere una riattivazione del pensiero e la correzione di atteggiamenti mentali negativi, cosa che avviene principalmente tra paziente e terapeuta.
La depressione è l’espressione grave ed urgente, ripeto, di una futura priorità mondiale.
In Italia non abbiamo ancora visto nulla per far uscire da quel tunnel tenebroso questi sofferenti, anche con altre patologie, poiché sussiste una grave carenza di iniziative legislative in favore dell’assistenza psichiatrica da ben 38 anni, dei quali la depressione è l’espressione prima, grave ed urgente.
Il disagio psichico è circondato da una coltre di silenzi e disinteressi, anzi da una congiura del silenzio! e la Politica (col P maiuscolo) non è una pia illusione, ma come tutte le illusioni lasciano il posto alla delusione.
L’opinione pubblica non dovrebbe più “sentire” come si uccidono le persone innocenti da parte di persone incolpevoli.
Le parole non servono: ci vogliono i fatti, cari amici della politica, caro Presidente del Consiglio dei Ministri (come dicono a Genova “Lei ha bevuto l’equa da meia”, (imparando bene a tirar diritto senza voltarsi!).
Nessun commento:
Posta un commento