15 dicembre 2015

EBRAISMO, CRISTIANESIMO, ISLAMISMO: APPUNTI DI ATTUALITÀ

A cura del Prof. Antonio Saccà

Quando Adamo ed Eva furono scacciati, al modo che sappiamo, dal Paradiso Terrestre, i loro discendenti sulla terra non paradisiaca dovettero sudare per sopravvivere e tramandare le generazioni con doloroso parto delle donne, così aveva deciso il Dio ebraico per avere Adamo ed Eva violato l'imperativo di non consumare frutto dall'Albero che dava la cognizione del bene e del male. Anche se in quei remotissimi tempi i viventi duravano centinaia e centinaia di anni, tuttavia morivano, e qualcuno ha assunto rilievo determinante, fondamentale, tra i pochi, Abramo. Uscito da Ur, in cerca di luoghi da viverci e prosperare, Abram ha come sostegno il suo Dio, al quale è vincolatissimo, e il suo Dio lo ripaga, lo consiglia, lo guida, gli assicura potenza, ricchezza, discendenza. In terra egizia, terra feroce per gli ebrei, Abramo, con l'avvenente moglie Sarah, per evitare di essere ucciso e rapito di Sarah, la finge sorella, la concede a Faraone che lo arricchisce, finché Dio non contrasta il connubio, Faraone, intimorito, rende Sarah ad Abramo, che, carico di beni, insieme a Lot, a Sarah, ai servi esce dall'Egitto. La ricchezza e le promesse di terre non appagano Abramo, non ha figli dalla bella Sarah, la quale, era costume dell'epoca, le offre un'ancella, Agar, perché Abramo continui la sua stirpe. 
Agar, piena del figlio nascituro, oltraggia Sarah, che se ne duole con Abramo, il quale consegna Agar e il nato Ismaele a Sarah, che li umilia e allontana. Vagante, Agar è soccorsa da un Angelo che le promette fortuna e grandezza. Dio concede a Sarah di rifiorire e concepisce il figlio che seguirà il seme di Abramo, Isacco. Ma in tal modo è posto l'inizio di un contrasto che infiammerà i millenni a venire. Chi è veramente il discendente di Dio, e di quale Dio, il Dio creduto da Abramo o creduto da Ismaele? Gli ebrei attingeranno al loro Dio nella discendenza da Abramo ad Isacco: i mussulmani ,quando sorgeranno, si trarranno dalla discendenza di Ismaele. Non ci sarebbe da questionare, se ciascuno rivendicasse un proprio Dio, concedendo agli altri il loro Dio. Ma non fu e non è così, con immani conseguenze. Perseguitati, errabondi, fedelissimi al loro Dio e ai culti propri, certi, in ogni caso, che Dio, pur nelle più terribili angustie, li predilige e li volgerà al trionfo, grandiosi suscitatori di talune tra le opere più interne alla tragica condizione umana, Il Libro di Giobbe, L'Ecclesiaste, o più esaltati nella gioia di vivere, Il Cantico dei Cantici, protesi al futuro, ad una Terra Promessa in questo mondo, conservatori della memoria come nessun altro popolo,  giacché la loro patria è la memoria, critici di ogni realtà che assolutizza se stessa, uniti, combattuti, spesso, tra appartenenza e nazione, difensori talvolta estremi dei reietti, gli esclusi, e del superamento delle Patrie, gli ebrei costituiscono un aspetto decisivo della civiltà umana, e nell'epoca moderna ciò che ha valore nella scienza e nel pensiero, lo si deve sovente ad essi. Se l'ebraismo è un patto tra Dio e il popolo ebreo per la fortuna di questo popolo nel Mondo, il Cristianesimo è l'opposto. L'interpretazione che Gesù sia un ebreo che ormai sfiduciato nella vittoria mondana concepisce una vittoria oltreterrena è plausibile. Evidentemente sul piano storico, non trascendente. Gesù nasce povero e da poveri. È un sovvertimento. Di regola Profeti, Messia, Inviati sono di stirpe regale o aristocratica. Certo, Cristo viene da Davide ma, in ogni caso, nasce in totale umiltà. È fraterno agli ultimi. È il Messia dei vinti, i malati, i sofferenti, i miseri. Li ama. Li vuole risarcire. E concepisce la speranza suprema: chi non ha in Terra, avrà in Cielo. Un Dio Padre, buono, benevolo, soccorrevole ha staccato da Sé il figlio, Gesù, e lo dona agli uomini per dire a costoro che non  finiranno l'esistenza nelle angustie espiatorie del peccato originale, allorché Eva peccò e fece peccare Adamo dannando l'intera specie umana. No, non avverrà la dannazione. Gesù s’immolerà, pagando Lui per tutti, e credendo nel sacrificio di Gesù e ben operando le porte dell'Aldilà si riapriranno per gli uomini. Basterà credere nel sacrificio di Cristo? Occorrono anche le buone opere? Accadranno feroci interpretazioni, a riguardo. Bisogna amare anche il nemico? Se la religione ebraica è religione di potenza del popolo eletto, gli ebrei, il cristianesimo non rischia di farsi religione dei soccombenti? Sarà il Cattolicesimo a sciogliere molte complessità del cristianesimo, per chi crede, naturalmente. Il Cattolicesimo adoperò le masse cristiane per il risorgimento dell'Impero Romano, istaurando un trionfo di civiltà, in specie nell'arte, che non ha eguali o non aveva eguali, e tanto più “usò” il cristianesimo a fini Cattolici Romani continuò la grandezza italica ed europea. Il rischio è che sia il cristianesimo degli sconfitti a prevalere sul Cattolicesimo Imperiale. Con l'Islamismo e Maometto torniamo alla potenza esplicita. Maometto è di stirpe illustre, perduti i genitori, un avo, quindi uno zio lo prendono. Giovane sposa una vedova ricca e di maggiore età, le cura i beni, viaggia, conosce il suo popolo, le religioni idolatre dei Meccani, l'ebraismo, il cristianesimo, ed ha una visione immane, che Egli è l'Inviato di Allah, una divinità esistente nella terra arabica, ma che Maometto stabilisce come Dio unico, assoluto, inassociabile, dunque antitrinitario e simile al Dio ebraico. E tuttavia l'impresa sconvolgente di Maometto è l'aver attinto la discendenza di Abramo da Ismaele e di stabilire che  le “figure” dell'Antico e del Nuovo Testamento, da Abramo, Mosè, Gesù Cristo, Maria... sono fedeli di Allah, ed è una appropriazione indebita ritenerle fondatrici della religione ebraica o cristiana. Particolarmente devoto di Allah è Gesù Cristo, il quale proclama di non essersi mai ritenuto Dio e Figlio di Dio! Il sigillo definitivo a questo totalitarismo è che l'Islam e Maometto, ultimi in ordine di tempo sarebbero la conclusione del monoteismo. Esisterebbe una sola religione vera, dunque, l'Islamica, ebraismo e cristianesimo attribuirono a un Dio errato quel che era di Allah. Le sacre scritture ebraiche e cristiane sarebbero alterazioni de ‘Il Corano’, il solo testo autentico del solo Dio autentico, Allah. Ebrei e Cristiani risultano inconsistenti e fallaci. L'islamismo vuole, impone il trionfo universale, giacché il fedele islamico non può tollerare la presenza degli infedeli e tanto più mostra di essere un buon fedele se combatte gli infedeli. Il totalitarismo musulmano, di rappresentare il compendio veritiero dell'ebraismo e del cristianesimo rende problematica la coesistenza. In tempi di vaste migrazioni è necessario conoscere qualcosa degli ospitati e degli ospitanti. Quanti sanno che per gli islamici Mosè e Cristo sono musulmani e Cristo proclama di non essere devoto che ad Allah e di non essere Dio! Che per gli islamici è idolatria la raffigurazione d’immagini divine? Che colui il quale si converte dall'Islam o non crede è sommamente punibile? Non si tratta di criticare ma di conoscere. Almeno conoscere. In vero, una faccenda è convivere nella diversità, ben altro considerare la diversità, una anomalia da eliminare, prima o dopo! Maometto ebbe mogli, figli, fu un guerriero, impresse un ideale di vittoria secondo la più radicale obbedienza ad Allah, una devozione fiera, in pochi anni dopo la Sua morte, 632 d. C. l'islamismo dilagava nel Mediterraneo e nelle terre arabiche, e da allora che cerca di conquistare l'Europa. Il Mediterraneo bizantino e romano si spezzò.

Quest'articolo uscirà sul 1° numero del 2016 de "Il Borghese" diretto da Claudio Tedeschi

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