8 ottobre 2014

Si uccide per niente?

Riformare la legge sull’assistenza psichiatrica: è giustizia!

di Franco Previte
Secondo i mass media a Casella in Valle Scrivia in provincia di Genova uccide la moglie a coltellate tale Adrian Balliu un cittadino albanese, a Ponsacco in provincia di Pisa tale Domenico Specchiulli un uomo di 76 anni uccide la moglie con un coltello, a Cattolica (Rimini) tale Raffaele Ottaviani uccide la moglie a coltellate, ancora una volta giungono alla ribalta della quotidianità tre episodi (che non saranno gli ultimi!) e che non vorremmo sentire.
Con profondo odio si sono compiuti soprusi o femminicidi che pur rievocando tragedie di risonanza teatrale, purtroppo avvengono nel nostro quotidiano e questi comportamenti compulsivi così violenti e feroci sono segni indiscutibili di una gravissima mente malata le cui prevenzioni e cure dovrebbero essere seguite, ma che hanno una scarsa “protezione legislativa” nonché sanitaria.

Si è vero che esiste in Italia il Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO), dove si intende applicare quelle procedure sanitarie in caso di necessità ed urgenza e che ne motivano l’applicazione, ma la scienza medica, impossibilitata e la scarsa legislazione vigente ancora non tutelano .
Il nostro dovrebbe essere uno Stato che riconosce, ormai con urgenza, questi drammatici e penosi “fatti” che ormai sono diventati quasi quotidiani e sostenga con provvedimenti legislativi più aderenti alla realtà una vicinanza ai cittadini bisognevoli dì aiuti e agli altri assicurare sicurezza, anche all’evidenza e rilevamenti di natura statistica, ultimi quelli dell’ISTAT, che “dicono” e sono “indicanti” che in Italia 1 cittadino su 10 soffre d’ansia , di cui il 60% sono donne e circa 10 milioni di persone accusano disturbi psichiatrici, il 16% da varie forme di disagio mentale, il 4% di disturbi mentali, mentre il 30% assume psicofarmaci.
Ancora una volta non possiamo ignorare e dobbiamo constatare che è sempre in atto il contrasto nelle leggi 180 e 833 ( quelle leggi che hanno chiuso gli Ospedali Psichiatrici ) ed il Trattamento Sanitario Obbligatorio introdotto, ci inducono a pensare, come può un individuo senza lucidità avere l’opportunità di  quelle scelte che l’Ordinamento ha imposto?
Queste vituperate leggi, prive del Regolamento d’Applicazione e poco rispondenti alla realtà, vanno riviste con massima urgenza! Se ne rendono conto le Istituzioni?
E’ giusto rispettare la dignità dell’infermo e i suoi diritti, siamo primi a sostenerlo, ma è necessario constatare che in quel momento l’esecutore di quei misfatti è persona non padrona delle proprie azioni, che necessita di aiuto e di quel principio basilare dello psichiatra Basaglia, padre della legge 180, che era quello, giusto, di curare e non segregare il malato psichico.
Ma che fine stanno facendo quei valori morali irrinunciabili facenti parte della nostra etica, della nostra vita, del nostro avvenire, che ci inducono a pensare cosa servono Convegni, Giornate, od “altro” fatte di chiacchiere e non di progetti reali e costruttivi?
Il contributo al dibattito sulla disabilità psichica che si svolge nei mass media europei, non in Italia, è per migliorare la qualità della vita delle persone disabili fino al 2015, mentre noi siamo al palo di partenza e né si intravvedono, almeno, progetti o quant’altro!
Obiettivo e Raccomandazione del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, che ritengo sempre auspicabile e avere anche in Italia spunti di riflessione, di riguardo, di consapevolezza, resta pur sempre quello di “vedere” l’handicap mentale considerato in maniera più aderente alla realtà, perché non è vero che lo stigma del silenzio e della vergogna affianca il “malato” e la sua famiglia, come si vuol far credere!
La situazione dei servizi pubblici riabilitativi evidenzia la costante necessità di servizi ancora disattesi, con particolare riferimento ad alcune specifiche categorie di disabilità psichica cronica o temporanea, come nei casi in esame.
Ancora sono insistenti larghe fasce di “necessita” che risultano effettuate in maniera parziale, come patologie derivanti da danni neurologici (ritardi mentali più o meno gravi), da stress, ansia, depressione, epilessia, problematiche relative all’età evolutiva, computer addition, sindrome da burnout (dal significato di bruciati. esauriti, scoppiati conseguenza di un processo stressogeno ) ed altre patologie similari.
Purtroppo, lo diciamo dal 7 ottobre 1998 assieme alle Opere don Orione e don Guanella, è impellente una riforma dell’assistenza psichiatrica, specialmente per sopperire le esigenze dei sofferenti, delle famiglie e per la sicurezza dei cittadini, interpretare queste “situazioni”, trascurate dai provvedimenti sanitario-legislativi successivi alla chiusura degli Ospedali Psichiatrici, mentre sono poco esistenti nei sistemi sociali di accoglienza dei pazienti psichiatrici, specialmente gravi.
Attualmente in caso di manifestazioni acute della malattia psichiatrica interviene,  il Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO), come nel caso delle vicende che spesso accadano, consistente nel ricovero coatto per 7 gg, rinnovabile per un periodo complessivo di un mese.
Il ricovero avviene in un reparto ospedaliero, se e dove esiste ed il trattamento è esclusivamente farmacologico e superato il TSO la “persona” dovrebbe essere seguita in strutture territoriali, oggi carenti, perché richiedono forti investimenti finanziari, che nella n/s epoca sono molto difficili.
E’ necessario progettare l’attivazione di più strutture, anche ambulatoriali, in grado di rispondere, in maniera preventiva, a tutta quella fascia dell’handicap mentale, anche della prima infanzia, che attualmente non trova risposta sul territorio.
E’ augurabile, nonché necessaria, una legge-quadro nazionale, da noi urgentemente inoltrata, ripeto, da tempo alle precedenti Istituzioni, nessuna esclusa, intesa a mettere in condizione le singole Regioni a legiferare in maniera omogenea, ai sensi dell’art.117 della Costituzione, sulla traccia di quella auspicata legge-quadro nazionale, onde tutelare la salute delle persone colpite da disturbi psichiatrici e garantire la sicurezza di tutti i cittadini.
Queste “necessità”, per il momento, non le abbiamo riscontrato né nei programmi  di questo Governo, né nella impostazione politico-programmatica della politica in generale, né nelle “iniziative parlamentari”!
Sono “necessità” attese dalle famiglie e dall’opinione pubblica, onde evitare quelle “mattanze” o quegli episodi che quasi giornalmente avvengono nelle nostre città, come quei tre citati, a causa, ripeto, di carenze delle strutture atte alla prevenzione, cura ed eventuale reinserimento sociale di questi soggetti “malati”.

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