Visita al carcere di Cherkasy, Ucraina centrale, adibito a seggio elettorale nelle recenti elezioni parlamentari.
di Carlo Alberto Tabacchi
Generalmente, i seggi elettorali sono scuole primarie e secondarie e talvolta università.
Qualche sorpresa non manca mai: a Sri Lanka, nell'area di Negombo, sono andato a controllare una polling station in un colorito tempio induista; in Azerbaijan, vicino la città di Sumqait, il seggio era un'austera base militare.
Durante le recenti elezioni parlamentari in Ucraina, destinazione del mio deployment con l'Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) è stata la tranquilla cittadina di Cherkasy, a circa 3 ore di bus a sud di Kiev.
Lunghi e piacevoli filari di alberi, tipo betulle, con foglie gialle intense circondavano questa graziosa cittadina, bagnata dal placido fiume Dniepr. Cherkasy, con i suoi 290.000 abitanti, vive soprattutto di agricoltura. La regione ha dato i natali allo scrittore e poeta Taras Shevchenko, rilevante figura nella storia culturale ucraina (1814- 1861). Nella regione abitano prevalentemente ucraini, 94% e russi, 5%.
Con la partner russa Yulia, diplomatica, decido, il giorno prima delle elezioni, di selezionare una decina di polling stations da controllare: scegliamo una prigione alla periferia della città. I 2 osservatori (finlandese e canadese) di lungo periodo, da cui formalmente dipendiamo, restano un po' dubbiosi, né contrari, né favorevoli. Il dado è tratto: il giorno delle elezioni con l'indispensabile interprete, Svetlana, e la professionale autista, Nadia, ci rechiamo incuriositi nel carcere.
La trafila per accedere è, ovviamente come target sensibile, abbastanza lenta e lunga. Consegniamo ad un militare badge Osce, passaporto, telefonino e macchina fotografica. Dopo un'incerta attesa in un angusto ingresso, il via libera!
Scortati da 3 algide guardie, dopo una serie di rumorose porte blindate, entriamo in uno spoglio cortile. Con la coda dell'occhio massimizzo quanto c'è , da vedere: grigio muro di 3 metri con filo spinato, alcuni cartelli in cirillico, qualche torretta di avvistamento. In un edificio basso, una vasta e spartana sala di ricreazione funge per l'occasione da seggio, con numerose panche e tavoli. Parliamo brevemente con la presidente del seggio, che sovrintende con una dozzina di membri (quasi tutte donne) all'espletamento del lavoro. Tre ordinate file di giovani detenuti, con tute grigie e blu, sono vicine ai tavoli dove ricevono le schede elettorali: compostezza, silenzio ed organizzazione regnano nella sala. Eleganti tende con i colori della bandiera ucraina, gialle e celesti, coprono le cabine per votare. Riempiamo, come da prassi, il modulo di osservazione in inglese: votanti, registrati, osservatori di partiti, episodi significativi ... Sorpresa: una guardia si avvicina all'interprete: il direttore vuole conoscerci. Spendiamo una mezz'oretta con il colonnello Nikolayevich, sui 50 anni, massiccia corporatura, che si presenta in alta uniforme verde sormontata nel petto da medaglie nel suo ufficio: risulta sguarnito con la scrivania semivuota; l'unica curiosità, un piccolo acquario alla parete. Ci offre un succo d'uva. Con l'interprete, otteniamo delle generiche informazioni sulla vita del carcere: i detenuti, 1.500 tutti uomini, sono ucraini, tranne una trentina tra russi, bielorussi e moldavi; la droga è il motivo principale della loro detenzione; alcuni svolgono piccoli lavori di manutenzione, tipo falegnameria, lavanderia. Il direttore si informa sulla situazione penitenziaria in Italia: me la cavo parlando del grave sovraffollamento esistente. Il colonnello ci congeda con una vigorosa ed amichevole stretta di mano.di Carlo Alberto Tabacchi
Generalmente, i seggi elettorali sono scuole primarie e secondarie e talvolta università.
Qualche sorpresa non manca mai: a Sri Lanka, nell'area di Negombo, sono andato a controllare una polling station in un colorito tempio induista; in Azerbaijan, vicino la città di Sumqait, il seggio era un'austera base militare.
Durante le recenti elezioni parlamentari in Ucraina, destinazione del mio deployment con l'Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) è stata la tranquilla cittadina di Cherkasy, a circa 3 ore di bus a sud di Kiev.
Lunghi e piacevoli filari di alberi, tipo betulle, con foglie gialle intense circondavano questa graziosa cittadina, bagnata dal placido fiume Dniepr. Cherkasy, con i suoi 290.000 abitanti, vive soprattutto di agricoltura. La regione ha dato i natali allo scrittore e poeta Taras Shevchenko, rilevante figura nella storia culturale ucraina (1814- 1861). Nella regione abitano prevalentemente ucraini, 94% e russi, 5%.
Con la partner russa Yulia, diplomatica, decido, il giorno prima delle elezioni, di selezionare una decina di polling stations da controllare: scegliamo una prigione alla periferia della città. I 2 osservatori (finlandese e canadese) di lungo periodo, da cui formalmente dipendiamo, restano un po' dubbiosi, né contrari, né favorevoli. Il dado è tratto: il giorno delle elezioni con l'indispensabile interprete, Svetlana, e la professionale autista, Nadia, ci rechiamo incuriositi nel carcere.
La trafila per accedere è, ovviamente come target sensibile, abbastanza lenta e lunga. Consegniamo ad un militare badge Osce, passaporto, telefonino e macchina fotografica. Dopo un'incerta attesa in un angusto ingresso, il via libera!
Ripercorriamo pensierosi il tragitto guadagnando l'uscita con gli immancabili "angeli custodi". Qualche inevitabile riflessione: ho visto per un paio d'ore uno spaccato di vita che è positivo vedere, ma assolutamente da evitare; malinconia, tristezza, abitudini uguali, gesti ripetitivi pervadono la vita quotidiana e cupa della prigione. L'ho intuito anche dalla sorpresa del direttore che immagino non ha eccessivi contatti ... internazionali!
Dalle elezioni nell'intero paese, è emerso che il Partito delle Regioni, guidato dall'attuale Presidente Yanukovych ha ottenuto oltre il 33% dei voti, seguito dal blocco dell'opposizione (Batkivshyna), che comprende l'ex premier Tymoshenko (ricoverata in ospedale, in stato di arresto) con il 22,5%; al terzo posto, la formazione politica Udar con il 15% dei voti.
In sintesi, la distribuzione del voto ha evidenziato una spaccatura del paese: le regioni occidentali e centrali hanno sostenuto l'opposizione e i nazionalisti mentre le regioni orientali e meridionali, con la presenza cospicua delle minoranza russa, hanno accordato la loro preferenza a Yanukovych e ai comunisti. Inoltre, la frammentazione non favorisce lo sviluppo di un'opposizione coesa alternativa alla attuale compagine di potere incline all'autoritarismo.
In conclusione, l'Ucraina può diventare un importante partner strategico dell'Europa e un ponte geopolitico tra Mosca e Bruxelles per la posizione geografica, i giacimenti di gas di scisto, le infrastrutture di trasporti dell'energia nonché per le ingenti risorse agricole.
Nessun commento:
Posta un commento