di Franco Previte
Il 21 settembre di ogni anno l’ONU, con una Risoluzione Ufficiale, invita la comunità civile mondiale a celebrare la “Giornata Internazionale per la Pace” che per il 2011 è titolata “Pace e democrazia facciamo sentire la nostra voce”.
Nel motto “La speranza di ogni generazione è un mondo di pace ed unità”, l’UPF (Universal peace Federation di Monza ) mercoledì 21 settembre 2011 alle ore 20,45 in Piazza Trento e Trieste (Municipio) esponenti delle diverse fedi e comunità religiose offrono a rotazione un momento di preghiera e riflessione come sostegno spirituale per la pace nel mondo.
E’ veramente significativa e da meditare l’iniziativa dell’UPF di Monza per la nobile, importante, altruistica e solidaristica manifestazione per l’ impegno profuso a riunire le comunità religiose a favore della pace, in un momento molto delicato in cui vive l’Italia ed il mondo, specie in questo periodo di rimarcato disorientamento.
Vorrei ricordare che il 10 dicembre 2011 ricorre il 63° anniversario della “Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo”, Giornata dedicata al ricordo e per la difesa, soprattutto, di due diritti d’importanza fondamentale nazionale ed internazionale :
a.) “ Ogni individuo ha diritto alla vita (art.3 );
b.) “ La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società ed ha il diritto di essere protetta della società e dallo Stato”(art.16).
La Raccomandazione all’osservanza di queste norme da parte dell’ONU, ancora oggi in Europa sono in discussione.
Il criterio fondamentale al quale si devono ispirare i diritti umani ed individuali, sono il diritto alla pace, alla vita, alla libertà, alla sicurezza individuale, concetti prevalenti nella n/s Costituzione e la Dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo è stata emessa a seguito dei drammatici eventi verificatesi, purtroppo, nella seconda guerra mondiale.
Nella titolazione di “Pace e democrazia facciamo sentire la n/s voce” dobbiamo ricordare che la migliore pace è quella interiore essendo un valore di portata universale ed in grado di superare barriere sociali e religiose allo scopo di eliminare qualsiasi tipo di conflitto, in una parola : la pace crea lo sviluppo delle attività umane.
Il pilastro centrale della politica sociale deve essere indirizzata verso il concetto persona e quale migliore incarnazione per l’uomo è la pace in democrazia, soprattutto.
La famiglia quale “soggetto” delle politiche sociali e malgrado le condizioni di fragilità e pur tra crescenti difficoltà, resiste ancora in questo contesto sociale.
Non possiamo nascondere che da qualche tempo “circola” nella quotidianità, con provenienza di una certa spericolata politica, il concetto dell’introduzione dell’eutanasia, presupponendo così di combattere non la malattia invalidante come si vuol far credere, ma discriminare ( per non dire eliminare), bambini anormali, disabili fisici, handicappati psichici, anziani non autosufficienti, malati terminali.
La vita umana è il valore più grande al quale tutti gli altri valori nell’ordine storico sono subordinati e la dignità della vita umana è indivisibile, cioè vale per tutti, per chi può difenderla e per chi non è in grado di farlo.
Ora è veramente inconcepibile e profondamente contraddittorio che la società civile tendente costantemente a riaffermare e difendere il valore della vita ( no alla guerra, alla pena di morte, al terrorismo ) la si neghi attraverso il tentativo di costruire un presunto diritto di “licenza di uccidere”, come pare sia prassi consolidata, il lasciare persone psichicamente instabili al loro destino dalle Istituzioni che di questa problematica ne hanno fatto una partita d’esito, un totale disinteresse.
Alcune argomentazioni in difesa della qualità della vita potrebbero nascondere un disegno di selezione del genere umano, in quanto con la scusa di lenire il dolore si potrebbe arrivare ad annientare chi veramente soffre o chi potrebbe soffrire una volta venuto al mondo.
Si deve “puntare” su una più equa ripartizione delle priorità, tutelando sempre più i diritti morali e sociali sia prima che dopo la nascita dell’uomo, come ci ricorda l’ONU nelle “Dichiarazioni dei diritti del Fanciullo” e nella “Dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo” che a distanza di molti anni dalle emanazioni, tutti hanno il diritto al rispetto dei propri diritti come sancisce, anche, l’art.13 del Trattato di Amsterdam che “combatte ogni discriminazione sociale “.
Anche l’altra “forma” di eliminazione del genere umano si riscontra nell’eugenetica, che unita all’eutanasia, sono argomenti molto inquietanti che violano quei principi fondamentali dei Trattati Internazionali e della n/s Costituzione e che costituiscono un atto di licenza di uccidere.
L’eugenetica è una corrente di pensiero molto antica tesa al il miglioramento della razza umana, una pratica biomedica di provenienza dittatoriale o d’imposizione adottata, in un recente passato, per le terribili selezioni della purezza della razza e del genere umano, consistente nella soluzione che la specie umana vada migliorata con qualsiasi mezzo, dagli aborti per eliminare i “figli imperfetti”, all’eutanasia per eliminare la vita “senza senso” .
Ma chi sono gli eugenisti?
Sono quelli che in nome di una sorte di pietà, per nulla a che vedere con la pietà cristiana, dichiarano che la vita attaccata al respiratore va eliminata per non soffrire la malattia; quelli che, forse, si ispirano al Malthus, un economista inglese che attribuiva alla sovrappopolazione il male e le miserie sociali; quelli che riconoscono più il valore degli animali, quest’ultimi che rispettiamo, che pongono l’uomo allo stesso livello se non sotto, mentre è molto più importante valorizzare il genere umano.
Ora, nel far “sentire la nostra voce”, pare, che si vada uniformando nelle strutture ospedaliere, quel “budget del ricoverato”, una significativa indicazione di carattere economica, drammatica ed inquietante, che tende ad abbandonare al loro destino quelle persone deboli, sotto protette, in condizioni di svantaggio, cittadini in situazioni di inferiorità, che verrebbero sottoposti a dimissioni anzi tempo dalle strutture ospedaliere senza una adeguata protezione alternativa, ancor più grave se i malcapitati sono persone disabili, in tarda età od in agonia.
Accettata col n.911 al Senato della Repubblica e col n.787 alla Camera dei Deputati.
Questo “metodo”, se vero, è piena eutanasia una omissione di soccorso “fuori” dall’ordinamento giuridico italiano!
Attendiamo dal 30 ottobre 2009 che il Parlamento si decida a dare una esauriente risposta!
Un ultimo elemento da considerare oltre la pace è la democrazia ed uno Stato democratico come l’Italia è fondato sul concetto di democrazia, cioè governo di popolo.
Quest’ultimo concetto significa che la direzione della res pubblica può manifestarsi in due modi : con la democrazia diretta e con quella rappresentativa.
Provando a far emergere nozioni modeste di diritto pubblico ( ah! quanti anni sono passati!), la diretta avviene con la partecipazione del popolo alla formazione ed all’esercizio dei poteri statali e si esercita mediante il referendum, petizione e l’iniziativa popolare,
Col referendum tutti i cittadini sono chiamati a pronunciarsi sulla validità di un atto giuridico compiuto da qualche organo dello Stato,( ad esempio consultazione del popolo su un problema di vitale importanza); la petizione consiste in una manifestazione del popolo mediante la quale esso richiede delucidazioni su un fatto od un evento( esempio quella da me inoltrata per conoscere la verità sul “budget del ricoverato” ai sensi dell’art.50 della Costituzione ) ; l’iniziativa popolare è una richiesta di un determinato numero di cittadini affinché la questione sia decisa con i mezzi del referendum ( ad esempio nel diritto spettante ad un numero di cittadini di esigere che il popolo sia consultato in merito ad un provvedimento legislativo).
La democrazia rappresentativa avviene eleggendo organi attraverso i quali si manifesta la sovranità popolare ( ad esempio ad esempio l’elezione di persone che rappresentano ed interpretano la volontà popolare ( deputati, senatori, consiglieri regionali ecc.).
E’ necessaria, nonché impellente, la partecipazione di noi tutti, cristiani o non, di considerare il n/s prossimo, perché il dolore e specialmente la solitudine non condannino nessuno alla disperazione.
Ancora una volta l’opinione pubblica, il mondo della sofferenza e quello cattolico, vogliono ricordare quelle norme di difesa, sempre più disattese dalla politica e dai Governi, per una più equa ripartizione delle priorità tutelando sempre più i diritti morali e sociali dell’uomo che cerchiamo di rievocare in questo “International day of peace” perché nella “Pace e democrazia vogliamo far sentire la nostra voce” sia prima e sia dopo la nascita dell’uomo, fino al suo naturale declino, perché il dissolversi dei valori etici distrugge la convivenza civile.
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