7 giugno 2022

Le sfide contemporanee alla pace e all'ordine globale: la ricerca di soluzioni

di Vittorio Patanella

Asia Pacifico - "Le sfide contemporanee alla pace e all'ordine globale: la ricerca di soluzioni” è stato il tema della Conferenza sulla leadership internazionale (ILC) organizzata da Universal Peace Federation (UPF-Asia Pacifico), il 30 aprile 2022 in modalità virtuale. Sono intervenuti al forum ex Capi di Stato, parlamentari, leader della società civile, rappresentanti religiosi ed esponenti del mondo accademico, che hanno preso in esame i principi fondamentali di UPF: i Valori universali, l’Interdipendenza e la Prosperità condivisa. 

Moderata da Ursula McLackland, Segretaria Generale di UPF-Asia Pacifico, la prima sessione ha avuto per tema i Valori universali ed è iniziata con le preghiere di quattro esponenti religiosi: il Dottor Phramaha Nopadol Punnasuddhako, Vice Preside senior della Facoltà di Buddismo presso l'Università Mahachulalongkornrajavidyala in Thailandia; il Rev. Sonny Ramilo Tandaguen, Arcivescovo della Chiesa Cattolica Ortodossa americana nelle Filippine; Sua Altezza Pujya Swami Chidanand Saraswati, Presidente del Parmath Niketan Ashram in India; e il Dottor H. Imam Addaruqutni, Segretario Generale del Consiglio indonesiano delle Moschee. 

Al termine è stato proiettato un video sul Summit mondiale di UPF del 2022, tenutosi a Seoul, in Corea del Sud, presieduto dalla Dottoressa Hak Ja Han Moon, cofondatrice di UPF. Il vertice ha visto la partecipazione di ottantacinque ex e attuali Capi di Stato e di Governo, riuniti per sostenere la riunificazione pacifica della penisola coreana e la pace nel mondo. 

Primo relatore dell’incontro Masaichi Hori, Presidente regionale della Federazione delle famiglie per la pace e l'unificazione del mondo (FFWPU-Asia Pacific), ha esordito ricordando che il suo Paese, il Giappone, “è attualmente impegnato a sostenere gli sforzi di pace internazionali inviando per la prima volta a un Paese straniero, l’Ucraina, l’equpaggiamento necessario per la propria difesa”. Ha affermato che la costruzione della pace non implica sempre un processo pacifico e che “tutte le nazioni devono operare insieme in accordo ai valori universali per opporsi alle guerre d’invasione, ma non per sconfiggere le altre nazioni”. 

 Parmanand Jha, Vicepresidente del Nepal (2008-2015), ha posto l’accento sulla situazione di grande turbolenza che il mondo si trova ad affrontare e la necessità di “praticare il potente principio di ‘vivere per il bene degli altri’ per raggiungere la pace definitiva e duratura”. Ha quindi esortato tutti i partecipanti a diventare ‘operatori di pace globali’. 

Ross Robertson, quattro volte Vicepresidente della Camera dei Rappresentanti e membro del Parlamento della Nuova Zelanda (1987-2014), ha affermato che ad animare la sua azione politica sono stati “gli ideali di un mondo pacifico e prospero, fondato sui valori universali della famiglia e dell’amore”. In questo frangente critico della storia “il mondo chiede a gran voce una leadership visionaria e ispirata”. Ha poi esortato i leader a incoraggiare i cittadini a essere responsabili, a perseguire la concordia e a considerare il lavoro come la massima espressione della dignità umana, del riconoscimento sociale e a combattere le disuguaglianze e privilegi. 

Per Krishna V. Rajan, Segretario permanente del Ministero degli Affari esteri dell'India (2000-2001) “il desiderio di ogni essere umano è di dare e riceve amore, vivere in pace, felicemente e con ottimismo per il futuro. Un tale mondo è realizzabile se le persone si prendono cura di sé, degli altri e dell’ambiente”. Ci sono valori universali di cui non si parla spesso, come “la necessità di capire i propri simili, di non dividere il mondo in ‘noi’ e gli ‘altri’ e di non giudicare”. In conclusione, ha citato le parole di Gandhi: “il vero credente in Dio è colui che sente la sofferenza degli altri”.

Ek Nath Dhakal, Presidente di UPF Asia Pacific, ha parlato della risoluzione in diciassette punti del Summit mondiale 2022, sottoscritta dalla Dottoressa Moon, dal Primo Ministro cambogiano Hun Sen, dall’ex Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban ki-moon e da esponenti politici di tutto il mondo. Ha spiegato che “il documento si propone di promuovere la pace e la prosperità sostenibile nella penisola coreana, che è stata divisa nonostante la storia, la cultura e la lingua comuni. Riconosce la sofferenza dei popoli delle due Coree e afferma che la pacifica riunificazione della penisola è essenziale per la pace e la stabilità nella regione dell’Asia Pacifico e del mondo. Dichiara che la pace inizia sulla base di un ideale trascendente, rileva l’importanza della diplomazia pubblica, di un approccio incentrato sulle persone e sulle relazioni personali”. 

Moderata dal Dottor Robert Kittel, Copresidente di UPF-Asia Pacifico, la seconda sessione si è incentrata sul tema dell’Interdipendenza.

 Thomas G. Walsh, Presidente di UPF International, ha spiegato che “attraverso l’ideale d’interdipendenza la UPF si propone di promuovere un sistema politico ed economico radicato nei valori universali, nel rispetto reciproco e che tenga conto del valore degli esseri umani. Un sistema dove le persone vivono per il bene degli altri, hanno il senso del dovere e di responsabilità, sono buoni cittadini e dove egoismi e avidità sono ridotti al minimo”. Questi ideali, ha ricordato, sono una parte importante delle nostre aspirazioni, obiettivi e insegnamenti.

Per Khuon Sudary, Vicepresidente dell'Assemblea nazionale della Cambogia, “è necessario operare per promuovere il rispetto, la comprensione, la fiducia, l’impegno per la pace e la prosperità dei popoli”. Ha posto l’accento sull’importanza di sostenere i principi di non interferenza, d’indipendenza e di sovranità e che "non dovremmo mai tollerare ‘la ragione del più forte’ o l'uso unilaterale della forza e della minaccia, perché destabilizzano la pace mondiale e l'ordine globale”. 

Yousaf Raza Gillani, Primo ministro del Pakistan (2008-2012), ha osservato che l'unico risultato delle guerre è la distruzione e la sofferenza. Ha raccomandato tutte le parti interessate a “prendere una posizione ferma e risoluta contro ogni forma di aggressione e di violenza”. La soluzione ha detto è il dialogo sincero e le pratiche democratiche fondate sugli ideali di uguaglianza, tolleranza, giustizia e il rispetto dei diritti fondamentali. Ha terminato affermando che gli interessi politici ed economici non devono essere perseguiti a spese della pace e della sicurezza degli esseri umani. 

 Maithripala Sirisena, Presidente dello Sri Lanka (2015-2019), ha parlato degli interventi immediati, a breve, medio e lungo termine per affrontare le conseguenze dei conflitti. “Negoziati, trattati, accordi, l’intervento di organizzazioni multilaterali come l’ONU, i cui ritardi e fallimenti sono imperdonabili, possono essere validi strumenti di pace”. Ha sottolineato le difficoltà dei processi di pacificazione e che “senza l’impegno comune e il riconoscimento del valore dell’interdipendenza, l‘ideale di un’unica famiglia umana è irrealizzabile”.  

Sunaina Singh, Vicerettore dell'Università di Nalanda in India, ha rilevato che “la soluzione per garantire la pace e la sicurezza sono l'aiuto reciproco e l’impegno comune”. Si è detta convinta che le nazioni e le istituzioni debbano guidare l’umanità verso soluzioni innovative e la convivenza pacifica e ha ribadito l’importanza di favorire gli scambi culturali che permettono di imparare gli uni dagli altri. Ha ricordato che i Veda pongono l’accento sull’importanza dell’interdipendenza e della protezione di tutti gli esseri esistenti e che “la pace interiore, gli insegnamenti dei maestri spirituali, la musica, l’arte, lo sport sono dei validi antidoti ai conflitti”.

L'ultimo relatore, Bo Zhiyue, fondatore e Presidente del Bo Zhiyue China Institute, ha presentato una proposta in tre punti per la riforma delle Nazioni Unite e per la pace sostenibile. Primo, nessuno, specialmente se coinvolto in una disputa, dovrebbe avere il potere di veto. Secondo, i leader aggressivi e i loro sostenitori dovrebbero essere sanzionati. Terzo, i Paesi che rinunciano alle armi nucleari dovrebbero essere sostenuti e il club nucleare dovrebbe essere gradualmente eliminato. Ha terminato affermando che “la pace internazionale e la sicurezza sono interdipendenti e non possono stabilirsi se c’è un aggressore, specialmente se è una potenza nucleare”. 

La terza sessione si è focalizzata sulla Prosperità condivisa ed è stata presieduta da Gregory Stone, Vicesegretario generale di UPF-Asia Pacifico. 

Bernadette Pushpaangaeli, già Decana associato per la vita studentesca presso il College of Medicine, Nursing & Health Sciences dell'Università Nazionale delle Fiji, ha posto l’accento “sulla necessità di riconsiderare la ricerca e lo sviluppo, il progresso industriale ed economico e gli accordi commerciali come parte dei processi di politica estera, rivisti secondo linee guida finalizzate alla prosperità reciproca, la pace e la stabilità internazionale”. 

Demian Dunkley, presidente regionale di FFWPU-Asia Pacific 1, ha iniziato il suo intervento dando un accorata testimonianza dell’impegno della Dottoressa Hak Ja Han Moon, la ‘Madre della pace’, per alleviare le sofferenze dell’umanità. “È per sua iniziativa che siamo qui riuniti per lavorare concretamente per la soluzione dei più gravi problemi che affliggono il nostro mondo”. In chiusura ha letto un brano dell’autobiografia della Dottoressa Moon sugli esordi del movimento fondato insieme con il marito, il Reverendo Moon, in Corea del Sud, nel 1954. 

Bhubaneswar Kalita, Membro del Parlamento indiano ha affermato che “siamo ancora vittime della vecchia cultura di ‘chi vince prende tutto’, ma è giunto il tempo di praticare la politica del vantaggio reciproco”. Ha esortato a prendere esempio dalla famiglia felice e pacifica, nella quale l’interesse del nucleo familiare viene prima di quello dei singoli membri. Ha terminato affermando che la pace e il progresso dell’umanità intesa come un’unica famiglia, dipendono dalla consapevolezza di ogni singolo cittadino e dall’applicazione dei principi d’interdipendenza, prosperità condivisa e valori universali condivisi. 

Per Kesavan Subramaniam, membro del Parlamento della Malesia, “tre sono le sfide alla pace e all’ordine mondiale contemporaneo: il cambiamento climatico; la pandemia da COVID-19; e il conflitto tra Russia e Ucraina”. Ha parlato di come le nazioni dell’Asean hanno saputo mantenere relazioni amichevoli e hanno evitato i conflitti armati per quasi mezzo secolo. Ha ricordato l’intervento del Primo Ministro malese all’ONU nel 2021, dove ha parlato del mondo come un’unica famiglia, i cui popoli devono unirsi per affrontare le sfide del nostro tempo. 

 David Clarke, membro del Parlamento australiano (2003-2019) ha affermato: “In Australia crediamo che ci siano alcuni valori universali o elementi costitutivi per un mondo migliore: la democrazia, i diritti umani, lo stato di diritto e il mantenimento della libertà religiosa”. Ha parlato della necessità di contrastare il terrorismo, di sostenere i valori familiari e degli ottimi vicini che il suo Paese ha nella regione dell’Asia Pacifico. “Anche l’Australia fa la sua parte” ha ricordato. “Investiamo ingenti somme per gli aiuti umanitari ai nostri vicini, accogliamo migliaia di studenti nelle nostre università, siamo attivi nel costruire alleanze per la pace e accordi per una comune prosperità economica”.

Per Michael Jenkins, Presidente di UPF International, “ci deve essere assoluto rispetto per tutti i Capi di Stato, anche con quelli con cui siamo in disaccordo. UPF è impegnata del favorire il dialogo, la riconciliazione, la crescita e la prosperità di tutte le nazioni attraverso il libero scambio, la libertà religiosa, l’accesso all’istruzione, lo sviluppo economico e la promozione di solidi valori familiari”. Ha terminato ricordato come Madre Moon incoraggi tutte le persone a comprendere che Dio è una realtà da cui possiamo ricevere la forza necessaria per amare e accettare chiunque, anche coloro con i quali siamo in disaccordo.  

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