di Rada Rajic Ristic
Da cinque anni il Ministero dell'istruzione della Serbia ha avviato un progetto di insegnamento della lingua serba e del cirillico nel Vicentino. Gli alunni sono bambini e ragazzini serbi nati in Italia, che una volta all'anno si recano in Serbia e non sono in grado, come i loro coetanei nati in Serbia, di esprimersi nella propria madre lingua. Nel timore che l'assimilazione prenda la rincorsa, il Ministero ha deciso di finanziare questo progetto di mantenimento della propria madre lingua.
L'insegnante Ivana Marjanovic, che è stata nominata dal Ministero dell'istruzione, da quattro anni vive a Vicenza e insegna presso la scuola di lingua serba; da lei abbiamo appreso quanto sia importante questo progetto e lei ci ha rivelato: “I bambini nati fuori dai confini della Serbia hanno questo disagio che non sono in grado di comunicare con i propri nonni quando arrivano in patria, perché sono quasi estranei, per il semplice fatto che non sono padroni della propria lingua. Questo, purtroppo, non è solo il problema dei bambini serbi nati in Italia, ma anche di bambini nati in altri paesi della Comunità Europea.
Il programma scolastico prevede l'insegnamento della lingua, della scrittura- del cirillico e della storia e cultura serba. Ci sono alunni dall’età di sei anni fino all'età di quindici. Sono state attivate le classi di alunni in parecchie città del Vicentino: Vicenza, Torri di Quartesolo, Schio, Arzignano, Bassano del Grappa, Valdagno, Alonte e Rovereto nel Trentino. Per amore del proprio paese, parenti e amici che vivono in patria i bambini esprimono il desiderio di imparare a leggere e scrivere in cirillico, di acquisire nozioni della storia e geografia del proprio paese e della cultura serba in generale. Così riusciranno a mantenere l'identità linguistico-culturale anche se i loro genitori sono bene integrati nel tessuto territoriale italiano. È nella natura umana di ricordare e dimenticare, qualcuno di meno, qualcuno di più. Tuttavia ci sono molte cose importanti che non dobbiamo dimenticare per permettere loro di entrare nella memoria collettiva di ogni nazione. Non dobbiamo dimenticare le nostre origini, i nostri antenati che hanno dedicato la loro vita alla nazione. Nell'eredità ci hanno lasciato la lingua di cui stiamo parlando, i costumi che segnano la nostra appartenenza nazionale e familiare. In cirillico sono scritti i nostri versi più belli, storie, romanzi, opere storiche e scientifiche, preghiere. Sono particolarmente lieta di partecipare alla crescita dei nostri piccoli bambini, la nostra scuola continuerà a dare insieme alle loro famiglie le ali e le radici: le ali, per incontrare il mondo e le radici per sapere dove possono ritornare. Un giorno la strada li porterà in Serbia, la terra dei loro antenati. Diranno con orgoglio che amano la loro patria, coltivano la lingua serba, la cultura e la tradizione popolare, per lasciare una traccia di cui loro e i loro cari sono orgogliosi.” - conclude con soddisfazione Ivana.
L'associazione culturale serba” Vidovdan” di Vicenza ha indetto un concorso letterario intitolato “La patria si difende con la bellezza” per gli alunni nati in Italia. In questo modo hanno avuto l'opportunità anche gli alunni che frequentano la scuola di serbo di esprimere il loro amore per la patria in versi. In questo progetto sono stati coinvolti direttamente gli alunni e la loro insegnante, Ivana Marjanovic, che ha riconosciuto l'importanza significativa di questo progetto e ha spronato i propri alunni a partecipare e vincere dei premi. Il 18 maggio dalle 17:00 alle 19:30 presso la sala parrocchiale” San Maurizio” di Meledo l’associazione “Vidovdan” ha organizzato un ricco programma artistico-culturale per l'occasione della consegna dei premi, un solenne momento per la condivisione interculturale, perché all'evento hanno partecipato anche un gruppo folcloristico serbo “Mokranjac”, arrivato da Vienna per l'occasione. È stato un incontro tra le culture, perché hanno partecipato anche cittadini italiani: l'avvocato Paolo Mele, poeta e ideatore di un cd che ricorda i bombardamenti della Serbia del 1999, la poetessa vicentina, Carla Galvan, profonda conoscitrice e ammiratrice del popolo serbo che ha intitolato un suo libro di poesie “La mia Serbia” e Luca Cracco, che in lingua serba ha cantato insieme a Dejan Mitic, presidente dell'associazione “Vidovdan” e a Ivan Dragicevic tre canzoni serbe.
La poetessa vicentina, Carla Galvan, è stata insignita di un premio letterario serbo per la letteratura “Lukijan Musicki” con la motivazione di aver contribuito allo sviluppo di letteratura mondiale attraverso le poesie scritte in italiano e serbo.
Da Belgrado sono arrivati due professori universitari nonché due scrittori di letteratura per l'infanzia, Miomir Milinkovic e Milutin Djurickovic che in veste di giuria hanno valutato le opere dei concorrenti al concorso. La giornalista serba, Marija Paunovic Contos, insieme alla scrittrice e giornalista Rada Rajic Ristic, ha condotto la serata culturale e ha allestito una mostra di manufatti etnici, portati dalla Serbia.
Dejan Mitic, presidente dell'associazione “Vidovdan” ha espresso la propria soddisfazione per l'evento: “Abbiamo cercato di invogliare i nostri bambini e ragazzi a scrivere il loro amore per la patria in versi; qual è il modo più bello per dimostrare alle proprie radici che anche se viviamo lontano il seme che abbiamo seminato lontano da loro cresce ugualmente bene e in modo proficuo. Ringrazio tutti coloro che hanno sostenuto questa bella iniziativa del concorso letterario, sia qui, che in patria, e anche l'insegnante, Ivana Marjanovic, che ha contribuito con tutto il cuore alla realizzazione di questa manifestazione culturale”.
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