Non so quanto possa servire quel che ora scrivo ma ritengo che il nostro Paese stia in una condizione difficilissima e che qualche conseguenza non positiva avverrà e si ripercuoterà sulla popolazione. Il Paese è in condizioni economiche lugubri, c’è bisogno di denaro e non si sa da dove trarlo. Dico: trarlo perché non si compie l’atto più naturale, quello di accrescere il lavoro, produrre di più. La ricchezza deriva dalla collocazione appropriata dei capitali e dalla quantità di lavoro, i marchingegni monetaristi non accrescono la ricchezza, voglio dire che se si attuassero misure come ad esempio prendere qualche cosa dai conti bancari, dalle cassette di sicurezza questo non sarebbe un ampliamento di ricchezza anche se lo Stato riceverebbe del denaro. Fondamentale è aumentare la ricchezza e la ricchezza si aumenta lavorando maggiormente. Vi sono una infinità di modi per generare ricchezza, ad esempio, lavorare nelle case abbandonate dandole a chi le restaura, così le campagne, utilizzare i pensionati per assistere i bambini o altri anziani in difficoltà di salute, creare imprese di lavoratori proprietari dell’impresa a cui affidare imprese fallite o che fuggono all’estero, far lavorare i carcerati, stabilire un rapporto molto più attivo tra scuola e
lavoro, pulire le strade, disboscare, stabilire ampi rapporti di reciproco aiuto ad esempio uno è medico e fa il medico, una è casalinga e ripaga il medico lavorandogli in casa, utilizzare al massimo grado i mezzi privati a vantaggio degli altri, ad esempio se si viene a sapere che due persone vanno nello stesso luogo agli stessi orari utilizzare un solo mezzo, riutilizzare l’enorme quantità di rifiuti dei quali gran parte potrebbe essere ancora utile, appunto. Insomma, trasformare il Paese in una officina di lavoro, non risparmiarsi, lavorare anche in età, non oziare, è il lavoro che crea ricchezza. La popolazione deve essere convinta che è indispensabile liberarsi dal debito pubblico e non ha altra speranza e prospettiva che darsi a vere e proprie campagne di lavoro, donare allo Stato il proprio lavoro per scemare il debito. Tutte le altre prospettive sono esigue o addirittura controproducenti, non sarà abbassando le tasse o con la riforma delle pensioni, o dando un reddito provvisorio che si salverà il paese. È il lavoro che crea ricchezza, è la coscienza del contribuire al vantaggio sociale che crea ricchezza, ciascuno si deve impegnare il più possibile per fare fare fare.
lavoro, pulire le strade, disboscare, stabilire ampi rapporti di reciproco aiuto ad esempio uno è medico e fa il medico, una è casalinga e ripaga il medico lavorandogli in casa, utilizzare al massimo grado i mezzi privati a vantaggio degli altri, ad esempio se si viene a sapere che due persone vanno nello stesso luogo agli stessi orari utilizzare un solo mezzo, riutilizzare l’enorme quantità di rifiuti dei quali gran parte potrebbe essere ancora utile, appunto. Insomma, trasformare il Paese in una officina di lavoro, non risparmiarsi, lavorare anche in età, non oziare, è il lavoro che crea ricchezza. La popolazione deve essere convinta che è indispensabile liberarsi dal debito pubblico e non ha altra speranza e prospettiva che darsi a vere e proprie campagne di lavoro, donare allo Stato il proprio lavoro per scemare il debito. Tutte le altre prospettive sono esigue o addirittura controproducenti, non sarà abbassando le tasse o con la riforma delle pensioni, o dando un reddito provvisorio che si salverà il paese. È il lavoro che crea ricchezza, è la coscienza del contribuire al vantaggio sociale che crea ricchezza, ciascuno si deve impegnare il più possibile per fare fare fare.
Il lavoro, solo il lavoro, il nostro lavoro ci salverà. Ed oggi con incredibili tecnologie ciascuno di noi può, deve farsi imprenditore.
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