Quando
un sistema economico, giuridico, etico, religioso si dissolve, il pensiero si
fa radicale, denuda l'esistenza, la coglie dal vivo, di tali momenti ce ne sono
pochi, uno dei quali fu sicuramente il passaggio dall'aristocrazia feudale o
comunque dall'aristocrazia alla borghesia, dall'economia non capitalistica e di
vario genere a quella capitalistica. Perduti gli ancoraggi, la mente di alcuni
uomini giunse all'estremo, non ebbe più possibilità di attaccarsi al passato e
volò nel deserto. Uno di questi uomini estremi, radicali fu il Barone d'Holbach. Cos'è il pensiero radicale? È
quello possibile oggi, oggi è il momento del pensiero radicale, il capitalismo
sta dissolvendosi e siamo in un oceano aperto o nel deserto, obbligati a
rifondare, e quindi senza passato, costretti a ripensare la vita e la società.
di Antonio Saccà
Chi
potrebbe dubitare che la pietà vicendevole, l'aiuto dell'uno all'altro per
difenderci dalla natura: la malattia, la morte, per quanto possibile, il
dolore, la miseria; chi potrebbe dubitare non sia l'unica morale che l'uomo
dovrebbe attuare. Non appare chiaro tuttavia che se la natura è malvagia non
sia malvagia anche nell'uomo, dunque va considerato un sogno non un proposito
da prendere sul serio quello della pietà reciproca contro le condizioni
dell'esistenza, un'ipotesi non realizzabile.
Come ipotesi scarta le altre
fantasticherie risolutive come quelle religiose o quelle politiche, in questo
la soluzione etica della pietà è assolutamente degna di stima, indica la via
giusta: la Natura ci mette in condizioni orribili, noi uomini stringiamoci ed
aiutiamoci tra di noi. Apprezzabilissimo compito, assolutamente improbabile, in
ogni caso questa ipotesi mette da canto le altre formule risolutive, credere in
un Dio buono, nell'immortalità dell'anima o che i parlamenti o le industrie ci
daranno chissà quali felicità o ci difenderanno o ci renderanno la vita allegra
o confortevole e sensata. Questo pessimismo non toglie che quanto di meglio
possiamo fare contro le malattie, contro la miseria venga fatto, assurdo
ritenere che poiché moriamo o non saremo felici dobbiamo accettare qualsiasi
condizione. Resta, in ogni caso, questa la verità: non sappiamo perché
esistiamo, perché c'è l'universo, perché non riusciamo a vincere la morte,
detto questo facciamo, chi lo sente, tutto quel che possiamo per la civiltà,
per l'arte, per la nobiltà dello spirito, e per il ben vivere, tenuto conto
sempre che siamo nella cornice del nulla e della morte. E della malvagità della
Natura e della Società.
Una
diversa concezione sulla pietà è quella di Friedrich Nietzsche, il quale dà per
scontato che l'uomo non avrà pietà dell'uomo o, piuttosto, meglio non averne,
addirittura, ritiene che l'unica maniera per tirare avanti l'esistenza è la
potenza, a venire incontro al prossimo debilitato tu non sai se vieni incontro
al serpente che ti ucciderà, non sai se permetterai la debilitazione della
società, la sopravvivenza del “tipo” fiacco che finirebbe con il frenare,
l'incatenare il “tipo” forte. Il Superuomo di Nietzsche è colui che fa oltre l'abbassamento della pietà. La
morale di Giacomo Leopardi è quella accennata, la fraternità consolatrice per
difenderci dalla crudele Natura, sembra una morale cristiana ma non è una
morale cristiana, è una morale virile, tutta umana, non ha come mediazione Dio,
non c'è il Padre, non c'è un amarsi per essere salvi nell'aldilà, è la più
sconfortante e desolante forma di amore tra gli uomini destinati comunque al
nulla e fragili al punto che ogni minimo male può recarli alla morte. Non c'è
“salvezza” in Leopardi ma fraternità consolatrice, e Nulla.
Grande
questione, se gli uomini invece di aiutarsi si avversano, che fare? Ecco una
domanda alla quale il cristianesimo risponde in maniera inadeguata e persino
rovinosa. Leopardi non si pone la questione, vagheggia la fraternità.
La
Natura annichilisce, chi non ha questo sguardo verso la Natura vive nei limiti
della Storia, che è grandiosa, grandiosissima ma se non prosegue nella Natura,
resta uno sguardo limitato, le vere domande sull'esistenza ce le fa porre la
Natura non la Storia, la Storia non ha segreti.
Sarebbe
la soluzione, la fraternità umana contro la Natura ma tenuto conto che l'uomo è
quel che è, fa meglio suggerire ad ogni singolo: rafforzati, mettiti al sicuro
per quanto puoi almeno dalla malvagità umana, contro la Natura non hai niente
da opporre contro l'uomo puoi difenderti abbastanza. Il problema è che bisogna
difendersi oltre che dalla Natura, dagli uomini. Bellissimo pensare ad un regno
della libertà, ad un regno della superiorità dell'uomo che conquisterà chissà
quali mete, ad un regno della
fraternità, della giustizia, occorre lottare per ali fini o mete del genere, ma
in ogni casa giova esercitare la
personale capacità di sicurezza, di forza, di difesa, e sarà quel che sarà;
contro la Natura non c'è niente da fare, non è che se gli uomini
fraternizzassero vincerebbero la morte, che è il male estremo, però si
tutelerebbero dalla malvagità umana, quanto possibile, almeno. A farsi
illusione sull'amore, sulla pietà, sul perdono, il più leale e fidente è
rovinato. Il tentativo di trovare una via d'uscita oltrepassata la via d'uscita
religiosa, ecco il nostro problema. E in epoca democratica quando la pietà
favorisce il potere delle masse.
In
passato la pietà non consentiva agli ultimi di essere i primi. Oggi la pietà è
sovversiva. La salute fisica ha nella visione dell'esistenza di ciascun
individuo una rilevanza essenziale, decisiva. L'individuo col cuore fiacco,
debole riceve le impressioni senza sostenerle credo che vede il mondo come
un'entità impaurente, sovrastante a cui egli non può rifar difesa, da cui egli
non ha difesa… un… dal cuore saldo, pulsante, vertemato, che affronta le
fatiche può avere anche stanchezza ma non sgomento; timore. E questo per tutte
le entità corporee, le gambe, le braccia, gli occhi. Alla salute bisognerebbe
dedicare molto più attenzione di quanto facciamo e ce ne accorgiamo nel
malessere quando 20 metri diventano un'infinità, l’individuo preferisce
starsene a letto che alzarsi a camminare e ha timore dei movimenti supponiamo,
si tratta di gambe, di braccia, giacché tutto sommato quello che resta nella
vita ed è essenziale la capacità di fronteggiare. Questa è la base
dell'esistenza; fronteggiare. Talvolta sembriamo in un fosso da cui poi dobbiamo
salire per le pareti con il rischio di precipitare e col bisogno di vedere la
luce e la superficie e se siamo impediti da qualche malanno, la salita diventa
davvero drammatica come ostacolata da mille trappole e inciampi. E uno un po'
si stanca quando vede che fa tanta fatica per nulla. Chiacchiere che tutto
sommato anche a vivere si muore, moriamo però insomma meglio vivere sani e
morire che vivere malati e morire.
Non
c'è dubbio che la noia sia terribile quando le forze sono inattive quando sai
di poter fare e non puoi fare ecco questo è veramente il peggio del peggio del
peggio perché vuoi vivere e non riesci a vivere, hai le energie e non sai
metterle fuori di te per impedimenti fisici o cose di altro genere e uno è come
una pantera in gabbia che si muove di qua e di la ma non esce dalle sbarre.
Un
uomo convinto di quel che fa e il quale fa quel che sente di fare non deve
preoccuparsi di alcunché ma soltanto di fare quel che sente di fare e a questo
scopo che deve ardire totalmente, non dico che tutti i mezzi siano buoni ma
deve usarne tanti di mezzi, ingegnarsi e infischiarsene radicalmente del mondo
giacché a voler compiacere gli altri si perde la propria natura e spessissimo
ci si degrada in quanto gli altri vogliono che noi facciamo il peggio di noi
stessi, quasi sempre ma uno tenga dritto il timone indirizzi la propria nave,
se stesso cioè e vada al porto che crede sia il
suo porto o naviga o modo suo e sia quel che sia. La vita è un'avventura
a fondo perduto ma è l'avventura che va vissuta come la sentiamo. L'importante
è sentire qualcosa sentirti in qualcosa vero, tuo che ami, che desideri che ti
eccita, che ti da vita, ti da la tua verità, la tua verità. Perdere la
soggettività è perdere tutto e sarà quel che sarà.
È
giustissimo quel che è stato detto che se colui che lavora, lavora, lavora,
lavora ma il suo lavoro non viene remunerato, stimato, incredibilmente
l'orgoglio la potenza che gli verrebbe da tanto lavoro si trasforma in
infelicità, delusione e più lavora meno lavora e più s'affligge come un uomo
che ha un tesoro chiuso nello scrigno e però non sa come spenderlo o pur
essendo suscitato da lui gli viene tolto. Noi vagliamo per quel che facciamo ma
se quel che facciamo non ha risultato all'esterno o non ci appartiene, più
facciamo e peggio è. Quel che facciamo si rivolta contro di noi e ride alla
nostra fatica, uno dice: ma guardo quanto ho fatto. Poi dice: ma non mi
appartiene o non vale anzi meglio vale ma non vale per me non mi è attribuito
però continua a fare, continua a fare, continua a fare d'altro canto quel che
sarebbe il contrario e il non fare, il non fare, il non fare ed è molto più
difficile fare che non fare. Un uomo inerte tutto il giorno credo che
s'impiccherebbe il giorno dopo però non è bello che il seme non frutti anche
per chi l'ha seminato. No, no. Vi sono uomini che quale che sia la loro misura
però stanno sopra la media generale degli altri. Ora questi uomini hanno una
vita difficilissima perché il prossimo non li digerisce ad esempio questi pochi
uomini piuttosto rari, hanno il dono molto pesante, costoso per loro stessi di
toccare aspetti crudi dell'esistenza che generalmente vengono occultati sicché
subiscono una sorta di rifiuto perché gli uomini nascondono la condizione della
vita. Questi svelatori difficilmente hanno una buona sorte e quasi sempre sono
postumi almeno nei migliori casi trattandosi di veri uomini essenziali
all'umanità ma vi sono anche uomini non così eccelsi, così clamorosi tuttavia
veri e soprattutto onesti in quel che scrivono e anche nel modo in cui lo
scrivono, netto, pugnace, acuminato; e gli altri appena li leggono, leggono le
loro opere, fuggono e hanno paura e così uno è costretto a lavorare al buio per
dei non lettori o dei lettori che scappano curiosamente soprattutto fra gli
altri intellettuali, proprio scappano, non vogliono prenderti in considerazione
hanno terrore ma bisogna andare avanti e mai, mai adeguarsi.
Ormai
Wladimir Witch Putin il Presidente della federazione Russa ha una vita
ampiamente narrata con opinioni diverse e contrarie ma in ogni caso che
mostrano la rilevanza di quest’uomo politico nella scena pubblica e
segnatamente politica internazionale. Ed è stato come si vedrà un rapidissimo,
fulmineo modo il suo per diventare capo delle nazioni più potenti del pianeta e
più rilevanti culturalmente. Wladimir Witc Putin nacque a Leningrado da una
famiglia media diciamo, media, patriottica dopo due figli venuti a mancare ed
ultimo e unico figlio. Il padre fu combattente forse in qualche modo legato
all'esercito con delle attività riguardanti se non proprio i servizi qualcosa
di accostabile e la madre è un'impiegata e il bambino a quel che dicono i
biografi sul quale faremo riferimento essenziale crebbe sano, irrequieto,
combattivo e in qualche modo teppista come lo sono i ragazzi, i ragazzi degli
Stati Uniti ma anche i ragazzi di qualsiasi paese, lotte tra fazioni, scontri,
rivalità e il piccolo Putin, piccolo anche di statura e pare anche di corpo
capi precocemente che occorreva difendersi, o difendersi aspettando
l'avversario o difendersi attaccando per primo almeno a quanto raccontano i
suoi biografi questa è una certa, una certezza nell'esistenza puerile di
Wladimir Witch Putin. Non rifiuta la lotta anzi la sostiene perfino la causa o
meglio ancora non arretra dinanzi all'attacco altrui e affronta nettamente
anche individui superiori anche per età e corpulenza e comprende non solo che
bisogna difendersi ma che bisogna imparare l'arte della difesa e questo è un
punto essenziale nella personalità di Putin, non basta avere la coscienza che
occorre fronteggiare gli altri e che la vita è una lotta ma bisogna imparare i
metodi con cui la lotta può risultare vincente sicché abbastanza presto
comincia a frequentare associazioni sportive ma non lo sport agonistico come
potrebbe essere la corsa, la palla volo o altre attività del genere piuttosto
Sport che sono sopra lo Sport sono forme di difesa e di attacco di tutela di se
stessi Sport combattivi non agonistici o soltanto agonistici e frequenta una
palestra dove il Sambo che è una variante delle arti marziali; su questo
aspetto di Putin almeno per quel che riguarda la sua personalità specifica è
opportuno insistere, non è comune che un ragazzino invece di fare la corsa la
palla volo, il canestro, salto con l'asta scelga una variante dello Judo;
significa che all'interno della sua personalità c'è una decisa voglia di non
soccombere innanzitutto e di prevalere conseguentemente o comunque di prevalere
sono scelte di chi nutre un senso spiccato della difesa di se stesso e di una
visione drammatica della vita e qui ed è opportuno estendere questa visione al
luogo e al tempo in cui Vladimir Vitch Putin visse. Il luogo è Leningrado
l'odierna e antica San Pietroburgo, la città storica della Russia nel senso che
è la città artistica per eccellenza, la città capitale della Russia per lungo
tempo, la città più occidentale della Russia, la città più internazionale della
Russia, la città della cultura Russa, dei grandi romanzieri russi ma anche la
città eroica della Russia, la città che difese la Russia dai nazisti in tempi
in un lunghissimo periodo più di mille giorni con il freddo e la fame che
portava al cannibalismo alla lotta casa per casa, allo sterminio non solo per
la guerra ma anche per la fame per le malattie e tuttavia la città che segnò il
trionfo della Russia e la catastrofe della Germania quindi città eroica per
eccellenza, patriottica per antonomasia e in questa città è il padre di Putin
che combatte e combatte virilmente e la madre che sostiene la famiglia e il
piccolo per quanto nato alcuni anni dopo la fine della guerra. Della guerra era
imbevuto necessariamente come del resto lo sono i Russi ancora oggi,
addirittura e giustamente e naturalmente. Sicché questo spirito di difesa di
Vladimir Vitch assume un significato estensivo e il piccolo Russo del
dopoguerra che sente il pericolo, l'aggressività altrui, il bisogno di difesa e
anche il mode e la sapienza della difesa. È necessario stabilire questo
rapporto perché alla base non solo della
personalità di Vladimir Vitch Putin come
quello specifico individuo ma come uomo di stato; studia regolarmente nulla di
che e sempre... dai biografi,
giovanissimo, sedicenne si reca nell'immenso edificio dei servizi segreti
dichiarando ad uno sgomentato usciere vuole farsi membro di
quell'organizzazione; anche qui l'aspetto difensivo e di volontà di potenza
risarcitorio in W. appare evidente; un ragazzino non frequenta una scuola di
Sambo ossia di Judo e non vuole entrare nei servizi segreti se non per una
spiccata esigenza di tutela di se stesso infondo sarebbero stati i due elementi
più capaci di tutelare un individuo lo Judo o sambo che sia e i servizi segreti
che erano il potere per eccellenza nell'unione sovietica. Ovviamente non viene
presa sul serio la sua richiesta per ragioni di età più capaci di tutelare un individuo, lo judo o sambo che sia
e i servizi segreti che erano il potere per eccellenza nell'unione sovietica.
Ovviamente almeno all'apparenza non viene presa in considerazione la sua
richiesta per ragioni di età e V.V continua gli studi, si iscrive a giurisprudenza, si laurea e stabilisce
una seconda caratteristica della sua personalità “l'amicizia” non è comune che
un uomo che assurge al potere massimo abbia a memoria affettuosa perfino
fraterna degli amici d'infanzia non è comune è un dato caratteristico da
rilevare ma Putin mantiene gli amici di giovinezza e se ne faranno i nomi e ne
verranno fuori i nomi, per tutta la vita almeno fino ad oggi. Non è un'amicizia
estroversa, sentimentale, con slanci patetici diciamo alla romantica. V. V è un
uomo molto chiuso molto riservato molto mantenuto nelle manifestazioni
esteriori ma anche proprio per questo estremamente e internamente affettivo
quando un amico di giovinezza e compagno di lotta muore per una caduta V.V è schiantato dalla mestizia e non ne fa
mistero o meglio non riesce a contenersi come accade spesso alle persone
apparentemente distaccate e un controllo della propria affettività. E in ogni
caso per gli altri questa fedeltà all'amicizia rimane implacabile sono gli
uomini di Leningrado che l'accompagneranno nella sorte. Fino questo momento V.V
non si è particolarmente distinto è studioso corretto gran lavoratore
affidabile appartiene ad una famiglia
che comincia ad avere un certo benessere la madre vince un'automobile alla
lotteria costruiscono una villetta fuori Leningrado ma il giovanotto continua
ad avere l'ossessione, l'impulso per diventare membro dei servizi segreti e
avviene che lo chiamino a questa richiesta. Parla con un Dirigente, parla con
il Dirigente successivo e viene assunto anche in tal caso niente di che e
laborioso ma non particolarmente da segnalare alcuni compiti speciali o imprese
particolari avverte il burocratismo delle istituzioni dei servizi come essi
infondo siano al di la della legge e la sua personalità scarsamente
comunicativa che addetta ad un funzionario può essere anche un merito nel
compito che V.V svolge accade sempre a Leningrado che un amico lo invita a
stare insieme a lui con un'amica sua di questo amico e un'amica dell'amica; Vladimir accetta, ottiene i non facilmente
ottenibili biglietti per un'esecuzione canora e in questa circostanza incontra
la donna che sarà a lungo tempo sua moglie Ludimilla. Ludimilla è di
Kaliningrad, l'antica e celeberrima Kerinberg la città eternata da Emmanuel Kant
è una città prussiana divenuta Russa. Ludimilla è una bellissima ragazza occhi
azzurri capelli biondo cenere che lavora in una compagnia aerea locale dopo
aver avuto vicissitudini non positive negli studi, anche se infine si laurea in
letteratura straniera segnatamente spagnola. Fa sosta frequente a Leningrado e
in quella circostanza incontrando V. Putin senza particolare emotività,
impressione riceve tuttavia da Putin il numero di telefono e la richiesta
eventuale di chiamarlo cosa a quanto dicono i biografi inconsueta per il
riservatissimo Putin del quale oltretutto neanche l'amico più caro e più intimo
sa il lavoro che svolge ma fa parte dei servizi segreti. S'incontrano V. e
Ludmilla e stabiliscono un certo legame finché Ludmilla si comporta con una
disinvoltura eccessiva agli occhi di V. in un locale da ballo e V. dichiara che
il loro rapporto è chiuso. Ludmilla torna a Kalinigrand; è insofferente e
infelice quando dopo qualche tempo di V. con la richiesta di rivedersi e da
quel momento passano comunque degli anni finiranno con il matrimonio. Putin
aveva avuto una relazione precedentemente troncata per motivi di carriera. Era
troppo immediato il matrimonio per un giovane che era appena entrato nei
servizi segreti. Vi sono ovviamente dei tempi. Dopo un anno dal matrimonio
nasce la prima figlia Masha e V. continua una carriera senza particolare
rilevanza ma viene trasferito in Germania anche perché saggiamente aveva
imparato il tedesco oltre che l'inglese e capita nella città di Dresda. La
Germania è il centro della conflittualità tra paesi occidentali e paesi
comunisti è il centro dello spionaggio è il centro della tensione politica,
della cortina di ferro, del dramma delle separazione delle famiglie tedesche,
del confronto economico, politico, è il
centro delle uccisioni da chi vuole uscire dal muro di Berlino.
Non
è che Putin avesse un'estraneità alla visione politica. A quanto risulta egli
era già convinto che il sistema sovietico non era adeguato efficiente e doveva
essere corretto e addirittura e questo è concorde ai biografi si volgeva ad
un'economia di mercato (empirista) sottolineando come l'interesse personale
muovesse... umano secondo i canoni più riconosciuti e ufficiali della
concessione capitalistica. Dai biografi
la questione è accertata e ovviamente contrastata coloro i quali ancora
ritengono l'intervento dello stato, l'economia pianificata superiore
all'economia di mercato considerano Putin un liberista incapace di prendere una
via sbagliata ovviamente diversa l'opinione di coloro che accettano il liberismo.
Interessante però la considerazione che Putin non è uno statalista, questo lo
riconoscono sia gli avversari che i fautori e questo anche lo ha detto per
quanto viene dichiarato sull'economia sovietica, sull'economia Russa che
sarebbe pre capitalistica o addirittura anti capitalistica, ancora statalistica
o cosa del genere. Perché curiosamente è dimostrato proprio il contrario
proprio da coloro che accusano Putin di essere un liberista. Per quanto
riguarda la sua professione ai servizi segreti pare che non avesse compiti
repressivi o almeno non clamorosamente o almeno non in maniera diciamo come
compito essenziale della sua attività e pare anche che avesse anche simpatie
per…, in ogni caso quando poi sarà capo di stato renderà omaggio all'eroico scrittore
russo Soze...
Era
l'epoca della dissidenza figure che assunsero importanza mondiale come lo
stesso Suz..., e Sakarof scrittori
Bukowski, Alexander Zinoviev, etc si opponevano al regime. Il comunismo aveva
avuto il momento di apogeo nella lotta al nazismo ma dopo il suo compito
storico era esaurito, arrancava economicamente, la burocrazia imperversava, la
negazione della libertà sopraffaceva ogni iniziativa. Il comunismo aveva
indubbiamente scolarizzato milioni di persone ma aveva spento l'iniziativa
individuale. Un'economia pianificata a favore della grande industria
soprattutto militare ha avuto ragion d'essere per fronteggiare l'incubo
dell'attacco nazista e questo rimaneva il grandioso scopo di Stalin.
Successivamente di certo bisognava fronteggiare il grande attacco delle potenze
occidentali ma un'economia di terra duratura impoveriva il paese e nei lunghi
decenni successivi alla seconda guerra mondiale questo impoverimento si fece
tragico. L'unione sovietica non riuscì a coniugare quello che invece avvenne
nei paesi occidentali, il consumo con le armi. L'industria bellica divorava la
ricchezza oltre che costituire uno sperpero immane negli apparati burocratici e
nell'efficienza sicché la contraddizione di sviluppo economico civile e
sviluppo economico militare si fece terribile inconciliabile e quando
l'occidente accelerò il suo processo militare e costrinse l'unione sovietica a
gareggiare la Grecia economica divenne enorme, insanabile oltre agli errori
immani compiute da colonizzazioni sbagliate e la onnipresente burocrazia e
l'unione sovietica non resse il passo. Vi furono tentativi di dialogo di
mettere qualcosa che pacificasse la situazione ad esempio il trattato di
Helsinki che introducevano i diritti umani, le libertà liberali, ma il problema
vero era l'incapacità dell'unione sovietica di reggere la concorrenza dei paesi
occidentali sul piano militare e di garantire ai cittadini un minimo di
sopravvivenza.
C'era
ovviamente anche l'altro problema dei paesi soggiogati dal paese comunista. Si
ribellava la Cecoslovacchia, si ribellava l'Ungheria, si ribellava la Polonia e
l'Unione Sovietica era costretta o a scegliere la via della guerra, del dominio
militare o a subire elementi di distacco e anche questo la logorava. Questo
cumulo di contraddizioni l'Unione Sovietica non riuscì a gestirlo e quando... l'intervento
armato venne sostituita dalla concezione di Gorbaciov di non intervenire
militarmente. I paesi si distaccarono da Mosca senza che Mosca intervenisse e
fu la fine del blocco sovietico.
Si
ripropone forse in termini meno drammatici il grande tema che è l'incubo della
Russia specie quando fu Unione Sovietica, l'accerchiamento, l'accerchiamento
occidentale. La Russia ha sempre temuto di essere chiusa non avendo sbocchi al
mare, all'oriente dalla Cina e ad occidente soprattutto dalla Germania e dopo
dagli Stati Uniti. Sicché tutta la politica Russa va considerata a tal fine
evitare la chiusura. Tutti i contorni della Russia devono essere non ostili
alla Russia una sfera di sicurezza che si chiami Ucraina, Polonia, Paesi
Baltici, Finlandia, Georgia, Turchia ad occidente. Ora quello che stava
accadendo e accade e che proprio questa fascia di sicurezza viene erosa
dall'occidente soprattutto dopo la fine dell'Unione Sovietica e il passaggio
all'Europa occidentale di alcuni paesi come la Polonia, i Paesi Baltici, la
Finlandia. Quando si trattò di rendere occidentali anche la Georgia, l'ucraina,
l’istinto di difesa dell'Unione Sovietica, quello che negli Stati Uniti viene
chiamato interesse nazionale, scattò, e Putin fu protagonista di queste azioni
difensive. In Ucraina particolarmente giacché proprio interna alla Russia, un’Ucraina
anche occidentalizzata militarmente sarebbe come avere nel corpo della Russia
l'occidente, lo stesso per la Georgia d'altro canto tutta la politica
occidentale in questi anni è stata quella di erodere i contorni della Russia
dall'Iraq alla Libia appunto dai tentativi nell'Ucraina a quelli nella Georgia,
alla Iugoslavia alla Siria e tentativi di destabilizzazione si sono avuti anche
nella Russia basti pensare ai movimenti dei diritti dell'uomo o dei diritti
umani agli organismi non governativi
variamente suffragati da potenze straniere. Da ultimo la Turchia ha assunto un
ruolo decisivo dal tentativo di eliminare ogni influenza russa sulla Siria e in
Medio Oriente ovviamente di sicuro con l'appoggio occidentale. Quindi il senso
di venir circondati di venire erosi è (vigilissimo) nella Russia come era
nell'Unione Sovietica e in parte nella Russia zarista, è un eterno problema geopolitico.
Non
ti scoraggiare Antonio, peggio della morte non ti può accadere nulla. Se tuo
corpo non reggerà.
Che
avverrà, che potrà avvenire. La morte ed allora stai tranquillo, o che tu viva
in salute o che tu sia ammalato la conclusione è la stessa, di che ti angosci
non è che se stessi bene scamperesti alla morte, ti capisco che senso ha
faticare tanto, riconquistare la salute quando puoi morire lo stesso, allora
dici: finiamola. Non accaniamoci a continuare. Se il corpo si è stancato,
facciamolo congiungere alla volontà. Ma no, perché? Pensi davvero che non ci
siamo momenti sani? O che ti si sia abbuiato il piacere, la felicità e non ci
credi più, li consideri momenti rapidissimi che non difendono dalla morte. Non
so che dirti, continuare a insistere che la vita è meglio della morte o meglio
che la vita devi viverla. Non me la sento più di dirtelo. Peggio di com’è stata
architettata l'esistenza non poteva essere oltretutto e uno se la peggiora da
se stesso. Però non andare avanti strascicandoti. O decidi di vivere o decidi
di non vivere. Se decidi di vivere ingoia tutto e afferma la vita.
Fu
il Presidente Boris Yeltsin a chiamare Putin alla carica di Presidente del
Consiglio di Primo Ministro il che può sembrare inconsueto, strano,
inconciliabile. Giacché la personalità di Yeltsin e il gruppo che gli stava
intorno aveva una politica e dei comportamenti totalmente difformi da quelli di
Vladimir…, bisogna ipotizzare che vi furono delle pressioni da parte dei
patrioti dei nazionalisti, dei difensori della Russia che imposero Putin in
questo ruolo ameno ché lo stesso Yeltsin non si rendesse conto che era
necessario cambiare direzione ma dubito, la cosa è dubbia, Yeltsin era ormai un
uomo poco cosciente di se, a quanto pare dedito alcolista e chi lo circondava
aveva rovinato la Russia semmai potesse rovinarla ancora di più. Tutto era
sottosopra e il paese era in--- quindi supporre che chiamarsi Yeltsin e per
confermare tale politica è assurdo e quindi risulta piuttosto imperscrutabile
come... chiama un uomo che aveva tutt'altra personalità e mentalità. Quindi
supponiamo perciò che la chiamata di Putin fosse imposta al circolo di Yeltsin
da quei gruppi che poi saranno invece coloro ai quali Putin farà riferimento.
Il passaggio dalla Presidenza, dal Primo Ministro a Presidenza della Repubblica
fu incredibilmente rapido. Vuol dire che le pressioni per mettere fine al
periodo di Yeltsin erano violentissime né Yeltsin poteva resistervi e forse
neanche voleva. Sta di fatto che da una Presidenza provvisoria non eletta si
passo ad una Presidenza eletta che renderà Putin da quel momento in poi il
protagonista radicale della via e della società Russa. Quali caratteristiche
presentava Putin rispetto al passato e per il futuro. Aveva caratteristiche da
quelle dire personale, cioè l'uomo Putin, lavoratore, scrupoloso, integro
fisicamente, non dedito all'alcol, al gioco, ne infondo almeno in quel periodo
ad una vita sessuale sregolata, con una moglie precisamente definibile, due
figlie, e nessuna voce di altre situazioni, almeno in quel periodo. Uomo di
apparato, gli unici organismi insieme all'esercito che in qualche modo
reggevano la Russia ma soprattutto San Pietroburghese, patriota, erede
dell'eroismo della sua città e a quanto sembra non insensibile alla religione
ortodossa che sia stata o non sia stata la moglie a indurlo a tale fede, sta di
fatto che Putin ma è una ricorrenza nella vita Russa fino ad un certo periodo
del più crudo ateismo di stato dell'era Staliniana e Putin capì immediatamente
che la religione ortodossa doveva rinascere per dare un'identità alla Russia
una volta perduta l'identità sovietica comunista.
Si
precisava in tal modo quello che sarà l'orientamento fermo dell'era Putin, la
nazione, la patria, il patriottismo, la memoria storica degli scopi difensivi
della Russia del cordone di salute che la Russia ha sempre cercato nei confini
con la Polonia, con la Germania, con la Turchia, con i paesi che poi si sono
staccati dalla Unione Sovietica, i paesi Baltici, l'Ucraina, la Georgia e così
via e un tentativo di ridare energia, efficienza all'economia. L'economia
doveva diventare nazionale non collettivistica ma nazionale. Questo è un punto
essenziale per capire la politica di Vladimir Putin, e spesso su questo
argomento si fa confusione. Il liberismo putiniano posto che esista, era
soprattutto il possesso nazionale delle ricchezze nazionali. Le ricchezze
nazionali dovevano servire alla Russia e pur gestite in maniera non del tutto ossequente
della libera concorrenza presunta spesso occidentale pur costituendo enormi
monopoli spesso avevano lo scopo essenziale di restare in mano russa. Questo fu
il termine abusato ma rivoluzionario di Putin e di coloro che lo circondavano e
lo suggerivano. Il patriottismo economico, le grandi fonti di energia ad
esempio erano in mano russa a differenza dell'era Yeltsin in cui si credeva che
solo l'apporto di una mentalità abituata al capitalismo come era quella
soprattutto anglosassone poteva imporre
all'interno della Russia il ger.. e del liberalismo e del liberismo. Putin ritiene
che è il patriottismo che può stabilire un liberismo specificamente russo il
cui connotato è essenzialmente l'economia in mano russa, quindi un limite ai
capitali stranieri, quindi un limite alla vendita delle fonti di energia e
delle altre ricchezze nazionali russe e questo susciterà e suscita
violentissime denegazioni da parte dell'occidente il quale accusa questa
economia monopolistica, nazionalista di essere contraria agli scambi alle
vendite alla circolazione dei capitali e quindi di non costituire un'economia
di mercato e in forma impropria di costituire un'economia statalista. Ma non è
così perché l'economia russa, questo tipo di economia di grandissimi gruppi
entrano nel mercato mondiale soltanto che non possono essere presi dal mercato
mondiale. C'è un rifiuto radicale, netto alla vendita del patrimonio delle
materie prime russe agli stranieri come proprietà straniera non come vendita
dei prodotti ovviamente. Questa è la novità del putinanesimo che nell'arco di
pochissimo tempo, con la proprietà russa delle ricchezze russe e questi grandi
gruppi che li gestivano e con dei dirigenti nominati dal potere resero la
Russia un paese trasformato in maniera nettissima. Si discute tanto della Cina
e si esalta l'incredibile sviluppo cinese di cui comunque per ora stiamo
osservando una possibilità di crisi idonea ad ogni più drammatico sviluppo. La
Russia non era da meno. Le città si trasformavano si riacquistavano la bellezza
e la grandiosità del passato, le chiese venivano ricostruite, le strade le
ferrovie, le abitazioni varie, tutto era ripulito, città come Mosca, come San
Pietroburgo... non avevano niente di meno e anche in questo periodo difficile
non hanno niente da invidiare a nessuna delle più grandi metropoli occidentali,
i costumi mutarono radicalmente, la parte consumistica della società
occidentale fece presa totale nella società russa, la moda. L'alimentazione, i
negozi furono invasi da prodotti occidentali di cui i russi erano e sono
assolutamente avidi, una libertà incredibile rispetto al passato serpeggiava
nel paese e tuttora continua, solo chi ritiene i passaggi storici idonei a fare
in poco tempo più che miracoli, sortilegi. Criticare questo sviluppo sarebbe
assurdo negare i ritardi di uno stato di diritto, la corruzione, i favoritismi
di stato ma sarebbe altrettanto improprio non capire che bisogna costituire dei
gruppi omogenei e soprattutto disposti a riversare tenuto conto della
corruzione e della rapina sulla società in benessere che queste forme di
economie suscitavano. In sostanza la Russia dall'era Putin cambiò in maniera
totale e cambio anche la politica russa.
Il contenuto degli articoli dei collaboratori, esprimono il pensiero degli autori e non necessariamente rappresentano la linea editoriale che rimane autonoma e indipendente.
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