26 giugno 2015

Introdurre la discussione spirituale nel dibattito politico

Rev. Dott. William McComish
Presidente dell’Appello Spirituale di Ginevra, Svizzera


Il problema può essere risolto solo quando le persone sul campo si parlano e trovano la soluzione alla questione su come dovranno convivere.

Da cittadino e lavoratore di Ginevra, ho pensato a una serie di punti riguardo la possibilità di tenere una conferenza a Ginevra, in parallelo a "Ginevra II".
Ho un certo numero di osservazioni da fare. Non mi sono consultato con i miei colleghi, ma sto parlando a titolo personale. La mia domanda è: su che cosa sarebbe questa conferenza che è stata proposta? Quali sarebbero i suoi obiettivi? Mi pare che un obiettivo molto importante sarebbe l'introduzione della discussione religiosa e spirituale in quello che sta per diventare un altro dibattito politico, un dibattito politico molto mascolino. 
Penso che sia importante l'esistenza di una conferenza religiosa che riunisca altre persone, incluse donne e uomini di religione che non prenderanno parte alle discussioni tra le grandi potenze a Ginevra. Mi pare importante che a questi gruppi basati su religioni diverse, per i quali la propria fede è parte importante della loro identità, sia dato modo di esprimersi in qualche modo.
Un obiettivo ovvio di questa conferenza non dovrebbe essere semplicemente quello di analizzare quel che è successo in Siria oggi. A un certo punto, ci limitiamo a sperare che i conflitti abbiano fine e che le persone debbano vivere insieme. Come convivranno? Come hanno convissuto nel passato? È possibile creare le condizioni per un buon vicinato?
La mia esperienza di vita è di qualche rilevanza, poiché sono stato coinvolto nella risoluzione del conflitto nell'Irlanda del Nord, perché è lì che sono cresciuto, tra quelli che sono chiamati Protestanti e quelli che sono chiamati Cattolici. Il problema tuttavia non è ancora risolto, e dovrà essere risolto dal popolo stesso.
L'altra situazione nella quale sono stato molto coinvolto si è verificata nell'isola di Sulawesi (o Celebes) in Indonesia, che ha visto il conflitto tra Musulmani e Protestanti. Ancora una volta c'è stato un diffuso fenomeno d’infiltrazioni di gruppi estremisti da entrambe le parti. Ancora, il problema può essere risolto solo quando le persone sul campo si parlano e trovano la soluzione alla questione su come dovranno convivere.
Uno dei principali ostacoli alla pace in Siria consiste nel fatto che la guerra in Siria mi ricorda la principale guerra della mia gioventù, la guerra in Vietnam. Si è trattata di una sorte di guerra surrogata tra i due blocchi di potere del momento, il mondo capitalista e il mondo comunista. La guerra in Siria è una guerra surrogata, tra l’Islam sciita e sunnita, e parte della risoluzione del conflitto dipende da coloro che stanno combattendo questa guerra, che dovrebbero riuscire a parlarsi e dire: “Abbiamo delle differenze, e vogliamo trovare la soluzione tra di noi, senza far sì che il nostro paese si trasformi in un campo di battaglia tra le due parti (Sciiti e Sunniti)”.
Da cittadino di Ginevra, l’idea di tenere una conferenza parallela suona come un’idea eccellente. Chi inviterà le persone alla conferenza? Chi selezionerà gli invitati? Chi si occuperà della location per la conferenza? Sul piano meramente pratico, chi pagherà le spese? Chi comunicherà con la stampa? Chi dirà al mondo della nostra conferenza parallela? Sarebbe facile avere una conferenza amichevole in Siria con Siriani selezionati per un evento “feel-good”, per sentirsi tranquilli e con la coscienza a posto. Quel che dobbiamo fare è portare insieme persone in conflitto. È solo aiutando i Siriani a prepararsi al proprio futuro, che la conferenza potrà definirsi riuscita.
Quando venite in Svizzera, trovate un paese con due religioni principali, quella cattolica e quella protestante, e quattro lingue nazionali. La Svizzera ha un passato di guerre civili per motivi religiosi. Fino all’inizio del XX secolo, la Svizzera era un paese povero. Perché la Svizzera ha poi prosperato così tanto? La Svizzera è una confederazione di diversi stati, ognuno con il proprio governo, il proprio servizio sanitario, il proprio sistema legale, parlamento e lingua (o lingue, perché molti sono bilingue). A livello federale abbiamo l’esercito, il servizio ferroviario e la politica estera. Non abbiamo la pretesa di dare lezioni agli altri popoli, ma abbiamo scoperto che questo sistema funziona per noi. Non possiamo semplicemente prendere il sistema svizzero e portarlo in Siria. Non desideriamo sbandierare il nostro sistema davanti alla Siria: sta ai Siriani decidere per loro stessi.
Penso che vogliate invitare personalità locali, sia del campo religioso che di quello politico. Per la politica dovete invitare le amministrazioni locali, e il governo nazionale. Poi dovete invitare le autorità internazionali. Per la religione, abbiamo buone relazioni interreligiose qui a Ginevra. Nel 1999 l’ambasciatore svizzero presso le Nazioni Unite chiese se potevamo fare qualcosa per il Giorno delle Nazioni Unite nel 1999. Questo prima degli attacchi dell’11 settembre, ma già allora eravamo molto consapevoli dei conflitti religiosi nel mondo. Nel mio ufficio, un gruppo di persone s’incontrò e scrisse l’Appello Spirituale di Ginevra. Questo documento fu sottoscritto a Ginevra in occasione del Giorno delle Nazioni Unite del 1999, da leader religiosi di diverse fedi ed esponenti della società civile. Vi erano incluse personalità buddiste, cristiane (vetero-cattolici, ortodossi, protestanti e cattolici di Roma), ebree, induiste, Baha’i e musulmane, così come leader della società civile, inclusi il Presidente della Croce Rossa e l’Alto Commissario per i Rifugiati presso le Nazioni Unite. Abbiamo scoperto che questo testo è diventato sempre più importante, con il passare del tempo.

Poiché le nostre convinzioni personali o le religioni cui aderiamo hanno in comune il rispetto per l’integrità del genere umano,
Poiché le nostre convinzioni personali o le religioni cui aderiamo hanno in comune il rifiuto dell’odio e della violenza,
Poiché le nostre convinzioni personali o le religioni cui aderiamo hanno in comune la speranza di un mondo migliore e più giusto,
Rappresentando le comunità religiose e la società civile, noi facciamo appello ai leader del mondo, in qualsivoglia campo di influenza, ad aderire totalmente a questi tre principi:
  • Il rifiuto a invocare il potere religioso o spirituale per giustificare qualsiasi tipo di violenza
  • Il rifiuto a invocare fonti religiose o spirituali per giustificare discriminazione ed esclusione
  • Il rifiuto a sfruttare o dominare altri individui per mezzo della forza, della capacità intellettuale o della persuasione religiosa, della ricchezza o dello status sociale
Basato sui tradizionali valori della città di Ginevra, fondati su accoglienza, asilo e compassione, il nostro Appello è aperto a tutti coloro le cui convinzioni sono in sintonia con questi tre richieste.
Se quindi questa conferenza parallela si terrà a Ginevra, si terrà in luogo vero, con una politica vera e vera amicizia interreligiosa.


Il Rev. Dott. William McComish è decano emerito della Cattedrale di S. Pietro a Ginevra (Svizzera) e Presidente dell’Appello Spirituale di Ginevra. È consigliere religioso al World Economic Forum, Davos. Ha conseguito una Laurea Magistrale al Trinity College di Dublino e il Dottorato in Teologia all’Università di Ginevra, e ha dato lezioni di storia, letteratura e religione comparata in numerose università. È tesoriere generale della World Alliance of Reformed Churches. Le sue pubblicazioni includono: “The Epigones: A study of the theology of the Genevan Academy at the time of the Synod of Dort”; “Permettez-moi de m’expliquer”; “L’Evangile au Coeur de la cite” e “Mémoires à l’envers”.

Nessun commento:

Posta un commento