18 dicembre 2019

QUEL CHE RESTA DEL NULLA

di Antonio Saccà

È la Globalizzazione una tendenza evolutiva inarrestabile connessa alla universalizzazione ossia alla distruzione delle specificità locali, nazionali? Si va ineluttabilmente verso la cosiddetta società mondo dove tutto è simile dappertutto e si dissolvono tradizioni, costumi, abitudini, stili di vita anzi addirittura si combatte ogni identità differenziata ritenendola pregiudizio, chiusura, localismo ritardato? Di sicuro un frettoloso cambio di popolazione, di alimenti, di religioni, di criteri valutativi suscita disorientamento, neurosi sociale, anomia e può generare sovranismi difensivi da non sottovalutare e da non considerare retrogradi o autoritari. Le trasformazioni troppo veloci e con esito non di certo apprezzabile generano queste reazioni. Non è sicuro che avremo un nuovo ellenismo, una mescolanza rigenerativa di varie culture per una nuova cultura, è possibile un processo di uniformità senza qualità, all'ammasso.
Si che difendere le civiltà, conoscerle, amarle se meritano, valorizzarle, accrescerle resta la via diritta, a volere il meglio non si difetta. Del resto non c'è dialogo se non c'è diversità e diversa identità. Il valore della libertà e dell'individuo come fondamento della civiltà europea è coessenziale alla civiltà europea, l'Unione Europea ha il compito di tutelare “questa” civiltà europea, è il momento di forgiare la sovranità europea, la civiltà europea è sotto attacco da una globalizzazione caotica e indifferenziata, e dai rapporti di potenza con paesi esterni. Vi è anche un pernicioso attacco demografico e uno spirito di accoglienza rinunciatario o avversativo. Basta soltanto ma assolutamente raccogliere la civiltà europea nel percorso delle sue conquiste ed apporti dalla Grecia, a Roma, al cristianesimo, al liberalismo, al socialismo democratico, alla sterminata animazione culturale-artistica, al valore dell'individuo libero, basta difendere questa civiltà, tramandarla e aprirsi senza rinnegarsi. L'Unione Europea ha consistenza se difende la civiltà europea. La civiltà europea potrebbe ricevere uno scossone micidiale se l'Unione Europea non avesse coscienza di difendere la civiltà europea e si orientasse a ritenere la globalizzazione l'unico scopo a cui avvincersi. Lo scopo dell'Unione Europea è la Civiltà Europea! La Globalizzazione la dobbiamo vivere da Civiltà Europea non da soggetti anonimi. Vi è coscienza che l'Unione Europea deve servire la tutela della civiltà europea e sopra tutto riconoscerla, identificarla? In una notazione, Giorgio Gasperoni, riferendo di una problematica aperta alla nomina di Ursula von der Leyen alla Presidenza della Commissione Europea ne evidenziava una dicitura, che l'Europa ha un suo stile di vita, è un modo misurato per dire: una sua civiltà. Bene. Ottimo inizio. La concezione che per coesistere bisogna rinnegarsi è dissoluzione. Per coesistere bisogna avere una identità, accettare ma anche respingere. La società e ancora più le civiltà non sono tubi di passaggio. Se l'Unione Europea non si fa identificare, saranno le nazioni a ristabilire l'identità. Se manca la sovranità europea, subentra la sovranità nazionale. A meno che non perveniamo alla società liquida. Una società senza connotazioni di civiltà. Ma l'Europa ha sempre ritrovato la civiltà europea.

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