2 febbraio 2011
Dossier sul fenomeno migratorio
Di Giorgio Gasperoni
Diritti Umani e Migranti
Il Segretario Generale dell’ONU Ban Ki- moon ha parlato al Parlamento Europeo lo scorso Ottobre 2010. Il Segretario ha richiamato l’attenzione sui Diritti Umani Universali, la richiesta di lottare contro la povertà, la sensibilizzazione ai cambiamenti climatici, e l’avanzamento degli obiettivi del Millennio.
In un report di Thalif Deen, Int. Press Service, viene evidenziato che in un contesto di crescente xenofobia e tendenze anti-immigrazione in Europa Occidentale, le Nazioni Unite hanno celebrato “The International Migrants Day” (Giorno Internazionale del Migrante), nella settimana prima di Natale, chiedendo a tutti i Membri Stati di ratificare la Convenzione del 1990 che chiedeva di proteggere i migranti a livello mondiale.
L’appello del Segretario è diretto principalmente verso gli Stati Occidentali dove risiedono più di 215 milioni di immigranti, i quali hanno rifiutato di ratificare un trattato che obbliga queste nazioni a dare protezione e sicurezza ai lavoratori immigrati. “La situazione irregolare di molti immigranti non dovrebbe privarli sia della loro dignità umana che dei loro diritti”, Ha affermato Ban Ki- moon il 18 dicembre, il giorno prima del “Giorno Internazionale del Migrante”.
Il trattato che è diventato legale nel Luglio del 2003 con la firma di 20 nazioni, principalmente quelle che danno forza lavoro migrante, come l’Egitto, lo Sri Lanka, le Filippine, la Turchia, il Ghana, il Messico, l’Algeria e il Marocco. Le Nazioni occidentali hanno eluso il trattato soprattutto quelle che hanno una vasta popolazione immigrata come la Gran Bretagna, gli Stati Uniti, la Francia, la Germania e l’Italia.
Nisha Varia, esperta ricercatrice sui diritti delle donne presso HRW(Human Right Watch), ha detto che molti governi hanno peggiorato la situazione con politiche che aggravano la discriminazione o rendono difficile per gli immigranti, anche contattare le autorità per chiedere aiuto. Ha detto che le politiche di immigrazione espongono i migranti all'abuso, compreso lo sfruttamento del lavoro, la violenza, la tratta, maltrattamenti nella detenzione, e le uccisioni. Inoltre, i paesi coinvolti offrono delle risorse limitate nella ricerca di giustizia.
L'aumento della xenofobia è evidente soprattutto in Europa occidentale, anche in paesi come Francia, Italia, Germania e Svizzera, e anche negli Stati Uniti.
“Durante i periodi di difficoltà economiche”, Varia ha continuato, “le popolazioni locali possono incolpare gli immigrati di portare via lavoro, anche se essi non sono disposti a svolgere tali mansioni, e i governi devono affrontare il sentimento xenofobo che può condurre alla discriminazione e alla violenza contro gli immigrati".
Un altro aspetto importante da tenere in considerazione sono, secondo la Banca Mondiale, i flussi delle rimesse verso i paesi in via di sviluppo che è passato da 278 miliardi dollari nel 2007 a 325 miliardi dollari nel 2008. Nel 2009, però, le rimesse sono scese a 307 miliardi dollari.
Nel suo rapporto, HRW sottolinea che molti paesi si basano sui lavoratori immigranti per colmare carenze di manodopera in lavori a bassa retribuzione, pericolosi e scarsamente regolamentati. L'organizzazione per i diritti umani ha inoltre documentato lo sfruttamento del lavoro e gli ostacoli al risarcimento per gli immigranti in agricoltura, lavoro domestico, e l’edilizia in nazioni come Indonesia, Malesia, Kazakistan, Kuwait, Libano, Arabia Saudita, Tailandia, Emirati Arabi Uniti, e Stati Uniti.
Uno studio pubblicato all'inizio di quest'anno dall’University College di Londra ha dimostrato che i nuovi arrivati dall'Europa dell'Est hanno pagato il 37 per cento in più tasse di quanto hanno ricevuto in benefici e servizi pubblici nel 2008-09. Gli immigranti hanno contribuito molto di più in termini di fornire importanti servizi pubblici come medici, infermieri o addetti alle pulizie nel Servizio Sanitario Nazionale.
Questi studi mettono in rilievo che dal livello parlamentare, alla gente della strada, o discussioni al bar o a cena, ci sono accesi dibattiti circa l'impatto degli immigranti sull’identità nazionale, sulla sicurezza, l'occupazione, la sanità e la previdenza sociale - tutte quelle cose che compongono il tessuto di una società.
Purtroppo, molte di queste discussioni sono basate su emozioni e miti e non sulla realtà sociale ed economica. La migrazione ora e in futuro sarà guidata dalle tendenze economiche mondiali, sociali e demografiche e questo fatto non può più essere ignorato.
Una delle ragioni di questo forte aumento sarà il calo della popolazione nei paesi industrializzati del mondo, un calo previsto di quasi il 25 per cento entro il 2050, in accordo alle ricerche. Questo aumenterà in modo significativo la domanda di lavoratori immigranti in un momento in cui la forza lavoro nei paesi in via di sviluppo aumenterà da 2,4 miliardi nel 2005 a 3,6 miliardi nel 2040.
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