2 febbraio 2011

La visione di pace dell’associazione L’Arcobaleno:

servizi alla persona e alle famiglie per una integrazione pacifica che salvaguardi la propria specificità nel rispetto reciproco e alla scuola un supporto all’educazione interculturale per la valorizzazione delle potenzialità e delle aspettative di ognuno.


Alle porte di Bergamo, località Colognola da 15 anni è nata l’associazione di volontariato L’Arcobaleno che progetta e attua iniziative mirate all’integrazione dei cittadini non italiani all’interno della nostra società oltre ad organizzare corsi di formazione linguistica, sociale ed informatica. Per capire meglio da che bisogni è nata, quali sono le attività in cui si impegna e gli obiettivi che la guidano abbiamo avuto l’opportunità di intervistare Graziella Vavassori, fondatrice e attuale Presidentessa.

Già dalle sue prime parole traspare la sincerità e la voglia di capire l’altro che caratterizzano L’Arcobaleno: “La nostra associazione sorse in modo spontaneo per rispondere al bisogno di un gruppo di donne marocchine incontrate in un negozio di quartiere 15 anni fa. Relazionarsi con il commerciante le metteva a disagio, avevano bisogno di farsi capire in una lingua a loro estranea e così pensai con alcuni collaboratori di creare una scuola di italiano per adulti del tutto gratuita”.

La scuola per adulti continua ad esistere, è totalmente gestita da volontari e oggi conta 13 classi articolate su più livelli in cui oltre alla formazione linguistica viene data un’educazione alla cittadinanza. Nel corso degli anni il numero degli iscritti è andato aumentando ed oggi conta persone provenienti da ben 58 nazioni diverse da cui L’Arcobaleno trae una grande ricchezza - prosegue la Presidentessa.



Altri servizi forniti agli adulti vanno dai corsi di informatica, a corsi di educazione stradale per migranti, corsi di formazione rivolti a insegnanti di lingua italiana per stranieri e ancora corsi di formazione per i migranti che una volta imparata la lingua vogliono a loro volta iniziare ad insegnarla.

Per quanto riguarda gli interventi de L’Arcobaleno nelle scuole, proprio dal primo gruppo di donne per cui venne creata la scuola di italiano provengono alcune delle mediatrici culturali che oggi lavorano a nome dell’associazione in molte scuole di Bergamo e provincia. Oltre ai mediatori culturali tutti di nazionalità diversa, L’Arcobaleno si avvale di educatori, facilitatori linguistici, psicopedagogisti e psicologi per un totale di 26 operatori che offrono un valido aiuto agli insegnati di scuole materne, elementari, medie e superiori. La loro presenza agevola i rapporti tra insegnanti e genitori stranieri, rende più semplice l’inserimento di bambini e ragazzi da poco immigrati e stimola la presa di coscienza da parte di tutti gli allievi stranieri e non dell’importanza di un rapporto sano e aperto con gli altri a prescindere dall’etnia di origine. Nello specifico L’Arcobaleno consegue questa finalità tramite laboratori multietnici, laboratori di relazione ed accoglienza e cineforum.



La Presidentessa ci spiega che la realizzazione di tutte queste attività è possibile grazie a diversi bandi di concorso che L’Arcobaleno ha vinto a livello comunale, provinciale e regionale e aggiunge: “Spesso la gente teme favoritismi e brogli nell’assegnazione dei finanziamenti pubblici, io invece sono molto grata alle istituzioni. Sono convinta che se i nostri progetti hanno riscosso successo e fiducia è perché si basano sui reali bisogni di bambini, adolescenti ed adulti. Attualmente è in atto una sana collaborazione con l’Assessore ai servizi sociali di Bergamo”.

L’integrazione costruita sulla conoscenza dell’altro e sul rispetto reciproco è un concetto molto caro a Graziella che aggiunge: “si può ragionare su come chiamarla ma la cosa importante dell’integrazione e che tutti si mettano in discussione. Spesso ho sentito persone spaventate considerare gli immigrati come persone che arrivano per portarci via qualcosa, ma questi pensieri sono dettati solo dalla paura e dalla mancanza di conoscenza”. Graziella prosegue dicendo che “nonostante fatiche ed ostacoli ciò che ci ha fatto continuare per tutti questi anni è un amore profondo per la persona perché bisogna rendersi conto che nonostante la provenienza diversa siamo tutti uguali, abbiamo gli stessi bisogni, le stesse emozioni, ansie e amori…”. Il messaggio che L’Arcobaleno diffonde è che ognuno di noi è diverso dagli altri, italiani e non e che la diversità è una grande ricchezza per questo è molto importante rimanere se stessi.

L’Arcobaleno grazie ai volontari si occupa ormai di immigrati a 360 gradi, oltre alla scuola di italiano e alle diverse attività nelle scuole: organizza incontri a tema con personale medico, assiste e accompagna donne in gravidanza presso le strutture sanitarie… perché come ci ha ricordato Graziella: “A volte basta poco per alleviare le sofferenze degli altri, per non far sentire gli immigrati esclusi e soli e la cosa più bella è che nascono bellissime amicizie!”.

Tra le altre attività di supporto all’integrazione ricordiamo: la ricerca di abitazione e il supporto con le relative pratiche burocratiche, il reperimento di mobili e l’assistenza durante l’allestimento, consulenze per proporsi al meglio sul mercato del lavoro (bilancio competenze, compilazione curriculum, simulazione colloquio), la raccolta di vestiario, cose per la casa, giocattoli e cibo grazie alla solidarietà delle famiglie del quartiere per darle poi a chi ne ha più bisogno.

Oltre a tutto ciò L’Arcobaleno organizza momenti di aggregazione (feste, attività sportive, ecc…) per favorire la socializzazione e la reciproca conoscenza di culture e tradizioni.



In conclusione parlando del lungo e complicato processo di accoglienza, Graziella ci parla di come questo periodo di crisi abbia peggiorato le cose: “A livello generale non ho visto negli anni una trasformazione nelle modalità di accoglienza, spesso gli abitanti del Paese che accoglie gli immigrati hanno ansia e paura. Qualche anno fa c’erano però alcune possibilità in più, ora le spese per un immigrato sono ancora più alte. Spesso non ha un lavoro e la vita è costosa. La crisi ha aumentato il numero dei poveri anche tra gli italiani e questo impoverimento della società ha aumentato la paura dello straniero”.

In questo tempo di crisi L’Arcobaleno ha iniziato a prendersi cura anche di molti italiani, spesso anziani che utilizzando parte della pensione per aiutare i figli rimasti disoccupati non hanno più di che vivere. Dice in chiusura la Presidentessa de L’Arcobaleno: “La nostra missione è in modo trasversale prenderci cura delle persone senza distinzioni, lavorando contro il pregiudizio perché le persone sono persone a prescindere dalla provenienza!”.

Il messaggio che ci viene da questa nobile associazione è senza dubbio di speranza, in tempi in cui è facile avere paura, diffidare e chiudersi nel proprio piccolo io mentre invece ci vuole coraggio per partecipare e voler fare insieme. Un grazie di cuore a Graziella e a tutti quanti collaborano con L’Arcobaleno!

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