14 giugno 2025

Dichiarazione della Universal Peace Federation sull’Escalation tra Israele e Iran

14 giugno 2025

New York, United States - La Universal Peace Federation (UPF) esprime profonda preoccupazione per la recente escalation delle ostilità tra lo Stato di Israele e la Repubblica Islamica dell’Iran. Rivolgiamo un appello urgente alla moderazione, alla protezione dei civili e a un rinnovato impegno verso un confronto costruttivo. Questa crisi in atto sottolinea la necessità fondamentale di una leadership che dia priorità al dialogo, alla de-escalation e ai principi umanitari.

Questo confronto non solo mette in pericolo vite innocenti, ma aggrava anche le già esistenti tensioni regionali. Esortiamo tutte le parti a rispettare il diritto umanitario internazionale e ad astenersi da azioni che possano portare a un’ulteriore escalation.

UPF ricorda l’impegno della propria Middle East Peace Initiative, che da tempo riunisce leader di diversa provenienza per promuovere il dialogo e la cooperazione in tutta la regione. Riconosciamo inoltre l’importanza di quadri internazionali come gli Accordi di Abramo e il Documento sulla Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la Convivenza Comune, entrambi strumenti che hanno aperto preziosi canali di comprensione e scambio. Queste iniziative dimostrano che il confronto – seppur complesso – è possibile, necessario e benefico.

Incoraggiamo i leader religiosi e delle comunità in Israele, Iran e nelle nazioni vicine a sostenere attivamente gli sforzi di costruzione della pace e a facilitare la cooperazione umanitaria. I popoli ebraico e persiano, entrambi ricchi di patrimonio spirituale e culturale, condividono tradizioni che promuovono la pace, la compassione e il rispetto per la vita. Una pace duratura deve radicarsi in un’educazione che favorisca empatia, comprensione reciproca e rispetto.

Invitiamo inoltre le comunità della diaspora a svolgere un ruolo costruttivo attraverso attività di sensibilizzazione, advocacy e iniziative di ponte che promuovano il dialogo e la de-escalation.

Esortiamo inoltre le Nazioni Unite e gli attori regionali ad adottare misure pratiche volte a costruire la fiducia e ridurre il rischio di conflitto. Una pace sostenibile richiede comunicazione costante, trasparenza e un sincero impegno verso la diplomazia.

In vista della Giornata Internazionale della Pace del 21 settembre, UPF invita tutti i governi a considerare cessate il fuoco temporanei, misure di rafforzamento della fiducia o iniziative umanitarie congiunte. Questo momento di crisi deve essere un catalizzatore per la riflessione, la moderazione e una diplomazia preventiva.

La Universal Peace Federation si dichiara pronta a sostenere ogni sforzo volto al dialogo, alla riconciliazione e alla cooperazione regionale.

Dr. Tageldin Hamad

Presidente Internazionale, Universal Peace Federation

13 giugno 2025

Etica e Intelligenza Artificiale dopo il crollo di Babele

L’algoretica di Paolo Benanti come fondamento di un nuovo umanesimo digitale

Nel dibattito contemporaneo sull’intelligenza artificiale, spesso dominato da entusiasmi tecnicistici o paure apocalittiche, si alza una voce lucida e profetica: quella del teologo Paolo Benanti. Questo saggio, ispirato alla sua opera Il crollo di Babele, riflette sulla necessità urgente di un’etica degli algoritmi — l’algoretica — come fondamento per un nuovo umanesimo digitale. Attraverso un’analisi attuale e multidisciplinare, proponiamo una lettura critica e costruttiva del rapporto tra intelligenza artificiale, educazione, cittadinanza e dignità umana. Una visione pericolosamente attuale, ma anche ricca di speranza.

A cura di Giorgio Gasperoni

Nel suo saggio Il crollo di Babele (San Paolo, 2024), il teologo e bioeticista Paolo Benanti utilizza l’antico mito biblico della torre di Babele come chiave di lettura del nostro presente digitale. L’utopia iniziale di una rete globale capace di unire popoli e culture si è rovesciata nel suo contrario: una frammentazione dell’informazione, una crisi del linguaggio condiviso e una crescente disumanizzazione della comunicazione. Oggi, a fronte di un’evoluzione tecnologica rapidissima e pervasiva, soprattutto nel campo dell’intelligenza artificiale, emerge l’urgenza di una riflessione morale profonda: come custodire la centralità della persona umana in un mondo sempre più governato dagli algoritmi?

Il sogno infranto della rete

Negli anni Dieci del nuovo millennio, Internet sembrava la promessa di una nuova torre positiva: una

Il Dialogo Cristiano-Musulmano: Una Storia Complessa e le Sfide del Presente

L’articolo trae spunto dal capitolo 15 di The Wiley-Blackwell Companion to Inter-Religious Dialogue (a cura di Catherine Cornille), in cui Daniel Madigan, SJ, ripercorre il cammino storico del dialogo tra cristiani e musulmani.

di Giorgio Gasperoni

Una lunga tradizione di confronto e scambio

Il dialogo, inteso come scambio di idee e opinioni, accompagna le relazioni tra musulmani e cristiani fin dall’emergere dell’Islam nel VII secolo. Già il Corano e le prime tradizioni islamiche riportano riferimenti a discussioni tra i seguaci della nuova fede e le comunità ebraiche e cristiane dell’epoca, spesso divise sull’opportunità di accogliere la novità islamica. Come accaduto tra ebraismo e cristianesimo, anche l’Islam fu oggetto di polemiche da parte delle religioni già consolidate, a cui rispose con proprie argomentazioni. In molte religioni scritturali, tali polemiche sono confluite nei testi sacri una volta che le nuove fedi si sono istituzionalizzate, creando così una base intellettuale e religiosa per i successivi dibattiti apologetici e per il dialogo produttivo.

Contesto storico: tra coesistenza e tensioni

Nei primi secoli di dominio musulmano, le relazioni con le comunità religiose soggette si svolsero secondo la legge della dhimma: ebrei e cristiani (dhimmi) godevano di protezione legale, pur

8 giugno 2025

Apprezziamo il valore e la bellezza degli oceani

La Universal Peace Federation (UPF) è orgogliosa di unirsi alla comunità internazionale per celebrare la Giornata Mondiale degli Oceani, l’8 giugno 2025, all’insegna del tema ispiratore: “Wonder: Sustaining What Sustains Us” (Meravigliarsi di ciò che ci sostiene, per imparare a proteggerlo).

Oggi riconosciamo l’immenso valore degli oceani, fonte di vita, nutrimento e straordinaria bellezza. L’oceano fornisce cibo, regola il clima e sostiene una ricca rete di biodiversità. Ancora più importante, collega persone e nazioni, ricordandoci il nostro destino comune e la nostra interdipendenza.

I cofondatori di UPF hanno sottolineato il potenziale degli oceani come risorsa fondamentale di nutrimento e sostentamento per tutta l’umanità. Questa visione lungimirante continua a guidare i nostri sforzi nel promuovere l’uso sostenibile delle risorse marine a beneficio delle generazioni future

In qualità di ONG con status consultivo generale presso il Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite, UPF riafferma il proprio forte impegno a sostegno degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite e del principio di interdipendenza. La nostra visione – un mondo di pace fondato su valori spirituali e morali universali – è indissolubilmente legata alla cura e salvaguardia del nostro ambiente naturale, in particolare dei mari e degli oceani.

7 giugno 2025

Nasce il Podcast “Voci di Pace”: Un Nuovo Spazio per il Dialogo e la Cultura della Pace

Con grande piacere annunciamo la nascita del podcast Voci di Pace, un nuovo progetto editoriale promosso dalla redazione della rivista Voci di Pace.

Il podcast nasce dal desiderio di offrire uno spazio di approfondimento e confronto sui temi della pace, del dialogo interreligioso, dell’educazione alla cittadinanza globale e dell’etica contemporanea. Attraverso episodi periodici, con voci di esperti, testimoni e protagonisti, intendiamo dare voce alle esperienze, alle idee e alle buone pratiche che contribuiscono a costruire una società più giusta e solidale.

Ogni puntata sarà dedicata a un tema attuale, affrontato con un taglio divulgativo ma rigoroso, per favorire la riflessione e stimolare il dibattito nella comunità dei nostri lettori e ascoltatori.

Invitiamo tutti gli interessati ad ascoltare e a diffondere Voci di Pace:

Per restare aggiornati sulle prossime uscite, seguiteci anche sui nostri canali social e sul sito della rivista.

Link diretto al podcast

Oltre il Conflitto, Verso il Dialogo: Il Cristianesimo alla Prova del Pluralismo Religioso

 Abstract

Il pluralismo religioso, ben lungi dall’essere una novità della contemporaneità, rappresenta una costante
della storia cristiana e dell’umanità. A partire da World Christianity Encounters World Religions di Edmund Kee-Fook Chia, questo articolo ripercorre i principali snodi storici, teologici e pratici che hanno caratterizzato l’incontro tra cristianesimo e religioni mondiali: dalle radici bibliche e dallo sviluppo dello studio comparato delle religioni, fino alle svolte del Vaticano II, al “triplice dialogo” asiatico e alle teologie contemporanee del pluralismo. Si evidenzia come il dialogo interreligioso – ben riassunto nell’invito conciliare a “non rigettare nulla di quanto è vero e santo” nelle altre fedi – non rappresenti una semplice opzione strategica, ma una vocazione essenziale per la testimonianza cristiana oggi.

(A partire da Edmund Kee-Fook Chia, “World Christianity Encounters World Religions”)

Introduzione: Pluralismo religioso e urgenza del dialogo

“Il dialogo interreligioso non si apprende solo nei libri: si impara soprattutto nella pratica. La vera scuola del dialogo è la vita condivisa” (Chia). In un mondo sempre più interconnesso, questa prospettiva si fa esigenza vitale per ogni comunità cristiana chiamata a confrontarsi con la pluralità religiosa come dato di fatto, sia nel vissuto quotidiano che nelle sfide globali. Edmund Chia, teologo di origine asiatica e protagonista della riflessione interreligiosa, offre in World Christianity Encounters World Religions una guida preziosa per comprendere e vivere questo incontro, sottolineando la dimensione esperienziale del dialogo oltre le mere dottrine.

1. Dalle radici bibliche al pluralismo delle religioni

Le Scritture stesse sorgono in un contesto di pluralità. “Il racconto della creazione in Genesi non presenta un Dio di un solo popolo, ma un Dio creatore di tutti, fondamento di una teologia dell’umanità come famiglia universale” (Chia, p. 109). La Bibbia, con le sue narrazioni di esilio e ritorno, di fedeltà e tradimento, riflette costantemente la tensione tra universalità (il Dio di tutti i popoli) e particolarità (il

9 maggio 2025

Coscienza e realtà: una riflessione ispirata a Federico Faggin

di Giorgio Gasperoni

Negli ultimi anni, una voce fuori dal coro ha saputo richiamare l’attenzione della scienza a interrogativi più profondi: Federico Faggin, pioniere dell’informatica e inventore del primo microprocessore, ha dedicato la seconda parte della sua vita a una ricerca sorprendente – quella sulla coscienza.

Secondo Faggin, la coscienza non è un prodotto del cervello, né il risultato accidentale dell’evoluzione materiale. Essa è realtà primaria, preesistente alla materia, e non riducibile a un algoritmo. Le sue parole fanno eco a tradizioni filosofiche e spirituali antiche, per le quali la coscienza è ciò che dà origine e significato alla vita, e non il contrario.

Questa prospettiva rovescia la visione dominante. Non siamo macchine biologiche complesse, ma esseri coscienti che abitano un corpo. La materia non genera la vita, ma è piuttosto la vita – e la coscienza – a informare la materia. È una rivoluzione silenziosa, ma potente, che apre nuove strade al dialogo tra scienza e spiritualità.

Nel tempo dell’intelligenza artificiale, dove si sogna (o si teme) la nascita di una coscienza artificiale, la testimonianza di Faggin ci ricorda un punto essenziale: nessuna macchina potrà mai contenere l’infinito che è in noi. Non si tratta di nostalgia del passato, ma di custodia di una verità profonda: l’essere umano è irriducibile, perché cosciente, libero e unico.

In un mondo che corre verso il futuro, abbiamo bisogno di fermarci e ascoltare queste voci coraggiose. Perché solo una tecnologia che riconosce il mistero dell’uomo può essere davvero al servizio della pace.

L’intelligenza artificiale e la coscienza: una distinzione necessaria

di Giorgio Gasperoni

Nel dibattito sempre più acceso sull’intelligenza artificiale, emerge spesso una confusione tra ciò che le macchine sono in grado di fare e ciò che significa essere umani. La capacità dell’IA di elaborare enormi quantità di dati, generare linguaggio naturale, simulare emozioni o ragionamenti, affascina e inquieta. Ma vi è un punto su cui è urgente fare chiarezza: l’intelligenza artificiale non possiede né potrà mai possedere la coscienza.

La coscienza non è il prodotto di una quantità di calcolo, né un epifenomeno emergente della complessità. Essa è esperienza interiore, libertà, intenzionalità, e per molti anche apertura al trascendente. Le macchine, per quanto avanzate, non “sentono”, non “vogliono”, non “decidono”. Esse simulano comportamenti, ma non sono soggetti morali. Non hanno un “io”.

Questa distinzione non è solo filosofica: è etica, antropologica e spirituale. Se dimentichiamo che l’essere umano è insostituibile nella sua dignità, rischiamo di costruire società disumanizzate, in cui le persone sono ridotte a numeri e i criteri di giudizio a meri algoritmi. È compito della cultura, dell’educazione e anche della spiritualità, custodire questa differenza ontologica e non lasciarsi sedurre dalla mitologia tecnologica.

L’IA potrà essere un potente strumento al servizio dell’uomo, ma mai un sostituto della sua coscienza. La sfida etica del nostro tempo è proprio questa: utilizzare la tecnologia con intelligenza, ma vivere con coscienza.