14 novembre 2014

SIGNIFCATO DELLA PACE NEL MONDO MODERNO

Il Dottor Emmanuel D. Bezzina, brillante e noto avvocato esperto in diritto di famiglia, diritti umani, diritto costituzionale e diritto dei media, esercita la professione dal 19 Novembre 1977. Il Dottor Bezzina è a capo di un prestigioso e ben avviato studio legale.
Nell’ultimo decennio, il Dottor Bezzina si è dedicato all’approfondimento di ulteriori branche del diritto, ottenendo il titolo di Magister Iuris in diritto dell’Unione Europea e conseguendo un Master in Diritti Umani (interpretazione della libertà di espressione nell`UE), egli viaggia costantemente tra Bruxelles, Lussemburgo (sede della Corte Europea di Giustizia) e Strasburgo (sede della Corte Europea dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali).
Durante la sua lunga carriera il Dottor Bezzina ha approfondito lo studio della teologia e del diritto canonico, con particolare riferimento all'istituto del matrimonio.

di Emmanuel D. Bezzina

E’ alquanto ironico che molti leader mondiali si prodighino ad analizzare il concetto di Pace. Ben pochi di questi leader ci danno, infatti, una definizione della pace nel mondo.
Sembra che Pace non significhi altro per loro che dichiarare guerre in nome della pace, paradosso che porta milioni di miliardi nelle tasche dei diretti interessati, enormi perdite di vite innocenti, tragedie personali ma anche distruzione delle intere risorse di un Paese e, quando tutto questo scempio è terminato, allora gli stessi leader mondiali si affannano a convocare conferenze internazionali per la pace in quegli stessi Paesi in cui prima hanno portato guerra.
Quanta ipocrisia nel comportamento di questi nostri leader mondiali, che in nome della pace operano distruzione e massacri! Quanto ci sembra sensato che questi leader mondiali si proclamino ambasciatori della pace quando sono i primi a disintegrarla. Nel mondo moderno sono lampanti gli esempi di Iraq, Iran, Siria, Israele, Palestina, Province della Repubblica Democratica del Congo, Ruanda, Sudan e naturalmente Afghanistan, India e Pakistan e numerosi altri territori in cui i conflitti sono generati e rigenerati in nome della pace.
Le Nazioni Unite non sono né unite né tanto meno rappresentano le Nazioni, dichiara un membro stesso dell’organizzazione.
Esse sono espressione, piuttosto, di una ristretta cerchia d’individui che condividono contatti influenti e che in nome della pace creano fonti per generare enormi introiti di denaro, di cui beneficia ovviamente la medesima cerchia.
Si dia il caso recente dell’Ucraina e dell’accordo ufficiale di candidatura a membro UE.
E` opinione diffusa (e chi frequenta Bruxelles e Strasburgo è assolutamente consapevole di ciò) che l’UE è un`organizzazione che fa soprattutto l’interesse economico dei suoi leader, a nome di circa 500 milioni di cittadini Europei. Ma i leader europei hanno forse mai esplicitato che il loro principale obiettivo è diffondere e promuovere la pace all'interno dell'UE e oltre i suoi confini?
Si veda il vertice in Belgio, il 27 Giugno 2014, in cui si è assistito alla nomina di Juncker a Presidente della Commissione Europea, la più alta e influente carica nell’ambito delle istituzioni Europee.
Quale la ratio di tale nomina, è lecito domandarsi, in seno al controverso dibattito in sede decisionale, sennonché Juncker era il migliore uomo nelle circostanze attuali per rafforzare l`economia dell’UE.
Il nostro concetto di Pace dunque è strettamente legato all’ammontare di denaro che possiamo accumulare, mentre s’ignora il rovescio della medaglia: moltitudini di persone che stanno soffrendo di fame, estrema povertà, deprivazione dei loro diritti fondamentali, morti incolpevoli causate proprio da coloro che avrebbero dovuto prevenire queste sofferenze, stenti e morti in primo luogo.
Il caso dell`Ucraina è un classico esempio di quanto esplicitato fino a questo punto. L’UE era ben consapevole che l`Ucraina costituiva un obiettivo sensibile da quando i suoi confini si sono allineati (si prenda la Crimea ad esempio) alla Federazione Russia, nota come Unione Sovietica fino al collasso nel 1989 in seguito alla caduta del muro di Berlino. L’UE sapeva che il forte avvicinamento con l’Ucraina sarebbe stato un terreno insidioso da percorrere.
Qual è stato il risultato? La Russia è intervenuta appena il Presidente Putin, durante le gloriose Olimpiadi Invernali di Sochi, si è sentito umiliato dall`abuso di potere compiuto dall'Unione. Egli non si è preoccupato se l`intervento russo, direttamente o indirettamente, avrebbe avuto ripercussioni, come poi accaduto, e il gruppo dei Paesi finanziariamente e politicamente più influenti del globo ha chiesto alla Russia di non prendere ulteriori iniziative.
La Russia ha sofferto la decisione dei potenti Paesi occidentali di mettere nella black list un piccolo numero di oligarchi russi, amici stretti di Putin.
Ma chi ha davvero patito le conseguenze dell`avvicinamento tra Ucraina e UE? Il popolo ucraino, in primis. Sembra di assistere alla rinascita della Federazione Sovietica, dopo la separazione della Crimea e il suo posizionamento sotto la protezione russa.
Altre aree dell'Ucraina, ancora vicine alla Russia, staranno pensando di fare lo stesso? E’ il popolo ucraino a subire le drammatiche ripercussioni dell`abuso di potere da parte dei Leader UE e la situazione attuale vede il 26 Giugno 2014, il nuovo presidente ucraino firmare a Bruxelles un accordo di associazione all'UE, sicché la ridimensionata Ucraina diverrebbe beneficiaria di prestiti finanziari dall`UE e si avvierebbe verso la candidatura a membro effettivo dell’Unione.
Dov’è la pace in tutto questo? L`Ucraina versa ora in condizioni decisamente peggiori della situazione precedente all’accordo di associazione con l’UE, reo di aver provocato la Russia, che si è sentita autorizzata a mettere piede nel Paese, tutto ciò al sanguinoso prezzo di vite umane, perdita di territorio e sofferenza economica per diversi milioni di abitanti.
Questa tragedia poteva essere evitata. Papa Francesco I, attraverso le altamente sofisticate vie diplomatiche del Vaticano, in un breve lasso di tempo ha escogitato l’acuta mossa di organizzare un meeting religioso e diplomatico tra il Presidente dell'Autorità palestinese e il Presidente di Israele, due cariche di alto profilo che ho avuto l`opportunità di osservare a Giugno 2013 come parte di un comitato ufficiale in occasione di una visita formale a Malta del Primo Ministro di Israele e dell’Autorità palestinese.
La saga del Medio Oriente è una pagina scolpita nella storia dei popoli e, per quanto si aspiri alla pace in Medio Oriente, ciascuno sa nella propria coscienza che è un obiettivo irraggiungibile. Basti citare, per chi conosce le Sacre Scritture, il Salmo P122.6 "Pray for the peace of Jerusalem".
Difficilmente si assisterà all’affievolirsi di tali visite di diplomazia religiosa, è di questi giorni la notizia dell'omicidio di tre giovani Israeliani, adolescenti, rapiti mentre facevano l’autostop.
I loro cadaveri massacrati sono stati rinvenuti in un campo incolto, nascosti sotto cumuli di pietre.
E Israele ha immediatamente messo in atto ritorsioni, attaccando obiettivi di Hamas, a sud di Gaza.
Mercoledì, due Luglio, 2014 un giovane Palestinese è stato rapito e poi ucciso, bruciato vivo.
Ulteriori attacchi israeliti sono attesi. Numerosi i palestinesi arrestati in relazione al sequestro e all’omicidio e tra questi alcuni sono ex prigionieri che erano stati rilasciati in precedenza.
Dunque non importa quanto preghiamo, facciamo campagne e organizziamo pellegrinaggi per la pace in Medio Oriente, i vertici della politica, in nome della sicurezza, rendono impraticabile qualsiasi accordo di pace in Medio Oriente, la volontà di entrambi i fronti non sembra interessare i politici, assetati di soddisfare il proprio smisurato ego.
E dunque non resta che domandarci: qual è il significato della pace, ancora una volta, quando generazione dopo generazione di leader politici, appena saliti al potere, si disinteressano completamente della volontà dei cittadini.
Prendiamo in esame la situazione in Iraq e i feroci combattimenti che i musulmani compiono nel nome di Allah: fedeli alle parole Allah-u-akbar (Dio è grande), le fazioni sciite e sunnite si uccidono e si distruggono a vicenda, affinché il territorio diventi uno Stato islamico che apparterrà ai Sunniti o agli Sciiti, in base ai dettami del Corano.
Così, alcuni musulmani si rendono colpevoli di abuso dei precetti del Corano (la parola di Dio trasmessa a Maometto); come molti hanno abusato in passato della parola della Bibbia e dei Testi Sacri.
Eppure noi tutti apparteniamo allo stesso Dio. “Cosa c'è in un nome? Ciò che chiamiamo rosa anche con un altro nome conserva sempre il suo profumo. Una rosa profuma sempre come una rosa, anche se la chiami con un altro nome”. Scrive Shakespeare in Romeo e Giulietta.
Il mondo sarà continuamente afflitto dalle guerre perché la guerra alimenta il business: vendita di armi, distruzione di proprietà, il che implica nuovi contratti per ricostruire queste medesime proprietà, enormi perdite di vite umane, con il relativo mercato dei profughi.
Persone che pur condividono la stessa nazionalità, subiscono violenze, in ragione dell’appartenenza a una diversa Tribù, come accade in Ruanda, fra le Tribù di Hutu e Tutsi.
La tragedia della Siria, massacro e orribili torture che continuano incessanti, è affare noto alle Nazioni Unite che permettono il protrarsi di queste atrocità nell'esclusivo interesse, ancora una volta, di alcuni membri del Consiglio di Sicurezza e, come se non bastasse, il Presidente della Siria ha ricevuto la benedizione diplomatica dalla Comunità Internazionale.
Ebbene dunque, la Comunità Internazionale ha tentato a lungo di evitare una terza guerra mondiale, ma, a livello locale, sadici politici con i loro biechi egoismi stanno pilotando guerre territoriali nell’interesse della pace globale!
Non si sa se ridere o piangere di fronte alla debolezza della Comunità internazionale, così animata dai buoni sentimenti che tutti si proclamano “fratelli e sorelle” almeno finché nessuno pesta loro i piedi.
Al cospetto di tale scenario, in cui la politica è rea di strumentalizzare il concetto di pace [Machiavelli direbbe: “Il fine giustifica i mezzi”] è arduo formulare ipotesi su come chi desidera davvero la pace, la gente comune in primis, possa ottenerla.
Se pensassimo di percorrere la strada del comune accordo con la politica, come potremmo, da cittadini, istigare buone prassi e influire sui processi e negoziati di pace?
Nelle moderne democrazie sono le organizzazioni non governative a farsi portavoce della voce della gente comune che aspira alla pace.
Le organizzazioni non governative sono legalizzate e comuni a ogni paese, dunque, per la portata della loro azione, sarebbero in grado di provocare letteralmente uno tsunami in nome della pace.
Idealmente, sarebbe opportuno costituire un’organizzazione internazionale che coordini le varie ONG che istituzionalmente lavorano per la pace.
Le organizzazioni non governative internazionali sono mosse da nobili intenti, quali un utilizzo più appropriato dei mass media, affinché trasmettano realmente messaggi di pace.
La contemporaneità vede i mass media come esclusivo veicolo d’informazione appannaggio dei potenti e ciò vanifica ed eclissa persino la tradizionale separazione dei poteri in legislativo, esecutivo e giudiziario, come teorizzato da Montesquieu.
Ci si auspica che la coordinazione a livello internazionale delle organizzazioni non governative sia in grado di contrastare il monopolio dei media ad opera dei politici ed arginare le loro subdole manovre di controllo, possibilmente mediante la formazione di una vera e propria istituzione di pace internazionale.
Certo, forse appare un sogno ma non c’è modo migliore che sognare perché i sogni divengano realtà.
Gesù Cristo aveva un sogno ed è stato crocifisso per questo- Martin Luther King aveva un sogno ed è stato assassinato per questo- Abraham Lincoln, John F. Kennedy e non ultimo Papa Giovanni Paolo II, come molti nella storia, hanno combattuto per la pace.
E la pace non è certamente facile da ottenere, essendo il nemico per definizione di chi dichiara guerre per mero business. La speranza è che i semi piantati possano germogliare.

Il Dottor Bezzina è cittadino maltese, il suo studio ha sede a Valletta, la capitale della Repubblica di Malta, di recente insignita della nomina a capitale Europea della Cultura per l’anno 2018. Nel 1996 ha aderito alle iniziative della Universal Peace Federation ed è tra i fondatori dell`International Peace Council, a New York.
Si può contattare l’autore all’indirizzo emmybezzina@gmail.com per creare connessioni e coordinare azioni virtuose di tutti coloro che lavorano per la costruzione della pace a livello internazionale.
Articolo scritto il 7 luglio 2014.

(L`autore ringrazia la Dott.ssa Floriana Pagnottoni per averlo assistito nella traduzione)

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