14 novembre 2014

Recensione del volume di Giovanni Chimirri

Relativismo morale e teologia del bene

di Angelo Clementi
Giovanni Chimirri, saggista, filosofo, teologo, è impegnato da anni nello studio delle religioni. Egli non rinnega le sue origini cristiane, ma è aperto al dialogo con tutti gli uomini di buona volontà che siano sensibili alle esigenze dello spirito e che rifiutano ogni forma di violenza. Proprio le religioni, che dovrebbero per prime insegnare la pace, sono ancora oggi strumento di potere e di guerre in tutti i continenti. Perché? Le risposte sono molte e i problemi sono complessi. In questo volumetto delle Edizioni Chirico di Napoli, il Chimirri affronta con un linguaggio documentato e divulgativo,

alcuni temi importanti, come ad esempio il rapporto tra libertà personale e valori collettivi; tra la doverosa tolleranza e la sterile indifferenza (frammista di scetticismo e qualunquismo); tra la possibile fondazione sovrannaturale del bene e la sua riduzione alle cose terrestri. In questa prospettiva, sono fra altro approfonditi due temi rilevanti: 1) la questione dello “stato laico” che non deve essere però laicista, cioè, indifferente o peggio ostacolante i liberi culti delle varie chiese esistenti; 2) la differenza tra semplice amore umano (= filantropia) e carità (= amore ispirato dal sovrannaturale). Se per la pace nel mondo è certo sufficiente l’amore umano e la fine dei conflitti, sul piano religioso quella pace è orfana di un senso più profondo che la riporti a quella fonte assoluta che le religioni chiamano il Divino. Il volume si conclude opportunamente con un paragrafo sulla “pace umana” (solo e troppo umana!) e sulla “pace divina” che è il modo proprio di esistere del Trascendente, e che gli uomini si devo sforzare di imitare.

Testo: Relativismo morale e teologia del bene. Edizioni Chirico di Napoli. Costo euro 12,00

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