18 dicembre 2025

Migrazione, dignità umana e responsabilità condivisa

Riflessione sulla Giornata Internazionale dei Migranti – 18 dicembre

Il 18 dicembre le Nazioni Unite celebrano la Giornata Internazionale dei Migranti, proclamata dall’Assemblea Generale con la risoluzione A/RES/55/93 del 4 dicembre 2000, in coincidenza con la data in cui, nel 1990, l’Assemblea Generale adottò la Convenzione internazionale sulla protezione dei diritti di tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie (A/RES/45/158). Nel suo messaggio per la Giornata Internazionale dei Migranti, il Segretario Generale dell’ONU sottolinea che i migranti contribuiscono alla vitalità economica e all’innovazione, mentre molti continuano ad affrontare discriminazione, sfruttamento e viaggi pericolosi, e richiama l’attenzione sull’importanza di sistemi migratori sicuri, umani e fondati sul rispetto dei diritti.

La migrazione è parte integrante dell’economia mondiale e delle relazioni internazionali. Secondo le più recenti stime delle Nazioni Unite, presentate nella serie World Migration Report dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni e nei dati dell’UN DESA, nel 2024 i migranti internazionali nel mondo erano circa 304 milioni, pari a circa il 3,7 per cento della popolazione globale. La migrazione è influenzata dalle disuguaglianze economiche, dalle tendenze demografiche, dai conflitti, dalle persecuzioni e dagli effetti negativi del cambiamento climatico e del degrado ambientale, così come dalle perdite di vite umane lungo le rotte migratorie.

Le Nazioni Unite hanno definito standard internazionali che pongono la dignità umana al centro della governance delle migrazioni. Tra questi figurano la Convenzione internazionale sulla protezione dei diritti di tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie, la Dichiarazione di New York del 2016 su rifugiati e migranti e il Global Compact for Safe, Orderly and Regular Migration, approvato dall’Assemblea Generale con la risoluzione A/RES/73/195 come primo quadro complessivo, negoziato tra governi, che copre tutte le dimensioni della migrazione internazionale. Il Global Compact collega la gestione della migrazione all’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, incluso il target 10.7 dell’Obiettivo di sviluppo sostenibile n. 10 (SDG 10), che invita a facilitare una migrazione e una mobilità delle persone ordinate, sicure, regolari e responsabili, anche attraverso l’attuazione di politiche migratorie pianificate e ben gestite.

La governance delle migrazioni è strettamente collegata alla coesione sociale e alla pace. Questi standard internazionali costituiscono la base per politiche concrete di integrazione, essenziali per la coesione sociale. L’esclusione e la marginalizzazione dei migranti aggravano le tensioni sociali e politiche, mentre politiche di integrazione efficaci permettono ai migranti di contribuire alla stabilità e alla prosperità condivisa. In questo contesto, le organizzazioni della società civile realizzano progetti e offrono sostegno promuovendo il dialogo inclusivo e la creazione di fiducia a livello comunitario, integrando il lavoro degli Stati e delle entità delle Nazioni Unite. Il Summit of the Future mette ulteriormente in evidenza l’importanza della gestione della mobilità umana, inclusa la tutela dei diritti dei migranti e la loro partecipazione significativa nelle società di origine, transito e destinazione, come elemento centrale degli sforzi per rafforzare il multilateralismo e la solidarietà globale.

La Universal Peace Federation, fondata dalla dott.ssa Hak Ja Han e dal compianto dott. Sun Myung Moon, è un’organizzazione non governativa internazionale con status consultivo generale presso il Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite (ECOSOC). Guidata dal principio di “Un’unica famiglia sotto Dio”, sostiene il lavoro delle Nazioni Unite e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile e contribuisce agli sforzi legati alla migrazione attraverso attività orientate al peacebuilding. Le iniziative della UPF hanno incluso assistenza umanitaria a favore di comunità di rifugiati, ad esempio il sostegno ai rifugiati siriani in Libano, oltre ad attività di sensibilizzazione pubblica, dialoghi tra esperti e programmi di mentoring e leadership per migranti, anche in cooperazione con iniziative come il programma Migrant Leaders nel Regno Unito. In questo quadro, l’esperienza della UPF nel dialogo e nel coinvolgimento delle comunità può offrire un contributo anche ai processi multilaterali, come l’International Dialogue on Migration 2025, che esaminerà il ruolo della mobilità umana nello sviluppo e nella resilienza.

La Giornata Internazionale dei Migranti offre l’occasione per riesaminare le strategie nazionali e locali, condividere buone pratiche e rinnovare gli impegni a tutela dei diritti dei migranti e delle loro famiglie, riflettendo lo spirito della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, di cui nel 2023 è stato celebrato il settantacinquesimo anniversario. Una migrazione sicura, ordinata e regolare dipende da un’azione coordinata degli Stati, delle organizzazioni internazionali e della società civile, che includa anche sforzi per prevenire i conflitti e affrontarne le cause profonde, elementi centrali per ridurre gli sfollamenti forzati. In vista di tappe globali fondamentali, tra cui lo SDG Moment 2025 e il Secondo Vertice Mondiale per lo Sviluppo Sociale, e nel quadro del seguito al processo di revisione del Global Compact sulla migrazione avviato nel 2022, partenariati solidi all’interno del sistema delle Nazioni Unite sono essenziali per promuovere la coesione sociale, ridurre le disuguaglianze e rafforzare società pacifiche e inclusive, in linea con la visione di un futuro pacifico e sostenibile delineata nel Pact for the Future.

In questo spirito, la Universal Peace Federation incoraggia i propri Ambasciatori di Pace, i decisori politici, i rappresentanti delle organizzazioni internazionali, le comunità di fede e la società civile a rafforzare la cooperazione concreta a sostegno dei migranti e dei rifugiati, con particolare attenzione alla tutela della dignità umana, al contrasto della discriminazione e alla costruzione di società inclusive.

Dr. Tageldin Hamad, Presidente, Universal Peace Federation

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