3 aprile 2025

Diritti Umani e Libertà di Coscienza: un Dialogo per la Pace

Nel contesto delle celebrazioni per la Giornata dei Diritti Umani, si è svolto a Roma, presso la Sala delle Bandiere dell’Ufficio del Parlamento Europeo, il convegno “Libertà di fede, credo e coscienza: sfide e conquiste per una cultura di pace”. Promosso da UPF Italia in collaborazione con altre organizzazioni, l’incontro ha offerto una riflessione multidisciplinare sulla libertà religiosa, valorizzando il dialogo come strumento per costruire società pacifiche e inclusive.

di Maria Gabriella Mieli

“Libertà di fede, credo e coscienza: sfide e conquiste per una cultura di pace” è stato il tema del convegno tenutosi presso la Sala delle Bandiere dell’Ufficio del Parlamento Europeo a Roma, martedì 10 dicembre 2024.

L’evento è stato organizzato da Universal Peace Federation (UPF Italia), dalla Federazione delle Donne per la Pace nel Mondo (WFWP Italia), dal Centro Studi sulla Libertà di Religione, Credo, Coscienza (LIREC) e in collaborazione con l’Ufficio del Parlamento Europeo in Italia, con l’obiettivo di celebrare la Giornata dei Diritti Umani.

Il convegno si è aperto con l’intervento di Carlo Zonato, presidente di UPF Italia, che in qualità di moderatore ha sottolineato: “La dimensione spirituale della nostra esistenza rappresenta un principio fondante nella visione di pace sostenuta da UPF. La tutela di diritti e libertà è di vitale importanza per lo sviluppo di questa dimensione”.

Per i saluti istituzionali è intervenuto Carlo Corazza, direttore dell’Ufficio del Parlamento Europeo in Italia, che ha dichiarato: “L’Unione Europea non è solo un progetto di pace, ma anche di giustizia, prosperità e diritti, con una visione condivisa dell’uomo che pone al centro la libertà e la dignità della persona”.

Raffaella Di Marzio, direttrice del Centro Studi LIREC, ha introdotto la prima sessione. Ha spiegato che la sua associazione è “impegnata a promuovere il rispetto per tutte le forme di diversità, siano esse spirituali, religiose o non religiose”. Ha inoltre sottolineato l’importanza di anteporre i valori dell’uguaglianza alle differenze, evidenziando il ruolo cruciale del dialogo nella prevenzione di qualsiasi forma di discriminazione.

A seguire, Elisabetta Nistri, presidente di WFWP Italia, ha espresso la sua convinzione che “le donne rappresentano l’espressione della dimensione femminile di Dio e sono chiamate a riscoprire la loro natura divina. Grazie alla loro sensibilità, all’attenzione verso i bisogni del prossimo e alla naturale inclinazione al perdono, tipica del cuore materno, possono contribuire attivamente alla costruzione della pace e al miglioramento del benessere collettivo”.

Franco Ravaglioli, vicepresidente di UPF Italia, ha poi condiviso una riflessione di padre Moon: “La religione dovrebbe svolgere il ruolo di coscienza, stabilendo i criteri di giustizia. Ogni espressione religiosa possiede elementi universali che derivano dall’unico Dio di tutte le religioni. Pertanto, le fedi devono purificarsi praticando il valore centrale del vero amore divino, riassunto nell’insegnamento di vivere per il bene degli altri”. A conclusione del suo intervento, Ravaglioli ha presentato un filmato sull’Associazione Interreligiosa per la Pace e lo Sviluppo (IAPD), un’iniziativa di UPF.

Davide Romano, direttore della rivista Coscienza e Libertà, ha aperto la seconda sessione auspicando un modello di Stato “capace di dialogare senza schierarsi a favore di alcuna religione, garantendo a tutte le fedi, religiose o no, la possibilità di esprimere i propri principi e valori nel rispetto reciproco. Questo pluralismo rappresenta l’essenza della pace ed è un metodo efficace per prevenire gravi conflitti”.

Successivamente è stato proiettato un video di Antonio Stango, presidente della Federazione Italiana Diritti Umani (FIDU), in cui lo studioso ha affermato: “Uno Stato, per rispettare la libertà di pensiero, di coscienza e di religione, deve semplicemente astenersi dal violarla. Non è necessario creare meccanismi istituzionali complessi per garantire il diritto di non essere arrestati ingiustamente, torturati o costretti a seguire una religione. È sufficiente che non opprima. Purtroppo, molti Stati non agiscono in questo modo”.

Marco Respinti, rappresentante del mondo dei media, giornalista e Direttore Responsabile di Bitter Winter, ha sottolineato nel suo intervento video come “i media possano essere grandi alleati della libertà religiosa, a condizione che continuino a documentare le gravi violazioni di questo diritto. Ma possono anche diventare nemici insidiosi quando, per motivi ideologici, di interesse o faziosità, decidono di raccontare notizie false anziché la verità”.

Ultimo relatore della seconda sessione è stato Stefano Ceccanti, professore di Diritto pubblico comparato presso l’Università La Sapienza. Ceccanti ha osservato che, sebbene “scriviamo Carte e Costituzioni, i veri presidi che tutelano le libertà risiedono nelle istituzioni, che garantiscono ai cittadini il diritto di voto, la libera elezione dei parlamenti e la possibilità per le corti di correggere le maggioranze, che non sono sempre perfette. Il tema della libertà religiosa è strettamente connesso alla presenza di istituzioni che ne garantiscono il pluralismo”.

La terza sessione si è aperta con Nader Akkad, Imam della Grande Moschea di Roma, che ha rivolto “un appello a giuristi, politici e ministri di diverse religioni che credono nel valore della libertà di culto affinché difendano e sostengano il diritto delle comunità che non hanno ancora raggiunto l’intesa con lo Stato italiano a ottenere questo riconoscimento. Tale accordo sarebbe vantaggioso non solo per la comunità interessata, ma per l’intera società”.

È quindi intervenuto Luis Miguel Perea Castrillon, Vescovo della Chiesa Anglicana d’Europa. Per il presule, “la libertà di credo è fondamentale. Mio fratello e mia sorella hanno il diritto di credere e di seguire i principi e i valori che li definiscono, frutto di un percorso storico e culturale. Nessuno può negare loro la possibilità di manifestare liberamente la propria fede, né tantomeno giustificare discriminazioni di natura religiosa”.

Infine, Rabbi Roberto Della Rocca, direttore del Dipartimento Cultura e Formazione dell’UCEI, ha ricordato che “in una società civile tutte le religioni devono essere considerate con pari dignità. Non possiamo però cadere nell’errore di affermare che esista un’uguaglianza astratta tra gli esseri umani, poiché sarebbe una grande illusione. È invece attraverso le differenze e le interazioni tra di esse che si promuovono progresso, cultura, fede, spiritualità e pace”.

L’incontro si è concluso con un sentito ringraziamento ai relatori e al pubblico da parte di Carlo Zonato, che ha espresso l’auspicio che “le sollecitazioni emerse durante questa importante occasione di dialogo, confronto e riflessione possano essere condivise e promosse da ciascuno di noi”.

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