5 agosto 2025

IL SUFISMO. LA CORRENTE MISTICA DELL’ISLAM

Presente in tutto il mondo islamico e anche in Occidente, il Sufismo, fenomeno spirituale di grande portata, introduce elementi innovativi rispetto all’Islam tradizionale e continua a esercitare notevole interesse.

di Emilio Asti

Il misticismo attraversa tutte le principali religioni, e anche l’Islam non fa eccezione, contraddicendo un’immagine spesso superficiale. Il Sufismo, cui sono attribuite varie definizioni, ha radici molto antiche e ha profondamente influenzato la storia dell’Islam. Secondo alcuni studiosi, questa disciplina spirituale risale allo stesso profeta Maometto, che pregava e digiunava nella grotta di Hira, presso la Mecca, dove ricevette la prima rivelazione del Corano. Si narra che anche alcuni suoi compagni abbiano scelto il ritiro dal mondo per cercare una spiritualità più profonda. I primi mistici islamici furono influenzati dal Cristianesimo e, in parte, anche da Induismo e Buddismo, traendo ispirazione dalle pratiche dei monaci eremiti del deserto egiziano e siriano.

Dall’Africa all’Asia Centrale e Meridionale, fino al Sud-Est asiatico e ai Balcani, il Sufismo ha avuto un’ampia diffusione; e, nonostante la diversità etnica e linguistica, i Sufi hanno condiviso valori comuni. In Occidente, diversi gruppi si ispirano agli insegnamenti dei maestri sufi; in Italia fu particolarmente noto Gabriele Mandel Khan, studioso e autore di numerose opere. Alcuni ritengono che anche San Francesco d’Assisi, soprattutto con il Cantico delle Creature, sia stato influenzato da questa corrente, considerando i suoi rapporti col mondo islamico. Il cantante Franco Battiato, interessato alla dimensione mistica, in alcune sue canzoni ha espresso sentimenti riconducibili al Sufismo.

I sufi si riuniscono in confraternite, guidate da un maestro dotato di carisma, che indica il cammino e il modello a cui ispirarsi. Nel tempo, queste confraternite hanno trasmesso i loro insegnamenti a numerosi discepoli e svolto importanti funzioni sociali. In Occidente, tuttavia, il Sufismo è stato spesso studiato superficialmente, senza approfondire la sua ricchezza spirituale, e persino nel mondo islamico resta per molti una realtà poco conosciuta. Il Sufismo rappresenta un modo nuovo di vivere la spiritualità islamica, ponendo in luce aspetti spesso dimenticati. Si può dire che il Sufismo sia un cammino alla ricerca dell’illuminazione e di un rapporto più personale e profondo con Dio, oltre i riti e le tradizioni formali. La meta più alta del percorso sufi è l’unione spirituale con Dio, da raggiungere attraverso pratiche volte a liberare il credente dai legami materiali. I praticanti del Sufismo hanno sempre favorito la coesistenza pacifica con i credenti di altre religioni, nella convinzione che molte siano le vie che portano a Dio e, per quanto differenti, tutte conducano alla stessa meta. Al di là delle differenze, si nota come i diversi cammini spirituali siano spesso simili. Nell’Islam, che si propone come compimento delle rivelazioni precedenti, Gesù occupa un posto importante, e anche i profeti dell’Antico Testamento sono tenuti in grande considerazione.

Robert Graves, importante studioso britannico, scriveva: “I sufi rispettano i riti di qualsiasi credo, purché favoriscano l’armonia sociale, ma ampliano la base dottrinale di ogni religione, dove possibile, descrivendo i loro miti da una visione superiore”. L’influsso della spiritualità sufi, molto più esteso di quanto molti studiosi abbiano riconosciuto, si nota anche nella letteratura popolare di diversi Paesi islamici.

In tutto il mondo islamico e oltre sono sorte numerose storie e leggende sui Sufi, cui spesso si attribuivano guarigioni e miracoli. Durante la dominazione islamica in Spagna, ad esempio, al maestro Ibn Arabi furono attribuiti vari prodigi. Molte tombe di maestri e poeti sufi, le cui opere sono ancora oggi apprezzate, sono meta di pellegrinaggi.

Il Sufismo può essere definito come un movimento di riforma e di approfondimento dell’Islam. Rifiutando una religione racchiusa in formule rigide, i maestri sufi aspirano a rinnovare la tradizione islamica, sottolineando la necessità di ritrovare il senso più profondo del messaggio coranico e tornare ai valori autentici dell’esperienza religiosa. I Sufi restano fedeli ai precetti dell’Islam e non trascurano gli obblighi rituali, ma intendono viverli in modo più profondo. Attribuiscono ai cinque pilastri dell’Islam un significato più ampio, convinti che l’Islam non possa essere ridotto a un sistema di norme, ma richieda di andare oltre la rigidità dei dogmi e di aprirsi al divino, squarciando il velo dell’illusione. La vita è concepita come un processo continuo di perfezionamento, attuato tramite la pratica di una progressiva ascesa dell’anima, che permette di trascendere l’io individuale e scoprire quella parte di sé che osserva gli eventi esterni senza esserne travolta. Facendo riferimento alle parole del profeta Maometto: “Ogni verso del Corano ha un significato manifesto ed uno segreto”, i Sufi propongono una lettura allegorica del testo sacro. La religione, in questa prospettiva, diventa un processo di graduale acquisizione della verità e il cammino sufi rappresenta anche una sfida al convenzionalismo, spesso caratterizzato da ipocrisia. Molti maestri sufi lamentavano che la religione fosse ridotta a formule prive di reale contenuto spirituale, e le loro prediche attiravano spesso più fedeli dei discorsi degli Imam dotti.

Per giungere a una comprensione più profonda del Corano, secondo i sufi, ognuno dovrebbe poter accedere liberamente al testo sacro: la pratica religiosa, per essere autentica, necessita di libertà. Le derive che l’Islam ha preso rispetto alla rivelazione originaria, unite alla corruzione delle strutture di potere sviluppatesi nel corso della storia, hanno spesso soffocato le verità rivelate, favorendo il conformismo e la passività tra i credenti, molti dei quali si sono sentiti delusi da un ritualismo ripetitivo, poco attento alle esigenze spirituali più profonde.

Numerosi maestri sufi hanno anche cercato di rivalutare il ruolo della donna, anche sulla base delle indicazioni coraniche. Molte donne sono state ammesse nelle confraternite, alcune delle quali sono tuttora ricordate. Una delle figure più significative del misticismo sufi è Rabiah Al-Adawiyya, donna di umili origini che condusse una vita ritirata nel deserto e poi visse a Bassora, dove molti si rivolgevano a lei per consiglio e aiuto. Le si attribuiscono numerose preghiere e detti, tra cui il celebre: “Dio mio, se Ti adoro per paura dell’inferno, bruciami nell’inferno; e se Ti adoro nella speranza del Paradiso, escludimi dal Paradiso. Ma se Ti adoro per Te solo, non nascondermi la Tua bellezza imperitura”.

Diverse espressioni del Sufismo, considerate eretiche e ritenute al di fuori dell’Islam, sono state soppresse e non sono mancati martiri. Diversi mistici furono trattati come eretici da eliminare, le cui affermazioni erano considerate pericolose dal potere spirituale costituito. Il caso più celebre è quello di Al Hallaj, accusato di eresia e condannato a morte nel 922 a Baghdad. Ancora oggi i sufi sono guardati con diffidenza da vari settori dell’Islam ufficiale, che criticano alcune pratiche ritenute in contrasto con la purezza originaria dell’Islam. Come molti santi di altre tradizioni religiose, anche i sufi sono stati spesso fraintesi o non compresi nella loro profondità.

In Occidente, l’immagine più diffusa è quella dei Dervisci danzanti di Konya, città dell’Anatolia depositaria di una tradizione spirituale antica. Attraverso la danza, accompagnata da recitazione e musica, i Dervisci cercano di raggiungere l’estasi spirituale.

L’influsso della spiritualità sufi è particolarmente visibile nella letteratura e nella cultura popolare di molti Paesi islamici. In alcune nazioni, come Afghanistan, Iran e altre, dove la tradizione esoterica è molto radicata, la cultura popolare è permeata di fervore spirituale e numerosi poeti diventano portavoce di un percorso mistico. Il mistico Abu Said, vissuto tra il X e l’XI secolo, divenne celebre per l’intensità dei suoi sermoni. In generale, pur restando estranei alla politica, i maestri sufi hanno goduto di prestigio in molte società, anche se con eccezioni legate ai contesti storici.

Le confraternite sufi nel Caucaso e in Asia Centrale, dopo l’annessione all’Unione Sovietica, subirono pesanti persecuzioni: un’estesa rete di confraternite, pur tra difficoltà e oppressioni, cercò di resistere all’ateismo imposto dal regime, sostenendo la popolazione anche nei momenti più difficili. Operando spesso nella clandestinità, il loro anelito alla libertà e la fede rimasero vivi in attesa di tempi migliori. Oggi, in questi Stati indipendenti, nonostante le difficoltà, le confraternite hanno potuto riorganizzarsi. Notevole fu il contributo afgano al Sufismo: a Balkh nacque Jalaluddin Rumi, il più famoso poeta mistico dell’Islam, che poi si trasferì in Anatolia e fondò l’ordine dei Dervisci Danzanti. Le poesie dei Sufi, molte delle quali riflettono profondi sentimenti, celebrano l’ebbrezza spirituale e il desiderio di rinnovamento materiale e interiore. In quest’ambito, l’estasi amorosa e quella spirituale tendono a sovrapporsi. Il Sufismo ha lasciato tracce in numerosi ambiti, dal diritto consuetudinario ai modelli etici, favorendo molti cambiamenti. Un maestro sufi svolse un ruolo decisivo nella scelta del re dell’Afghanistan, ponendo sul capo del giovane una corona di spighe di grano, divenuta simbolo della monarchia afgana. L’influenza del Sufismo si riscontra anche nell’arte e in molte opere artistiche. Durante la lotta dei mujaheddin contro l’invasione sovietica, la spiritualità sufi alimentò il coraggio e la fede di molti combattenti, che traevano forza da una luce interiore sostenuta da preghiere e meditazioni, secondo gli insegnamenti sufi. Tra le figure rilevanti vi furono Idris Shah Sayed, autore di opere sul Sufismo e diffusore di insegnamenti esoterici, e Nur Ali Elahi, maestro spirituale persiano e musicista, fondatore del gruppo “Fedeli della verità”, impegnato a realizzare l’unione mistica con Dio. Il Sufismo ha avuto grande rilievo anche nel Kashmir, diventando parte essenziale dell’identità culturale di una regione celebrata per la sua bellezza e oggi tristemente divisa tra India e Pakistan.

Grazie al suo patrimonio spirituale, il Sufismo può aiutarci a superare molti pregiudizi sull’Islam e ad apprendere come vivere in modo più sereno e consapevole in questo mondo complesso. Inoltre, può aiutare i musulmani a ritrovare unità e favorire il dialogo tra l’Islam e le altre religioni, offrendo spunti preziosi di riflessione.

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