Dichiarazione della Universal Peace Federation sulla crisi in evoluzione in Sudan
Il 12 settembre 2025 il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha adottato all’unanimità la risoluzione 2791 (2025), che rinnova il regime di sanzioni e embargo sulle armi stabilito con la risoluzione 1591 (2005) riguardo alla situazione in Darfur ed estende il mandato del Panel of Experts fino a ottobre 2026. Questi sviluppi sottolineano tanto la gravità della crisi quanto la perdurante responsabilità della comunità internazionale ad agire.
Il 6 novembre 2025 le RSF hanno annunciato la disponibilità ad accettare una proposta di cessate-il-fuoco umanitariosostenuta dagli Stati Uniti e copromossa da Arabia Saudita, Egitto ed Emirati Arabi Uniti, dichiarandosi pronte a impegnarsi in colloqui più ampi, sebbene le SAF non abbiano ancora avallato tale proposta e i combattimenti proseguano nel Paese. La Universal Peace Federation invita pertanto tutti gli Stati che hanno influenza in Sudan a coordinare gli sforzi, a rispettare il diritto internazionale umanitario e dei diritti umani, a fermare il flusso di armi nel conflitto e a garantire che le iniziative diplomatiche mettano al centro la sicurezza e la dignità delle comunità sudanesi.
All’interno di questo impegno più ampio, la Universal Peace Federation continuerà a operare tramite la propria rete globale di Ambasciatori di Pace e le proprie associazioni per sostenere percorsi d’uscita dalla violenza guidati dai sudanesi. Nei Paesi che ospitano rifugiati e migranti sudanesi, i capitoli UPF sono incoraggiati a cooperare con i partner locali per assistere le famiglie sfollate, sostenere la scolarizzazione e il mentoring per bambini e giovani, e offrire spazi di confronto in cui leader comunitari sudanesi—donne, giovani e figure religiose—possano riflettere insieme sugli elementi di un accordo politico sostenibile. La UPF accoglie l’impegno dei parlamentari dell’International Association of Parliamentarians for Peace (IAPP), che possono contribuire a mantenere il Sudan nell’attenzione pubblica e incoraggiare sostegni di lungo periodo alla ricostruzione non appena le condizioni lo permetteranno. Al tempo stesso, la UPF invita i leader religiosi dell’Interreligious Association for Peace and Development (IAPD) in ogni regione a offrire preghiere, incoraggiamento morale e aiuti pratici al popolo sudanese, ricordando che ogni atto di generosità, ogni ponte di comprensione e ogni parola che afferma il valore uguale di ogni persona indebolisce la logica della guerra.
Guardando avanti, il compito non è soltanto far tacere le armi, ma nutrire un Sudan in cui ogni bambino possa crescere senza paura e ogni comunità possa contribuire alla vita della nazione in sicurezza e con una voce ascoltata. Questa aspirazione è strettamente connessa all’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile e, in particolare, agli obiettivi su fame, salute, istruzione e società pacifiche e inclusive. La Universal Peace Federation è pronta a cooperare con tutti i partner che cercano soluzioni giuste e durature per il Sudan e per la più ampia regione, affinché il coraggio e la tenacia del suo popolo possano finalmente incontrare sicurezza, opportunità e un futuro di prosperità condivisa.
Dr. Tageldin Hamad, Presidente, Universal Peace Federation
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