Roma, Italia — Dal 19 al 21 giugno 2025, presso la sede della Camera dei Deputati italiana a Palazzo Montecitorio, si è tenuta la Seconda Conferenza Parlamentare sul Dialogo Interreligioso, sul tema: “Rafforzare la fiducia e abbracciare la speranza per il nostro futuro comune”. La conferenza è stata organizzata dall’Unione Interparlamentare (IPU) in collaborazione con la Camera dei Deputati italiana, il Senato italiano e l’ONG Religions for Peace.
La conferenza di Roma è seguita alla prima Conferenza Parlamentare sul Dialogo Interreligioso organizzata nel 2023 a Marrakech dall’IPU e dal Regno del Marocco. Svoltasi in occasione dell’Anno del Giubileo indetto dal defunto Papa Francesco all’inizio del 2025, questa seconda conferenza ha portato avanti lo spirito del Comunicato di Marrakech, che ha affermato che il dialogo interreligioso è “fondato sul sostegno dei diritti e delle libertà fondamentali” ed è “essenziale per promuovere inclusività e pacifica convivenza”.
Il dibattito generale sul tema “I parlamentari in dialogo con la religione e la fede: rafforzare la fiducia e abbracciare la speranza per il nostro futuro comune” si è svolto nell’Aula Plenaria dell’Assemblea, co-moderato dal Presidente Senatore Casini e dalla Presidente dell’IPU, Dr.ssa Tulia Ackson (Tanzania). Dopo i saluti introduttivi di alti rappresentanti come l’Ambasciatore Miculescu, presidente della Conferenza Generale dell’UNESCO, e il Sig. Miguel Moratinos, Alto Rappresentante dell’Alleanza delle Civiltà delle Nazioni Unite, oltre 70 membri del parlamento, leader religiosi, rappresentanti di ONG o di organizzazioni religiose hanno preso la parola, presentando brevi relazioni sulle politiche di libertà religiosa dei propri paesi o sui progetti delle loro organizzazioni.
Durante la sessione di alto livello, il Dr. Tageldin Hamad, Presidente della Universal Peace Federation International, ha affermato: “La vera pace non può essere imposta dall’alto né pretesa dal basso: deve essere coltivata attraverso la fiducia e radicata nei nostri comuni valori spirituali e morali”. Ha aggiunto: “La Universal Peace Federation ritiene che la vera pace non possa essere raggiunta solo attraverso la politica, né solo attraverso la religione in isolamento. Una pace duratura nasce quando la saggezza politica e l’intuizione spirituale camminano mano nella mano”.
Inoltre, il Dr. Hamad ha ricordato: “In questo spirito, ricordiamo la proposta visionaria della Dr.ssa Hak Ja Han e del suo defunto marito, il Dr. Moon, co-fondatori della UPF. Il 18 agosto 2000 organizzarono una conferenza internazionale presso la sede delle Nazioni Unite a New York e proposero l’istituzione di un Consiglio Interreligioso alle Nazioni Unite. Essi ritenevano che, accanto alle voci dei leader politici, dovessero essere ascoltate anche quelle dei leader spirituali, capaci di offrire chiarezza morale, saggezza spirituale e una prospettiva più profonda sulla condizione umana. Diversi paesi raccolsero l’appello e ne seguì un processo proficuo che portò a risultati positivi”.
Nel corso dei due giorni della conferenza, si sono svolte diverse sessioni di lavoro in sale adiacenti. I temi trattati sono stati: “Promuovere la convivenza pacifica”; “Lezioni dalla Dichiarazione di Marrakech (2016): sostenere i diritti delle minoranze religiose”; “Avanzare società inclusive, garantendo la libertà di religione o di credo”; “Promuovere la leadership etica a tutti i livelli, investire nell’educazione alla pace”; “Dialogo interreligioso per l’inclusione delle donne nella vita pubblica”; e “Favorire la solidarietà e l’azione per le persone in situazioni di vulnerabilità”. Tra gli organizzatori e moderatori: IPU, Religions for Peace, Abu Dhabi Peace Forum, Network for Religious and Traditional Peacemakers, Globethics, UN Alliance of Civilizations e Minority Rights Group.
La Dr.ssa Tulia Ackson, presidente dell’IPU, ha sottolineato il significato della conferenza: “Abbiamo convocato questa conferenza”, ha dichiarato, “perché vediamo dolore nel mondo, divisione nella società, e il nostro ruolo come parlamentari è lavorare per un mondo migliore. Nonostante le nostre differenze e difficoltà, dobbiamo dire sì al dialogo, altrimenti perderemo il fondamento della nostra umanità”.Il Presidente Casini ha letto il “Comunicato di Roma” da adottare al termine della Conferenza. Tra le altre azioni, il Comunicato incoraggia tutti i parlamenti: a rafforzare le disposizioni sulla libertà di religione o di credo nella legislazione e nella prassi; a contrastare il discorso d’odio e l’uso strumentale della religione o del credo; a fronteggiare le minacce digitali alla democrazia e alla dignità umana; a sostenere l’educazione alla pace e a considerare l’organizzazione di una sessione parlamentare dedicata al dialogo interreligioso con la partecipazione di rappresentanti di tutte le comunità religiose.
I partecipanti alla conferenza sono stati invitati a un’udienza speciale in Vaticano, dove Papa Leone XIV ha rivolto loro un discorso, esortandoli a considerare il servizio politico come una nobile forma di carità radicata nella verità, nella giustizia e nel bene comune. Ha citato l’esempio di San Tommaso Moro, definendolo un “martire della libertà e del primato della coscienza” per il suo incrollabile impegno verso la verità, fino al sacrificio estremo.
Il Papa ha sottolineato tre responsabilità chiave per i leader politici di oggi: promuovere il bene comune—specialmente difendendo i più emarginati—, salvaguardare la libertà religiosa attraverso il dialogo interreligioso, e fondare le decisioni sulla legge naturale come base etica condivisa. Ha inoltre affrontato la crescente sfida dell’intelligenza artificiale, avvertendo che il progresso tecnologico non deve compromettere la dignità o la libertà umana.
Papa Leone ha concluso affidando il lavoro dei legislatori all’intercessione di San Tommaso Moro, incoraggiandoli a vedere la politica non solo come una carriera, ma come una missione al servizio della verità, della giustizia e della dignità di ogni persona.
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