di Franco Previte

Ma non vi è peggior sordo di chi non vuol sentire! E la Politica tace!
È indubbio che la fondamentale istituzione assistenziale esistente è la famiglia, la quale resta il fulcro indispensabile, centrale della vita e della società, ma fra tantissimi problemi scottanti, difficili e di maggior rilievo di questi n/s ultimi tempi che affliggono le famiglie, a volte persino paralizzante nel dialogo fra i suoi componenti che crea tensione, è l’incertezza del ‘dopo’. Del dopo la morte di colui/ei che sostiene il peso dell’assistenza, soprattutto per non avere ancora una ragionevole certezza e sicurezza sui vari tempi assistenziali che il proprio familiare malato o meno dovrà affrontare quando resterà solo al mondo. Mancano le ‘risorse’! Eh sì! Ma non è vergognoso non considerare tali situazioni di fronte ai privilegi dei politici, alle pensioni d’oro, ai trattamenti, di fine ‘lavoro’ dei deputati, dei senatori, ai favolosi stipendi dei manager pubblici, alle spese inutili e quanto attenta l’economia, la dignità e la morale?
Ma chi contrasta le spese ‘pazze’ dello Stato?
È molto importante garantire, anche se in maniera parziale, l’effetto familiare con quella solidarietà che pur non trascurando l’ambito della normalità potrà dare quell’aiuto necessario per compensare la mancanza dell’affetto familiare. Anche se è un “sistema di vita” extra familiare, non può che essere idoneo al bisogno assistenziale della persona malata e quello esistenziale della persona disabile. In Italia i disabili fisici sono circa 3 milioni, di cui il 73% anziani, 900 mila circa le persone costrette a letto o su una sedia a rotelle, circa 1 milione e mezzo le famiglie aventi in casa parenti con gravi handicap od in fasi terminali, circa 10 milioni le persone che soffrono patologie mentali (Fonte Ministero del Lavoro Politiche sociali). Per le persone povere incapaci di provvedere alle loro esigenze fondamentali di vita, è logico che intervengano le Istituzioni (Stato, Regioni, Province, Comuni (comunque da definirsi) con l’erogazione di contributi finanziari da confluire in quel Fondo Speciale Economico Unico in modo da garantire il diritto alla vita a tutti senza discriminazione. Il definire, poi, sostegni economici alle famiglie che si gravano di assistenza ai pazienti con handicap sia fisico che mentale, l’inserimento lavorativo, il sostegno scolastico ed altro, sono temi che le Istituzioni devono affrontare in maniera efficace, decisiva e senza indugio per una sana politica sociale. Non si deve dimenticare che il mondo della disabilità e della sofferenza non ha tempi di attesa e che non sono le rievocazioni, come quella di ieri, a risolvere questo ‘problema’!
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