8 dicembre 2016

LA REALTÀ ATTUALE DELL’ AFRICA TRA DRAMMI E NUOVE SPERANZE

In passato ampiamente sfruttata dai paesi europei e considerata un’area marginale l’Africa, diverse zone della quale tuttora in preda a conflitti e crisi umanitarie, mostra ora diversi segni di rinascita che offrono motivi di speranza per il futuro.

di Emilio Asti
Nel corso del tempo meta di esploratori, missionari ed avventurieri, che spesso ne avevano diffusa un’immagine negativa, l’Africa, con le sue culture ancestrali ed un ambiente naturale caratterizzato da fitte giungle e savane, enormi fiumi, grandi laghi ed alte montagne, ha alimentato fantasie e paure. 
Al di là delle descrizioni romanzate e della pubblicità turistica, che ne presentano un’immagine incompleta e spesso non veritiera, l’Africa rappresenta una realtà ancora in gran parte ignota. Per molti anni l’immagine predominante dell’Africa è stata quella di un continente in preda alla fame e ai conflitti; l’Occidente, convinto della propria superiorità, sembrava voler ignorare quasi tutto dell’Africa, a cui ha sempre guardato in modo superficiale e, a volte, con malcelato disprezzo. Ora, anche a causa dei continui arrivi in Europa di migranti dall’Africa, si comincia a prestar maggior attenzione alla realtà africana, molti aspetti della quale rimangono però difficili da comprendere.
Dall’Africa settentrionale che si affaccia sul Mediterraneo sino all’estremità meridionale, passando per l’Africa Nera, il continente africano, la cui popolazione, in continua crescita, ormai supera il miliardo di abitanti, racchiude notevoli differenze etniche e linguistiche, ed eredità culturali di grande valore.
La diaspora africana ha interessato molte parti del mondo; nel continente americano numerose sono le comunità di afrodiscendenti, i cui antenati, sradicati dalla loro terra con la violenza, vennero portati lì a lavorare in condizioni di schiavitù. In questi ultimi tempi, nei paesi occidentali, i tassi di aumento degli immigrati e rifugiati dall’Africa, i cui diritti vengono spesso ignorati, sono divenuti sempre più elevati.

Purtroppo agli abitanti di questo continente è stata spesso negata la possibilità di scegliere il proprio destino, quasi tutta l’Africa venne infatti colonizzata dalle nazioni europee, che se l’erano spartita, sfruttandone le molte risorse. Il dominio coloniale imposto dagli Europei, durante il quale gli africani, esclusi dalla vita politica, avevano conosciuto continui maltrattamenti ed umiliazioni, ha alterato profondamente le strutture sociali delle popolazioni africane. I confini tracciati in epoca coloniale sulla base degli interessi delle potenze dominanti, hanno portato alla disgregazione di comunità tribali e gruppi etnici ed ancor oggi diverse nazioni soffrono le conseguenze di questa divisione artificiale.

I nuovi stati africani sorti in seguito al processo di decolonizzazione si sono poi trovati a fronteggiare numerose e pesanti difficoltà. Dopo la fine del colonialismo l’URSS ed in misura minore anche la Cina vedevano nell’Africa un terreno ideale per espandere la loro influenza. La contrapposizione tra i due blocchi al tempo della guerra fredda ha assunto in Africa aspetti drammatici; gruppi guerriglieri sostenuti dall’URSS, con l’appoggio di truppe cubane, si scontravano con milizie finanziate ed appoggiate dall’Occidente. 
La fine dell’Apartheid in Sudafrica, seguita dall’elezione di Nelson Mandela alla presidenza della repubblica nel 1994, pareva segnare l’inizio di una nuova era per i popoli africani, le cui aspettative poi sono rimaste deluse.
Dilaniata da sanguinose guerre che hanno coinvolto varie popolazioni, spesso con l’intervento di truppe straniere, l’Africa ha conosciuto un susseguirsi di colpi di stato militari e regimi autoritari che si sono resi responsabili di gravi violazioni dei diritti umani. Le politiche adottate fino ad oggi, il più delle volte si sono rivelate fallimentari e i sospirati traguardi di libertà e benessere appaiono ancora lontani. Ancor oggi in Africa molte volte la politica viene gestita come un affare di famiglia, con tutte le conseguenze che ne possono derivare. Il potere spesso passava di padre in figlio ed in parecchi casi dietro l’apparenza di pseudo-elezioni si perpetua un potere oppressivo che reprime con la violenza le rivendicazioni della popolazione. 
Organizzazioni separatiste, movimenti fondamentalisti e forze governative si contendono il controllo su varie zone ed in diverse aree l’autorità del governo locale è continuamente minacciata da gruppi armati e contenziosi territoriali sfociano spesso in scontri armati. Gli interventi dell’ONU non sono riusciti a riportare la pace e gli accordi firmati vengono violati in continuazione. 
Odi razziali e religiosi, accompagnati da lotte tribali, contribuiscono ad aggravare ancor più una situazione resa complessa dall’intreccio di molti fattori, oltre a favorire le ingerenze di forze interessate alle ricchezze minerarie e petrolifere di questo continente. Non bisogna dimenticare che l’Africa, ricca d’ingenti riserve di diamanti, oro ed uranio, oltre ad altri minerali e al petrolio, è il polo estrattivo più importante del mondo. Purtroppo la ricchezza mineraria non si è tradotta in benessere per la popolazione locale. L’Africa è divenuta vittima di una forma di colonialismo mascherato, a volte camuffato sotto la forma di aiuti umanitari, che ne pregiudica lo sviluppo. Attualmente l’imposizione di direttive e sanzioni da parte di organismi finanziari internazionali pregiudica il diritto dei paesi africani a decidere le proprie politiche economiche. Potenti multinazionali motivate solo dalla ricerca del profitto operano in tutto il continente; ingenti ed in continuo aumento sono gli investimenti cinesi, gli scambi commerciali tra la Cina e l’Africa hanno raggiunto la cifra di circa 100 miliardi di dollari e circa un milione di cinesi sono presenti in Africa. 
Su alcune tragedie recenti è calato il silenzio, ma parecchie regioni recano ancor oggi i segni dei conflitti, alcuni dei quali sfociati in un genocidio, che hanno causato centinaia di migliaia di vittime e distrutto molti villaggi. Numerosi sono i focolai d tensione che minacciano di esplodere, sui quali ogni tanto si torna a parlare. L’estremismo islamico imperversa in tutto il territorio della Somalia ed in varie zone della Nigeria, dove gli attacchi da parte di milizie fondamentaliste continuano a provocare molte vittime, con migliaia di cristiani uccisi e chiese distrutte. Il fondamentalismo islamico rimane però estraneo alla cultura tradizionale africana, basata sulla tolleranza e sul sincretismo, che si esprime in una gran quantità di nuovi movimenti religiosi, spesso a sfondo messianico, portatori di speranze di palingenesi.
Sullo scenario africano il traffico delle armi è fiorente; i paesi africani nel complesso hanno aumentato le spese militari e forte è il dislivello fra gli investimenti militari e quelli dedicati allo sviluppo. Sequestri di persona, vendette e violenze sono all’ordine del giorno e molte attività economiche sono in mano ad organizzazioni criminali ben strutturate, che possono contare su una rete di complicità internazionali. 
Per chi vive nei paesi occidentali è difficile riuscire a cogliere il dramma dell’Africa in tutto il suo spessore. Nell’indifferenza dell’opinione pubblica internazionale e dei vari governi, persistono molte situazioni in cui la dignità umana è calpestata ed ogni forma di tutela dei più elementari diritti umani viene sistematicamente ignorata. È tuttora diffuso un traffico di esseri umani destinati al lavoro forzato, il cui numero è sovente sottostimato, oltre ad un ingente traffico di neonati, su cui è stata imbastita una lucrosa attività. Molte ragazze, spinte dalla miseria, generano neonati destinati poi ad essere venduti, altri, una volta cresciuti, verranno obbligati al lavoro forzato o alla prostituzione. Poche misure vengono prese per combattere questo turpe fenomeno, più volte denunciato anche dai rappresentanti religiosi del mondo, i quali hanno sottoscritto una dichiarazione comune in cui si sono impegnati a sradicare questa forma di schiavitù. Salvo poche eccezioni le scuole, oltreché insufficienti, sono carenti di personale e strutture; tanti bambini, obbligati ad abbandonare la scuola per guadagnarsi da vivere ed assoggettati a condizioni di lavoro disumane, sono alla mercé di molte forme di sfruttamento. Parecchi poi sono i bambini, che, cresciuti senza i genitori e già segnati da un destino di privazioni e violenze, vengono costretti a prendere parte a conflitti armati e, sin da piccoli, imparano ad usare le armi e ad uccidere senza pietà. 
Tra i molti mali che tormentano l’Africa vi è anche quello della droga. Il continente africano è divenuto un importante centro del traffico di droghe provenienti dall’Asia e dal Sud America e dirette verso i paesi europei, nel contempo è aumentato parecchio il consumo locale di sostanze stupefacenti. I governi appaiono incapaci di contrastare tale fenomeno e spesso politici e militari sono coinvolti in questo losco traffico.
Particolarmente drammatico è l’abisso tra i pochi privilegiati e la gran massa della popolazione, ridotta a sopravvivere con meno di un Euro al giorno e a condurre una vita di continui stenti. Molti sono stati costretti ad intraprendere la strada di un doloroso esodo, in fuga da conflitti e crisi umanitarie, disposti a tutto pur di incontrare migliori condizioni di vita altrove. Molti africani in fuga continuano a trovare la morte nel deserto o nelle acque del Mediterraneo; coloro che riescono a raggiungere l’Europa sono spesso costretti a vivere in condizioni di degrado, spesso vittime di ingiustizie e discriminazioni. Impossibilitati a tornare alle proprie case milioni di persone affollano i campi profughi, altre, sradicate dal proprio territorio, si trovano prive di tutto, alla mercé degli elementi naturali ed a rischio fame; parecchie testimonianze a riguardo sono agghiaccianti. A causa della penuria idrica che interessa varie zone dell’Africa non c’è acqua sufficiente per le coltivazioni ed in alcune parti l’acqua è divenuta causa di conflitti. In varie zone la deforestazione ha prodotto effetti devastanti e a motivo della desertificazione e dei frequenti periodi di siccità, molti ettari di terra sono divenuti improduttivi. Migliaia di agricoltori sono stati cacciati con la forza dai terreni dei loro antenati, che rappresentavano l’unico mezzo di sostentamento e parecchie terre da loro abbandonate sono state vendute a società straniere. Tanti immigrati dalle zone rurali si ammassano nelle città nella speranza di trovare migliori condizioni di vita; ciò ha portato al sorgere di baraccopoli, sovraffollate e prive di tutto, dove allignano malattie di ogni genere e regna l’illegalità.
Fino ad ora è stato fatto poco per migliorare le condizioni di vita della popolazione e gli aiuti concessi, parecchi dei quali finiti purtroppo nelle mani sbagliate, il più delle volte sono risultati insufficienti; la diffusa corruzione e la conflittualità tribale rendono estremamente difficile il lavoro di tante organizzazioni umanitarie presenti sul territorio africano. Diverse tradizioni tramandate da secoli, che si accompagnano ad un’attitudine rassegnata e passiva, condizionano ancor oggi la vita dei popoli africani e spesso impediscono l’adozione di rimedi ed innovazioni che potrebbero migliorare la qualità della vita. L’autorità dei capi tradizionali, considerati intermediari tra la comunità dei vivi e la dimensione soprannaturale rimane forte, specialmente nelle zone rurali, e spesso assume forme oppressive. 
Un altro volto tragico dell’Africa odierna è quello delle malattie infettive. Oltre all’Aids, diverse malattie come l’Ebola, il cui contagio è fuori controllo, continuano a mietere vittime, soprattutto nell’Africa occidentale. Gli ospedali, pochi e scarsamente attrezzati, non riescono a far fronte alle necessità della popolazione ed i farmaci hanno costi al di fuori della portata di molti; la mortalità infantile e materna rimane ancora molto alta.
Una grave emergenza ambientale e sanitaria è rappresentata dai rifiuti di apparecchiature elettroniche ed elettriche dismesse dai paesi occidentali, che esportano i loro rifiuti nel Sud del mondo, la cosiddetta “spazzatura tecnologica”. Tonnellate di rifiuti chimici, scaricati illegalmente, mettono a rischio la salute della popolazione.
Per molto tempo considerata marginale l’Africa, pare ora entrata, anche se con ritardo, in un’era di cambiamento e sebbene molte situazioni sembrino rimanere immobili, nuove pagine iniziano ad aprirsi per i suoi popoli, che sembrano avviarsi, sia pure con grande difficoltà e lentezza, verso un futuro migliore. È aumentata la partecipazione africana alla vita culturale e scientifica del mondo e in diversi ambienti si parla di “Rinascimento africano”. Anche se ora può sembrare paradossale parlare di sviluppo riferendosi al contesto africano, non bisogna sottovalutare molti segni incoraggianti in questa direzione. Molti africani hanno cominciato a prendere coscienza delle proprie potenzialità e ad assumersi la responsabilità del loro destino, abbandonando un atteggiamento fatalista e vittimistico che ha sempre rappresentato il principale ostacolo allo sviluppo. Per quanto il processo di modernizzazione venga ostacolato da diversi fattori, nuovi poli di sviluppo si sono andati formando e gli investimenti stranieri sono in aumento, anche se l’Africa nel complesso non può ancora competere sul mercato internazionale globalizzato. Importante appare il ruolo dell’Organizzazione per l’Unità Africana e dei vari raggruppamenti regionali, che puntano ad abbattere le restrizioni alla circolazione di merci e persone all’interno del continente, in vista della creazione di una comunità economica africana. Anche l’Africa subsahariana, ritenuta l’area più povera del mondo sta registrando, malgrado la forte instabilità politica, una notevole crescita. La tecnologia digitale è in crescita, nonostante l’accesso a Internet rimanga ancora limitato.
L’Africa inizia a farsi conoscere ed apprezzare anche sul piano culturale ed artistico. Occorre segnalare che l’industria cinematografica nigeriana ha superato Hollywood, divenendo dopo quella indiana la seconda produttrice mondiale di film, alcuni dei quali hanno riscosso apprezzamenti anche all’estero. In campo letterario parecchie opere di scrittori africani hanno cominciato ad essere lette ed apprezzate in molte parti del mondo; l’arte in Africa sta divenendo un motore di sviluppo economico e di riscatto sociale, oltreché un mezzo con cui rivendicare la propria identità. Una nuova generazione di artisti africani, creatori di nuove tendenze, che hanno varcato i confini del loro paese, stanno riscuotendo successo a livello internazionale.
In tutta l’Africa è aumentato il numero delle associazioni femminili che hanno dato vita a molteplici iniziative umanitarie e delle donne che occupano posizioni di rilievo nella società, alcune delle quali impegnate nella lotta per l’affermazione dei diritti umani, nonostante il fatto che in alcune parti dell’Africa la donna continui a venire considerata alla stregua di un oggetto da vendere e comprare. 
La sfida di molti giovani africani, animati dalla speranza in un futuro migliore, è quella di fare dell’Africa uno spazio finalmente libero da miseria e conflitti, in cui gruppi etnici e religiosi di diversa appartenenza possano convivere in armonia, lasciandosi alle spalle le tragedie del passato.

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