24 novembre 2016

SPIRITUALITÀ E AZIONE POLITICA

“L’ASSOCIAZIONE DEI PARLAMENTARI PER LA PACE”


di Carlo Zonato
In questi ultimi anni, la politica ha perso il senso della realtà e la distanza che si è creata tra i suoi slogan e la gente comune è difficile da misurare. I rappresentanti politici che dovrebbero essere massima espressione della volontà dei cittadini di una nazione, sempre più vengono percepiti come una “casta elitaria”, interessata al mantenimento delle proprie posizioni, obiettivi personali o di partito, piuttosto che il BENE della propria nazione e dei suoi cittadini.  Questa realtà non è solo italiana, ma coinvolge un gran numero di nazioni. Insieme ad altre concause, la costante diminuzione della partecipazione al voto è la prova più evidente di questo malcontento.
Da un certo punto di vista, la scarsa partecipazione al voto può essere espressione di un individualismo sociale sempre più propenso a non interessarsi della cosa comune. Tuttavia, sempre più spesso non si va a votare perché la sensazione è che comunque vadano le consultazioni elettorali, non cambi mai niente; tante promesse politiche in sede di campagna e pochi fatti a seguire; o perlomeno fatti che non trovano soluzioni concrete alle tante situazioni critiche attuali. 
Nonostante i cambiamenti delle coalizioni governative nel corso degli ultimi anni, non si vedono miglioramenti sostanziali della situazione difficile e frammentata della nostra nazione. Inoltre, nell’ambito del dibattito politico relativo a proposte di legge in genere, difficilmente si discute nel merito, ma ci si pone in una posizione di scontro pregiudiziale e costante tra le diverse fazioni politiche; questo è un altro aspetto che irrita sempre più le persone e non consente loro di capire con chiarezza le diverse proposte in campo.  
Circa la gestione dell’amministrazione pubblica, a mio avviso, ci sono due lacune fondamentali. La prima è che chi si trova nella posizione di governare non incarna quei requisiti fondamentali che chi ricopre quel ruolo dovrebbe avere. Anche e soprattutto per chi si occupa di politica è necessaria una “rivoluzione di coscienza”, un cambio radicale di come essere esempi e guide apprezzate, nel modo di comunicare, nei comportamenti e nell’integrità del ruolo che si ricopre, specie quando è pubblico. 
In secondo luogo esiste una situazione sempre più paradossale. Nel cosiddetto dibattito politico non emerge più un confronto serio su quale visone della società si ha in mente o si vuole proporre; si opera sul brevissimo termine nella gestione delle urgenze, al massimo a sei mesi; non si va più in là. 
Nei numeri precedenti abbiamo fatto riferimento agli aspetti centrali sui quali poggia la visione di Pace che l’UPF promuove e che riteniamo strategici per dirigerci verso una società più coesa ed armonica. Vorrei riprenderne uno in particolare perché lo ritengo molto correlato alla attività politica: la CONSAPEVOLEZZA DEI VALORI SPIRITUALI, oggi fortemente dimenticati o non considerati, specie in ambito politico. Che lo vogliamo o no ognuno di noi ha esigenze fisiche e spirituali (o più legate alla nostra interiorità). E solo quando riusciamo a bilanciare questi due bisogni troviamo la serenità. Non significa necessariamente credere o no in Dio oppure in una religione piuttosto che un’altra. Tutti noi abbiamo dei valori nel cuore o nell’anima. Tra i tanti valori soggettivi ce ne sono alcuni che potremmo definire universali e uguali per tutti, che tutti vorremmo vedere espressi nei nostri confronti e che dovremmo quindi incarnare per un senso di restituzione verso gli altri secondo la regola d’oro “fai agli altri quello che vorresti venisse fatto a te”. Questo è soprattutto vero quando ci si trova a ricoprire una funzione pubblica.
Politica quindi intesa come vocazione, avendo forti valori spirituali alla base del proprio comportamento e della propria azione politica.  Io credo che è di questo che la gente ha bisogno; ha bisogno di avere guide serie, con attitudine onesta, dedicate a loro, umili nel loro atteggiamento e nel loro ruolo, capaci di autocontrollo, orientate al servizio e alla generosità; quando serve capaci di perdonare. Da questo punto di vista credo che oggi in particolare esista un grosso vuoto da parte di chi riveste una posizione pubblica di guida. È strategicamente necessario che chi si occupa di politica possa incarnare valori spirituali forti come fondamento di una posizione di leadership. Questi valori sono alla base del proprio impegno pubblico e vengono prima della necessaria competenza tecnica o dell’esperienza pratica. Se consideriamo tutto questo, in una situazione così confusa e frammentata, ci rendiamo conto che serve una rivoluzione di coscienza e di comportamenti. 
Questa è comunque una responsabilità che riguarda anche tutti noi come cittadini. Se è vero il famoso aforisma di Aristotele che dice che “Ogni popolo ha il governo che si merita”, dobbiamo considerare che questo atteggiamento più maturo, più responsabile ed onesto verso la società tutta, da parte di chi governa, non nasca dall’oggi al domani, ma matura anche con la cultura e la maturità del popolo stesso. È una esortazione ad essere tutti noi di stimolo per sostenere ed individuare chi merita e chi incarna quei valori spirituali di base che abbiamo espresso. 
Proprio perché il mondo si trova a fronteggiare numerosi e gravi problemi che costituiscono una seria minaccia allo sviluppo e alla realizzazione della pace come UPF quest’anno abbiamo fatto un passo importante proprio nei confronti dei parlamentari.
I parlamentari, in qualità di rappresentanti del popolo, hanno un ruolo molto significativo nel contribuire alla pace e allo sviluppo dell’umanità. Per questo, in più occasioni a livello internazionale è stata proposta la formazione di una associazione di parlamentari a livello mondiale, che costituisca un forum attraverso il quale lavorare insieme per la pace e lo sviluppo: l’Associazione Internazionale dei Parlamentari per la Pace.

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