12 luglio 2016

Lo spirito religioso e le Istituzioni

La visione dell’UPF basata sul pensiero del Rev. Moon

Se vogliamo creare un mondo di pace duratura, è necessario sanare i rapporti tra le religioni. Ed è necessario sanare anche il rapporto errato che esiste in molte nazioni tra religione e governo.
In realtà, le religioni e i governi hanno preoccupazioni complementari e sovrapposte. Entrambi si dedicano al servizio del benessere dell'umanità e alla creazione di una buona società. Entrambi si basano su principi universali, ed entrambi hanno bisogno di leader che applichino quei principi, e che incarnino qualità quali l'amore, la compassione, la saggezza, il coraggio.
I governi cadono quando le azioni dei leader o dei cittadini, o le politiche di governo, si allontanano da questi principi; e ciò è vero anche per le religioni. I conflitti internazionali avvengono quando una o più nazioni agisce in modo irresponsabile ed egoistico, aggredisce e viola i diritti dei propri cittadini o di quelli di altre nazioni.
I conflitti interreligiosi avvengono quando i leader o i seguaci di una certa religione agiscono in modo egoistico e irresponsabile, non applicando e non incarnando quindi i valori e le virtù fondamentali della loro tradizione religiosa.
Quando le religioni o i governi non praticano la buona governance, l’umanità soffre, la prosperità declina, e le speranze restano irrealizzate.
Nelle società tradizionali del passato, in genere la spiritualità e la governance della comunità erano integrate tra di loro. Gli anziani della tribù e i leader spirituali lavoravano a stretto contatto, o addirittura le due figure coincidevano: vi era una sola persona che aveva la responsabilità di governare, di amministrare la giustizia, di guidare l’economia. Nel mondo moderno, tuttavia, queste sfere di competenza si sono differenziate o separate l’una dall’altra.  Di conseguenza, in molti casi, lo stato, l’economia, e l’ambito della religione, si sono separati l’uno dall’altro, e ognuno di essi agisce in base a valori propri.
È avvenuto un ampio processo di secolarizzazione, che consiste nella separazione netta tra proprietà delle cose materiali, governo, affari e famiglia da una parte, e religione dall’altra. Si è di conseguenza creato un fossato tra l’ambito del sacro e l’ambito secolare.
Quando pensiamo ad un essere umano maturo che ha realizzato il proprio potenziale, pensiamo ad una persona che ha sviluppato molte capacità, e che le ha sviluppate in modo che siano ben integrate, unite ed equilibrate dentro di sé. Ad esempio, tutti desideriamo raggiungere l'equilibrio, e realizzare l'armonia, tra le emozioni, l’intelletto e la volontà. Inoltre, dentro di noi non vorremmo vedere una separazione radicale tra sviluppo morale e sviluppo sociale, tra saggezza spirituale e azione pratica, o tra coscienza e attività economica.
In ogni essere umano desideriamo vedere un senso di giustizia temperato dalla compassione e dalla misericordia. Desideriamo vedere che la sua conoscenza è accompagnata dalla saggezza. Desideriamo vedere passione e ambizione correlate a virtù morali e spirituali. 
In conformità a questo modello di essere umano maturo, dovremmo prendere in considerazione un nuovo paradigma di governance. Questo nuovo modello deve evitare i fallimenti e gli eccessi del passato, quali: 
1. Il settarismo: l’immaturità di molti leader religiosi e di molti credenti, che si esprime in una visione ristretta, piena di pregiudizi, intollerante e ostile nei confronti di chi ha una fede diversa dalla loro;
2. Il laicismo: l’immaturità di molti propugnatori del laicismo che buttano, per così dire, il bambino (la religione) con l’acqua sporca. Un popolo, una nazione, senza religione e senza spiritualità è come un essere umano con un cuore e un carattere immaturi;
3. L’ateismo militante, promosso dallo Stato, e il materialismo senz’anima: entrambi sono espressione d’immaturità dell’uomo, che spegne il cuore e l’anima di una nazione, e crea povertà spirituale e morale anche nel mezzo dell’abbondanza materiale;
4. La dittatura teocratica: si ha quando un governo è animato da un rigido settarismo, e forza tutti i cittadini a credere e ad agire in base ai dettami di pochi che si credono illuminati; 
5. La rigida separazione tra religione e governo: la creazione di una barriera o divisione artificiale tra la sfera del sacro e la sfera secolare, una divisione che non tiene conto della natura stessa dell'uomo.
Perché si possa creare un nuovo modello di governance, che accolga anche i valori e la saggezza spirituali, è necessario che avvenga una trasformazione a molti livelli. Prima di tutto è necessario coltivare, all’interno delle stesse religioni, sia tra la leadership che tra i fedeli, una nuova consapevolezza ed una nuova apertura a livello globale. Non una consapevolezza che rigetti l’assolutezza della verità, ma un’apertura che rilevi ed esprima il valore assoluto del vero amore. 
Detto in parole diverse, in questo momento della storia umana, dobbiamo pensare globalmente. È necessario sviluppare un’etica globale, incentrata su valori fondamentali e universali. Uno di questi valori, che è nel cuore di ogni religione, come di tutte le grandi filosofie, è il principio del vivere per gli altri in modo altruistico. Quindi, in conclusione, prendiamo in esame le seguenti raccomandazioni:
 1. Promuovere, attraverso il dialogo interreligioso, lo sviluppo di buone relazioni tra i popoli di tutte le fedi. In tutte le sacre scritture troviamo delle affermazioni a sostegno dell’armonia interreligiosa; costruiamo quindi su questa fondazione. Le religioni che continuano a fomentare il pregiudizio o il fanatismo alla fine declineranno, proprio come le nazioni che promuovono il razzismo, l’etnocentrismo o il nazionalismo egoistico. Questo tipo di comportamento viola la coscienza che c’è data da Dio.
2. Incoraggiare le religioni a immergersi e a incidere nel tempo presente, e a non isolarsi né dalle altre religioni né dal mondo in generale. Quando le religioni mettono enfasi sul valore del servizio, i loro insegnamenti e le loro azioni dimostrano che queste religioni possono contribuire in modo valido alla realizzazione di una società giusta, buona e prospera, e che la loro esistenza è coerente con questo tipo di società.
3. Promuovere la consapevolezza e la comprensione delle religioni, in modo che i cittadini e i leader possano abbandonare l’immatura fobia delle religioni che spesso essi mostrano. In altre parole, è necessario che cessi il pregiudizio antireligioso dei governi. Non vi è nulla da temere, e vi è molto da guadagnare.
4. Sviluppare la comprensione della buona governance, che consiste nel promuovere l’armonia tra gli aspetti interiori della vita, quali quelli spirituale e morale, e gli aspetti esteriori, quali quelli sociale, politico ed economico. Gli aspetti spirituali e morali non devono essere percepiti come separati dalle dimensioni socio-economiche della vita. Al contrario, questi due aspetti devono essere armonizzati.
5. Rafforzare e difendere i valori morali e spirituali nella società. Quest’opera è guidata dalle religioni; deve essere sviluppata nelle famiglie e nelle scuole. Ognuno di questi aspetti della società deve essere riaffermato in modo positivo e protetto dalle costituzioni.
6. Difendere la libertà di religione riaffermando e promuovendo il rispetto, l’armonia e la cooperazione tra le religioni quali beni sociali essenziali.
7. Ricercare la collaborazione costruttiva tra i governi e le organizzazioni di tipo religioso. In particolare, le Nazioni Unite non devono indugiare, e devono al più presto creare un consiglio interreligioso che sia sullo stesso piano del Consiglio Economico e Sociale e degli altri organismi dell’ONU, e che abbia rapporti di collaborazione con gli stessi. 
8. Promuovere e rafforzare il matrimonio e la famiglia. Matrimonio e famiglia sono sacri per tutte le religioni. In quanto tali, i governi e le religioni devono allearsi per sostenere e proteggere il valore della famiglia monogamica, formata da un uomo e da una donna, quale base per la formazione di una buona cittadinanza, una buona società ed una buona nazione. 

Dobbiamo passare da una cultura dell’egoismo a una cultura dell’altruismo. Anche per quanto riguarda la governance vi è oggi un urgente bisogno di perseguire attivamente l'integrità, la cooperazione, l'armonia e l'unità quali elementi che mettano in grado di attuare una buona governance. Inoltre bisogna perseguire il superamento delle barriere tra le religioni, le razze, le nazionalità, le culture, eccetera.

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