18 luglio 2016

Le Donne della R.D. del Congo in Italia

Nata nel 2007 dopo un lungo periodo di gestazione, Tam-Tam d'Afrique è un'associazione di donne di origine congolese a Roma e Provincia che raggruppa donne e uomini senza distinzione di religione, cultura ed appartenenza etnica.

A cura delle rappresentanti della TTA

Inizialmente, Tam-Tam d’Afrique è stata concepita come un'associazione a carattere socio-culturale per la promozione della cultura congolese, la condivisione, il mutuo soccorso e  per la trasmissione della nostra cultura ai nostri figli.
Ma la situazione del nostro paese di origine che ci interpella in prima persona, e c’impone di diventare porta voce del Congo (RDC), il bisogno di essere protagoniste nella società italiana, ha fatto sì che la dimensione socio-culturale locale sia superata per prendere una prospettiva nazionale ed internazionale. 
Cosi Tam-Tam d'Afrique si è posta come missione: la difesa dei diritti umani e della dignità delle persone, in particolar modo quella delle donne; la lotta contro il razzismo, soprattutto quello istituzionale e contro tutte le forme di discriminazione; la salvaguardia dell'identità, del patrimonio culturale del paese di origine e per la costruzione di una cultura della solidarietà e del rispetto reciproco.
Come abbiamo accennato in precedenza, la situazione delle donne nella Repubblica Democratica del Congo ci interpella: il Congo è in guerra da decenni - seppure sia chiamata guerra di bassa intensità, questa guerra ha causato milioni di morti.  
La sua particolarità è quella di svolgersi sul corpo della donna. “Il corpo della donna è considerato come munizioni e campo di battaglia”.  
Nella Repubblica Democratica del Congo lo stupro è usato come arma di guerra. Le donne e i bambini sono le principali vittime e subiscono atrocità indicibili.

Nonostante la pubblicazione di molti rapporti delle Nazioni Uniti sulle violenze e crimini perpetrati in Congo, per citarne uno pubblicato nel 2010 «Rapporto Mapping»; nonostante varie risoluzioni come la ‘1820’ del 2008 che imponeva di prendere sanzioni disciplinari per proteggere donne e bambini nelle zone di guerre; nonostante che  la Carta delle Nazioni Unite abbia autorizzato la creazione di un Tribunale ad Hoc di fronte alla minaccia della pace e la sicurezza mondiale, la situazione nella Repubblica Democratica del Congo è quasi immutata. I crimini rimangono impuniti.
La nostra associazione, dopo attività di sensibilizzazione dell'opinione pubblica italiana ed internazionale concretizzatisi nel 2009 con l'audizione presso la Commissione dei Diritti Umani del Senato della Repubblica, con la presenza di due testimoni venute direttamente dal Congo: una religiosa, allora Presidente nazionale delle Superiori Maggiori e una laica, coordinatrice nazionale di «Réseau Action Femmes». 
La campagna in atto, iniziata da due anni, è la petizione materiale attraverso la raccolta di firme sulla «Bandiera delle Donne» sulla quale incidiamo un ‘No’ all’unisono in varie lingue, contro tale violenza usata come strumento di guerra in Congo e nel mondo.
Oggi TTA chiede alla comunità internazionale l'istituzione di un Tribunale Penale Internazionale per il Congo (TPIC), incaricato di perseguire tutti i crimini elencati nel Rapporto Mapping.
La richiesta dell'istituzione del «TPIC» è stato l'oggetto della conferenza che abbiamo organizzato il 9 marzo 2016 presso Palazzo Montecitorio intitolato «Lo stupro uccide ma anche il Silenzio».
Il convegno ha visto la partecipazione, il sostegno e il contributo di Elisabetta Nistri, Vittoria Tola, Cécile Kyenge, Silvia Costa e Vaifra Palanca.

Con la richiesta dell'istituzione di un Tribunale Penale Internazionale in Congo, l'associazione Tam-Tam d'Afrique intende creare una reazione che riesca ad agganciare il modello della globalizzazione ma questa volta per i diritti umani: diritti umani che abbiano la priorità su ogni progetto sia esso geopolitico o economico.
Nel villaggio globale, siamo tutti interdipendenti e il nostro destino è comune: come una ragnatela; non possiamo toccare un filamento senza fare vibrare il Tutto. 
Siamo tutti interpellati per fare Tam Tam e annunciare il lieto evento della costruzione di un’umanità che recuperi la sua dignità: “Un solo braccialetto al polso non fa suono” dice un proverbio congolese. “L’Unione fa la Forza” è il nostro moto.

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