5 luglio 2016

Da dove partiamo?

di Giuseppe Calì

L'UPF, come sapete, si occupa di tutto ciò che può contribuire ad una cultura di pace. Sarebbe bello potersi dedicare soltanto a problematiche estetiche e dissertazioni filosofiche, tuttavia viviamo in condizioni di emergenza e non possiamo ignorarlo. Tra l'altro, stiamo attraversando uno dei momenti più complessi della storia umana, dove ogni tentativo di previsione per il futuro è vano. Le dimensioni di qualsiasi fenomeno contemporaneo sono sempre di portata mondiale, indipendentemente dal luogo e dal momento.
Ecco perché si parla tanto, oramai da tempo, di "transizione". Da dove partiamo lo sappiamo, anche se una valutazione più obiettiva ed accurata andrebbe comunque fatta, ma ignoriamo dove ci stiamo dirigendo. È proprio questo che ci rende incerti, divisi, ed infine conflittuali oltre la ragione. Nelle ere passate esistevano grandi idee e visioni del mondo e grandi uomini e donne che le incarnavano e promuovevano: l'era dei grandi filosofi greci, l'impero romano, il sacro romano impero, l'umanesimo, l'illuminismo, fino ad arrivare al sorgere di democrazia e comunismo, che per quanto opposti, erano portatori di valori ben chiari. Oggi l'era, di cosa è? Di chi è? Potremmo dire l'era della comunicazione globale, ma questa non è un'idea portante, infatti comunicare è diventata, piuttosto che una risorsa come è sempre stato, un'ossessione. Si comunica per egocentrismo e a prescindere dai contenuti. Basta farsi notare. È l'era del volere apparire a tutti i costi. Qualcuno fa addirittura stragi per questo.
Questo periodo, questa "terra di mezzo" grigia e senza identità precisa, tende a protrarsi oltremodo, proprio perché non riusciamo a trovare una via d'uscita adatta ai tempi.
Un esempio molto attuale di problematiche mal comprese è quello delle migrazioni di massa e conseguente (ma ho molti dubbi su questo) radicamento in nazionalismi e protezionismi vari. La Gran Bretagna che vota per uscire dall'Europa, l'Austria che erige muri al confine, così come vorrebbe fare Trump al confine con il Messico e così via. Dopo la tanto decantata/vituperata globalizzazione, sembrerebbe esserci una specie di implosione, che cerca di riportare le cose a come erano 40-50 anni fa, quando l'aria di apparente libertà e l'avanzamento del capitalismo, ci illudevano di un progresso sociale che non si sarebbe mai fermato. 
Ora siamo alle barricate, in casa e fuori casa. C'è tanta, troppa sofferenza per la gente comune, così come per gli immigrati. E non dimentichiamoci delle forze dell'ordine costrette a confrontarsi con situazioni al limite dell'impossibile con mezzi insufficienti. 
Una grande fetta della popolazione mondiale sta lasciando la propria terra per cimentarsi in un esodo, che va addirittura al di là delle cosiddette proporzioni bibliche, alla ricerca di una terra promessa, la terra del latte e del miele, che non troverà. Troverà invece sofferenze di altro tipo, ma non meno crudeli ed ingiuste di quelle che lascia. Dall'altra parte della barricata, un’altra grande parte di umanità che si sente invasa, messa in pericolo, offesa nella propria intimità ed identità di popolo.
Chi dovrebbe occuparsi di tutto ciò, perché demandato a farlo dai popoli stessi, cosa fa? Parla di "accoglienza", ma poi abbandona a loro stessi ed alla propria disperazione masse infinite di esseri umani che non sanno come sopravvivere e cadono nella disperazione. L'accoglienza è un dovere sacrosanto, ma perché li facciamo venire, se poi non riusciamo a prenderci cura di loro, non sappiamo dove metterli, cosa fargli fare, come far sì che possano nutrire i propri bambini? C'è chi sa cosa farne, ma queste sono le organizzazioni criminali e le mafie di tutti i tipi, che come in tante parti del nostro territorio, si sostituiscono allo stato con un'efficienza invidiabile.
E cosa fanno le istituzioni per la gente locale, che si vede espropriata dei propri territori e delle proprie certezze e sicurezze, persino delle proprie tradizioni religiose?
La denigrazione costante, la propaganda battente contro chi cerca di proteggere le proprie case, cerca di far passare per "nazionalisti, retrogradi, egoisti, violenti, stupidi, e via dicendo, coloro che sollevano legittimamente la questione della sicurezza, dell'identità religiosa, così come della concorrenza sleale nel lavoro da parte di chi si accontenta di quattro soldi per necessità, non avendo nulla, per fare ciò che invece andrebbe pagato di più, sbilanciando completamente il mercato del lavoro stesso.
Io credo che entrambe le istanze andrebbero considerate con più saggezza e maturità e non a colpi di propaganda mediatica, accoglienza fasulla, leggi complicatissime che non risolvono nulla, spiegamento di forze dell'ordine e costruzione di barriere.
Mi chiedo a questo punto: abbiamo un'idea della società nella quale vorremmo vivere oggi? Abbiamo formulato, in maniera abbastanza dettagliata un'ipotesi di sistema sociale adeguato alle sfide in cui ci troviamo? La sensazione è che si stia viaggiando a vista, seguendo umori, interessi elettorali, paure, e vantaggi di élite finanziarie, piuttosto che un'ideale di società sana ed equilibrata.  I vecchi modelli e sistemi non reggono più, sono assolutamente inadeguati e se c'è qualcuno che lo sostiene, viene ignorato da chi governa, ma anche da chi va a votare.
La democrazia stessa va ripensata, perché, così com'è ridotta adesso, è un sistema debole, inadeguato, disorganizzato, privo di anima e degli ideali di eguaglianza e libertà che l'avevano generata.  Va assolutamente rifondata, ma per questo bisogna ritornare all'uomo, ad un nuovo umanesimo, che può scaturire soltanto da una più profonda comprensione della nostra vera natura. Ma per fare ciò non possiamo ignorare gli ideali religiosi e la Presenza di una Coscienza Universale che saprebbe bene cosa fare, perché è da essa che l'uomo e la donna sono stati generati. Un nuovo umanesimo che includa quindi anche una nuova spiritualità, in armonia con le ultime scoperte scientifiche e con le esigenze nuove di un'umanità in movimento verso un nuovo modo di vivere, una nuova società, un nuovo modo di concepire la vita e nuove forme d'integrazione e collaborazione tra i popoli.
Grazie a Dio, è proprio il caso di dirlo, esistono oggi tanti "uomini e donne della Provvidenza". Non li troverete tra chi detiene le leve del potere. Scusate ma non riesco a vederne nemmeno uno da quelle parti, sarà una mia miopia o forse non è li che bisogna cercare. Uomini di scienza e ricercatori, maestri ed insegnanti, ispiratori di spiritualità vera, esperti indipendenti di politica ed economia, operatori sociali e volontari di organizzazioni umanitarie, difensori dei diritti umani e così via, sono i veri uomini moderni, costruttori della nuova cultura. È lì che bisogna cercare, per costruire una rete di collaborazione e condivisione che possa portare ad una rivoluzione pacifica, silenziosa ma potente, che riporti al centro il diritto dei diritti: la ricerca della felicità condivisa. 
La coscienza umana si sta evolvendo rapidamente. Anche se tutto sembra andare contro, gli uomini scoprono che la natura dell'universo in cui vivono è profondamente diversa da come l'abbiamo creduta fino ad oggi. Ci accorgiamo che tutto ciò che pensavamo di essere era soltanto un'illusione, il negativo, si può dire, della vera immagine dell'uomo e della donna, creati "ad immagine e somiglianza di Dio" per essere felici.
Vorrei, a questo punto, presentarvi un esempio, uno dei tanti ricercatori di grande valore odierni, che ho scoperto io stesso di recente: Robert Lanza ed il suo Biocentrismo. Figlio di padre italiano, apparso sulle copertine di Time e Fortune, medico famoso per le sue ricerche sulle cellule staminali e definito da New York Times "Uno dei tre scienziati ancora in vita più importanti dei nostri tempi". Premiato anche con il "Leone di San Marco per la medicina”, il Dr. Lanza è stato incluso tra i pensatori della nostra epoca dal Prospect Magazine: "Impegnato per i modi profondi ed originali in cui tratta le questioni centrali del mondo di oggi".  
Scopritore ed enunciatore del Biocentrismo, che potrebbe essere uno dei nuovi paradigmi, non solo scientifici, ma addirittura filosofici, per il prossimo millennio. Una nuova teoria sull'Universo, costruita sulla fisica quantistica, alla quale aggiunge la sua profonda conoscenza della Biologia. La sua teoria spiega, tra le tante cose, la vita dopo la morte, scuotendo così il mondo scientifico e non solo. Vorrei enunciare qui soltanto brevemente due dei sette principi del Biocentrismo:
Primo Principio: “Ciò che percepiamo come realtà è un processo che coinvolge la nostra coscienza”. Non esiste realtà al di fuori della coscienza.
Quinto Principio: "L'universo è fatto per la vita, il che attribuisce un senso compiuto all'affermazione che sia la vita a creare l'universo, non il contrario. L'universo è semplicemente la completa logica spazio-temporale del Se".
L'intelligenza, quindi, precede il Big-Bang. È la coscienza a creare la materia, quindi non ha alcun senso parlare di morte della coscienza con la morte del corpo. La coscienza continuerà la sua vita in una forma a noi oggi non conoscibile.
Salta subito all'occhio la valenza religiosa di tale ricerca, ma la novità è che il Biocentrismo è una teoria perfettamente in linea con i criteri della scienza ed ecco perché è stato accolto con tanto inusuale rispetto dalla comunità scientifica. Fino a poco tempo fa, i pochi che osavano addentrarsi in questioni simili, venivano ghettizzati e costretti in speciali "riserve indiane" per scienziati folli. Si vede che i tempi sono cambiati, ma anche che le argomentazioni si sono evolute insieme alla nostra coscienza e conoscenza. 
Personalmente sono anche molto grato al Rev. Moon che già più di 60 anni fa insegnava queste stesse verità, anche se la scienza di allora era ancora, su queste tematiche, allo stato embrionale e ben lontana da tali conclusioni.

Noi "UPF" vogliamo dare il nostro contributo al nuovo mondo che sorge costruendo sinergie tra le forze positive, promuovendo una nuova rivoluzione copernicana del modo di essere e di porsi di fronte alla vita. Crediamoci e lavoriamo insieme perché il tempo è arrivato!

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