6 aprile 2016

L'ITALIA TRA PERDONO E PREGIUDIZIO

di Antonio Saccà

Mercoledì, dalle 21,15 fino alla mezzanotte, non ci sono per alcuno. Ho un incontro assai intimo con una solerte, piacente donna, lei non sa di quest’appuntamento, al quale in ogni caso non manca, come non manco io. Ci vediamo, per dire, a “CHI L'HA VISTO?”, un programma eterno del terzo canale della RAI, ne sono fanatico, mentre di regola seguo minimamente la televisione, con una seconda eccezione, di cui scriverò. È Federica Sciarelli che regge il programma. Piccola, bionda, partecipe, grazie al cielo prende posizione, si accende, ribatte, si ostina, battaglia e ne viene la trasmissione più etica a mia cognizione, un vero servizio pubblico.
E una fonte di accertamento della nostra società che vale uno studio sociologico. È noto, “Chi l'ha visto?”, indaga peculiarmente sugli scomparsi, e li evidenzia al fine di reperirli. E siamo al primo rilievo: sbalorditivo quante persone svaniscono, e non se ne conosce l'andamento. La loro vita sembrava nell'ordinarietà. Invece il nulla. Escono di casa, e addio. Da diventare pazzi, i congiunti. In vero la sparizione è peggior malessere della morte, dico: malessere. La morte è tragica ma certa, la sparizione, un’ansia di speranza e delusine da rovinarci, come che sia, sbalordisce quanti scompaiono. E non la scomparsa per un eventuale misfatto, bensì individui che volontariamente o per demenza spariscono. O spariscono quasi di certo per un misfatto, però dubbio, tra la sparizione e il delitto. Epocali, le sparizioni di Mirella Gregori e di Emanuela Orlandi, in una oscura storia interna ed esterna al Vaticano, e la sparizione della piccola Denis Pipitono, in una torbida vicenda di odi familiari in Sicilia. Per anni la trasmissione ha favorito ogni investigazione e soprattutto ha messo in evidenza le “narrazioni” perché non fossero trascurate.
Ma, dicevo, impressiona la scomparsa volontaria o non obbligata. Persone che vagano senza memoria di se stesse, persone che non intendono restare nella società, persone che si vergognano di non riuscire a sopravvivere e si occultano, quando non si uccidono, ragazzi o ragazze in fuga dalla famiglia. La demenza ferisce, immaginare individui che non sanno ritrovare l'abitazione, viaggiano a casaccio, preda di tutto e di tutti... Di recente a “Chi l'ha visto?” l'evento di un giovane che si è illabirintito nella Metro di Roma, e tutte le settimane a presentarne la rattristante immagine, e il desolato padre, e il devoto fratello, e sempre Federica Sciarelli, partecipe, e il comitato che si occupa degli sperduti, e la popolazione che si anima... E veniamo alle considerazioni psicosociologiche. L'essere umano è ad un tempo sublime e degenerato, e tra gli esseri umani campeggia somma la Madre. Lo “spettacolo” di madri che cercano i figli o giustizia per i figli è, in “Chi l'ha visto?”, memorabile. Memorabile la madre della fanciulla Elisa Klaps (credo sia la denominazione esatta) che non ebbe requie finché non vide in galera un assassino compulsivo, Danilo Restivo, e che mai si infangò della sciagurata malattia del “perdonare”, tutt'altro; e la madre di Denis Pipitone, Piera Maggio, costante dopo anni di (in)giustizia; e la madre del ragazzo Marco Vannini, implacabile, distrutta ma ferrigna, oltretutto a dover conoscere che il figlio colpito a morte non venne soccorso, e la invocava. Quel che onora “Chi l'ha visto?”, è di stare dalla parte offesa, il che ormai sembra fuor di tempo, non solo dalla parte offesa ma da chi chiede giustizia e non si contenta dei Tribunali. Così aspettiamo che il signor Antonio Lolli venga infine processato per la scomparsa della moglie, della quale si dichiara inconsapevole, e lo vedremo. Ma di “casi” e di figure materne, soprattutto, ne presenterei a non terminare. Chi vede il programma si stringe passionalmente, ritrova l'etica sociale, la sente, si scuote l'indifferenza: è il merito radicale della trasmissione.
Ho un ulteriore interesse, per FORUM, che avviene giornalmente, dalle ore 11 alle 13 sul V Canale e dalle ore 14 alle 15,30 sul IV Canale, entrambi della Mediaset. Chi dirige è Barbara Palombelli, più distaccata di Federica Sciarelli, sicura, elegante, e con qualche lato opinabile, come dirò, nell'insieme del programma. Forum è una rubrica giudiziaria, dei convenuti conflittuali, e, appunto, un giudice. Il Giudice ascolta le ragioni delle parti e si ritira per decidere, nel frattempo i litiganti di solito... litigano, e assai ostilmente, vengono convocati personaggi in favore o nemici dell'uno o dell'altro contendente, ciascuno racconta, la Palombelli riassume, dà la parola, legge missive degli spettatori esterni, concede espressione agli spettatori della sala. Due giovani fanno da portatori del microfono, o mettono in funzione una bilancia che pesa chi per gli spettatori in sala avrebbe ragione, o annunciano il Giudice, il quale, al termine, fa sentenza. Il programma è una miniera sociopsicologica. Anche in tal caso va notato che abbiamo a che fare con dispute, ma la famiglia ne risulta massacrata; tradimenti, figli illegittimi, riconoscimenti richiesti e negati, risse ereditarie, adozioni andate a male, disoccupazione, disoccupazione, disoccupazione, guerre per tenere o non tenere i figli, combattimenti per due lire... se il nostro Paese fosse soprattutto quale appare in Forum ci sarebbe da temere il naufragio, rarissima la generosità, ardua la sopravvivenza... e, anche, un pubblico in sala che in alcuni soggetti accresce la tensione, con interventi esagitati, con eccessiva violenza nei confronti delle parti in causa, con interpretazioni cervellotiche; aggiungono qualcosina i due “valletti” che commentano a vanvera, e purtroppo cogliamo anche uno dei malanni del nostro tempo, con l'arte di “perdonare”, l'ideologia del pregiudizio. Se in trasmissione si ha da vedersela con stranieri vi è un blocco, il terrore di avere “pregiudizi”, e il pregiudizio apocalittico è l'essere razzista. Un giovanotto estero convive con un’italiana, incinta di lui. La donna fa contratto di affitto, non dice che è gravida meno che mai che ospita in casa parenti del “compagno”, esponendola a problemi legali. Che proclama il giovane straniero, che la signora la quale vuole interrompere il contratto dato che è stata ingannata è... razzista. È la chiave magica: se ad un bugiardo e ad un ladro non comunitario gli si dice ladro e bugiardo, la risposta è costante: sei razzista, hai dei pregiudizi. Mi spiace che l’interessante trasmissione non trovi nella Palombelli e nel pubblico la negazione netta di questo paradigma del pregiudizio, così non possiamo giudicare.

Al dunque, vengono in luce, in questi apprezzabili manifestazioni televisive non soltanto quelle bolle nella nostra società ma due problematiche cruciali, la problematica del “perdonare” e la problematica del pregiudizio. L'una più micidiale dell'altra. Tutte da scampare.

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