3 aprile 2016

Lettera aperta al Signor Presidente della Camera dei Deputati


Perché la Camera dei Deputati riannuncia una Petizione da me denominata “budget del ricoverato” su una scabrosa, dannosa, inefficiente situazione degli Ospedali Italiani, dove la gente muore, perché esaurito l’intervento finanziario, il paziente in qualsiasi condizione di salute si trova, verrebbe dimesso ancora oggi 2016 dalla struttura ospedaliera, ancor più grave se agonizzante, in fase terminale ed in età avanzata, come è stato da me personalmente constatato in un Ospedale Civile Italiano a mio fratello Previte Antonino e deceduto il 10.9.2009, che decisamente affermo essere pura eutanasia di Stato.

di Francesco Previte
Signor Presidente della Camera dei Deputati: tutti sappiamo che la Costituzione Italiana all’articolo 50 recita “Tutti i cittadini possono rivolgere Petizioni alle Camere per chiedere provvedimenti legislativi od esporre comuni necessità”, come sto rifacendo!
Inoltre, che l’art.109 del Capo XXV del Regolamento della Camera dei Deputati e nel Senato della Repubblica agli artt. 140 e 141 recita: 
1. le Petizioni pervenute alla Camera sono esaminate dalle Commissioni Competenti;
2. l’esame in Commissione può concludersi con una risoluzione diretta ad interessare il Governo alle necessità esposte nella petizione, ovvero con una decisione di abbinamento con un eventuale progetto di legge all’ordine del giorno;
3. quando sia presentata una Mozione su una o più Petizioni, il testo della petizione è stampato e distribuito congiuntamente al testo della mozione relativa.
In questo momento vi è nel Paese, una situazione analoga a quella che abbiamo denunciato e chiamato: budget dl ricoverato, che se ancora risponde a verità, trattasi di una situazione molto delicata, importante, grave per quanto a me accaduto e per la salvaguardia della salute dei cittadini, per instaurare e dico poco l’eutanasia nei confronti di tutti i pazienti ricoverati, pare, nelle strutture ospedaliere, cioè limitare in nome del risparmio il diritto alla vita ed alla salute restringendo i tempi di degenza per fasce dì età ed in qualunque condizione di salute si trovi il “paziente” sia esso disabile, in tarda età od in fin di vita (quindi pazienti con problemi cronici) favorendo pazienti giovani con problemi acuti. Se è cosi quale legge impone questa “soluzione”?
 Nella migliore ipotesi di dimissioni dell’individuo-malato con problemi cronici, verrebbe trasferito nelle RSA (Residenze Sanitarie Assistite), sempreché ci sia il posto disponibile visto che sono quasi sempre al completo, oppure il rientro a casa, in questo caso, con quale prospettiva di assistenza e cure!
 Se questo dovesse avvenire, il paziente verrebbe condannato ad una lenta, sia essa breve o lunga, agonia che possiamo considerare una mascherata eutanasia “fuori” dalla logica e di ogni convinzione civile, di ogni principio umano ed ancora oggi 2016 non conforme all’ordinamento giuridico italiano (almeno per ora!).
 Secondo un possibile terribile “progetto”, tutto da verificare, la Sanità avendo risorse modeste, deve stabilire delle priorità come quelle di concentrazione della spesa orientata, solo, ripeto, sui giovani e sui malati acuti.
 Questa “cultura”, che non ho nessuna remora a definire maltusiana o genetista, “fuori” da ogni concetto di civiltà, se si sviluppa comporta una situazione gravissima in quanto ingenera nell’opinione pubblica convinzioni devastanti sul piano sociale e diseducative per i giovani, portati a credere che gli anziani altri non sono che un peso inutile, con una palese contraddizione con gli sforzi della ricerca scientifica per l’allargamento della speranza di vita.
 La sanità italiana, che occupa tra i Paesi Europei l’ultimo posto, si presume, deve la propria situazione deficitaria agli sprechi ed al mal utilizzo delle risorse finanziarie. È una sanità molto malata, sotto gli occhi di tutti!
Il nostro vuol essere un richiamo forte alla Camera dei Deputati, alla quale abbiamo indirizzato una Petizione annunciata all’Assemblea nella seduta del 16 novembre 2009 e rubricata col n. 787 (Camera dei Deputati 17 novembre 2009 Prot. 2009/0031031/Gen/TN9 ed assegnata alla XII Commissione Permanente Affari Sociali con A:R: n. 14482081866-3 il 18 marzo 2013 ed annunciata all’Assemblea il 20 maggio 2013 ed assegnata col n.31 alla XII° Commissione Affari Sociali.
Con lo stesso Testo è stata rubricata col n. 31 dalla Camera dei Deputati il 20 maggio 2015 è stata annunciata all’Assemblea ed assegnata alla Commissione Competente) per conoscere la verità! Quid est veritas? Qual è la verità? 
Oggi 31 marzo 2016 con Prot.2016/0007187/Gen/TN la stessa Petizione mi è pervenuta comunicandomi che è stata riannunciata all’Assemblea nella seduta del 29 marzo 2016 col n. 1062 ed assegnata alla XII° Commissione Affari Sociali. Una situazione a dir poco pazzesca ed anomala!
Ho tentato di avere spiegazioni dagli Uffici competenti, ma le risposte sono, come al solito, con eleganza, educazione, ma con logiche di convenienza, di forte burocrazia, che ci vorrebbero allontanare dalla solidarietà e dal rispetto per l’individuo-persona.
Una singolare e anomala interpretazione della Costituzione Italiana troppe volte richiamata, poco materializzata!
 Ma nelle mie reminiscenze del diritto pubblico, mi sovviene che le Petizioni sono espressioni della volontà dei cittadini, i quali in tale maniera esercitano il principio (art.1) della “sovranità popolare”, che si esplica mediante la “democrazia diretta” (referendum, plebiscito, petizione) e quindi inoltrate affinché le Istituzioni (quindi come nel  caso in esame alla Camera dei Deputati), hanno l’obbligo di un democratica attenzione, valutazione e risposta che nel contesto della urgentissima Petizione da me inoltrata ancora oggi, non viene chiarita questa “situazione”!
Vorrei aggiungere che il diritto di petizione spetta a tutti, cioè ad ogni cittadino maggiorenne e costituisce un mezzo di collaborazione di tutto il popolo all’opera legislativa esplicata dalle Camere Legislative, perché permette a chiunque di segnalare le necessità, le aspirazioni, le esigenze popolari di carattere generale.
E non mi si dica che le Petizioni vengono prese in considerazione solo quando vi è in esame un progetto di legge od “altro”, come dire che un incendio non viene spento dai pompieri perché si deve restare in attesa della pioggia che il buon Dio ci manda dal cielo!
 E intanto il “budget del ricoverato”, costituisce una forma, ripeto, di eutanasia, che conoscendo la sensibilità del nostro Parlamento, questo deve dare immediata chiarificazione alla pubblica opinione ed al rispetto della dignità dell’uomo, uno dei pilastri dell’antropologia umana.

Signor Presidente della Camera dei Deputati, necessita una Commissione Parlamentare d’inchiesta su questa situazione e Le sarò grato per una cortese risposta, soprattutto ampiamente attesa da me e dall’opinione pubblica e dalle Famiglie.

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