27 marzo 2015

Scuola “Barolini” esempio d’integrazione

La scuola italiana è sempre di più nel mirino dell'opinione pubblica, ma nonostante tutte le difficoltà cerca di attrezzarsi nel migliore dei modi per affrontare l'accoglienza degli alunni neo-arrivati e per gestire le diversità. Ne è un esempio la scuola media di Vicenza” Barolini” che accoglie di anno in anno nuovi alunni stranieri; la Preside della scuola, dottoressa Emanuela Vicari, alle nostre domande ci ha dato queste risposte.

di Rada Rajic Ristic

Come si prepara la scuola per accogliere gli alunni stranieri?

La prima accoglienza è a cura di un docente che colloquia con la famiglia per capire scolarità pregressa, abilità linguistiche percepite, aspetti salienti dell'alunno (carattere, vissuto, profitto, comportamento, elaborazione dello strappo dal paese natale,..). Detto docente nominato dal collegio docenti plenario, la cosiddetta funzione strumentale per l'integrazione degli alunni stranieri, con una commissione organizza poi un accertamento culturale con prove di italiano, matematica, inglese, di solito, per acquisire dati utili all'assegnazione dell'alunno alla classe e per predisporre un piano di azione mirato.
Comunicato l'esito dell'accertamento e l'assegnazione alla classe alla famiglia, il Consiglio di classe attiva, se necessario, corsi di alfabetizzazione, di recupero o di rinforzo della lingua italiana con insegnanti propri o di Istituto o di rete (“Intreccio di fili colorati”, di cui l'IC 4 è capofila a livello cittadino per tutti gli istituti comprensivi e per quasi tutti - 10/12- gli istituti superiori).
In alcuni casi il collegio docenti plenario su segnalazione del Consiglio di classe delibera l'esonero dalla seconda lingua straniera (tedesco) a favore di italiano potenziato.
Periodicamente l'Istituto attiva corsi di italiano per livelli, di lingua straniera, di matematica, sul metodo di studio a titolo gratuito per le famiglie, grazie a finanziamento a progetto dell'Istituto e della rete.

Come accolgono gli insegnanti l'alunno neo-arrivato?

L'alunno straniero per tutto il percorso scolastico è monitorato dalla funzione strumentale e dal coordinatore del Consiglio di classe o dal team docente nella scuola primaria e infanzia. E' comunque coinvolto tutto il gruppo docente e diciamo che verso lo straniero anche neo-arrivato si è sviluppata nel tempo un'attenzione e una sensibilità umana e professionale.

La scuola come vede la diversità (provenienza, cultura, religione... di questi allievi stranieri)?
Se la diversità culturale, religiosa, etnica è vissuta positivamente dall'allievo, è occasione di confronto, scambio informativo, simulazione di viaggi con LIM, promozione di letture e musiche. Se l'allievo è nella fase del silenzio, si cerca di non forzarlo e di garantirgli uno stato di benessere, coinvolgendolo con esperienze e linguaggi apparentemente non disciplinari, ma d’impatto emotivo forte per intercettare la sua attenzione e indurlo a mettere in gioco abilità non verbali.

Da quali paesi provengono prevalentemente gli alunni della Sua scuola?
Serbia, Croazia, Romania, Albania, Ghana, Siria, Pakistan, India, Cina, Filippine sono i luoghi di più frequente provenienza degli alunni dell'IC4.

Quali sono le attività che promuovono l’Intercultura nella scuola dell'obbligo?
Non c'è un curricolo interculturale standard nella scuola italiana, ciascun Istituto in autonomia si organizza da sé, anche se nel caso di Vicenza (e non solo...) le reti garantiscono un coordinamento didattico, condividono strumenti uguali o simili per docenti e studenti (vademecum per didattica distesa nel tempo, griglie di rilevazione dell'errore ai sensi del QCER, formazione del personale scolastico,..) applicano un protocollo di accoglienza.
L’Intercultura come conoscenza trasversale di contenuti è sviluppata dai singoli istituti secondo le diverse presenze e sensibilità, attingendo anche da associazioni territoriali.
L'IC 4 cerca in particolare di raccogliere testimonianze sulle migrazioni delle varie generazioni per sviluppare un percorso storico-geografico-letterario e musicale e per aprire la scuola al territorio.

L'integrazione è un obiettivo o un ostacolo per i genitori stranieri?
L'integrazione per i genitori stranieri è una variabile dipendente dal progetto di vita in Italia o addirittura a Vicenza, dai vincoli religiosi, dalle possibilità economiche e dalla cultura/istruzione. I vincoli religiosi sembrano non essere un ostacolo tra genitori e IC 4 perché nel tempo abbiamo dimostrato rispetto alla fede altrui, ma anche promosso coinvolgimento prima degli alunni poi dei genitori, senza farci limitare gli uni e gli altri da simboli religiosi. Per questo è stata molto di aiuto la musica.
Permangono in alcune etnie o famiglie resistenze di genere soprattutto tra genitori e scuola, non tra alunni e scuola.

I genitori stranieri come vedono la scuola italiana (collaborano o meno)?
I genitori stranieri sono entrati nella vita della scuola, però sussistono gruppi o famiglie che delegano tutto alla scuola o che non vivono il rapporto come scambio e interazione. Ciò comporta dei problemi soprattutto in alunni poco motivati allo studio o in disagio personale rispetto a compagni che regolarmente godono della vicinanza e dell'interessamento genitoriale nell'esperienza scolastica. Purtroppo ci sono famiglie sconosciute alla scuola. Certi eventi, però, come concerti, esposizioni di lavori, serate a tema possono fungere da "gancio" se sono coinvolti i figli delle famiglie più "fredde". Qualche volta sarebbe utile che alcune famiglie e allievi cogliessero con maggiore regolarità le occasioni di aiuto per il successo scolastico che la scuola attiva, tra l'altro a costo zero.

Se posso permettermi un bilancio, dopo 12 anni di direzione dell'IC 4, posso dire che la scuola si è attrezzata molto sia per adulti che per studenti e che, mi sembra, anche gli stranieri nutrano fiducia nel nostro operato.
La mobilità, infatti, è determinata di solito da motivi correlati al lavoro e all'abitazione, talora condizionando un percorso pensato su misura dell'alunno ed interrompendo un legame affettivo.
Il 30 maggio 2014 presso la scuola media “Barolini” è stato presentato il libro” Storie di accoglienza e di migrazioni”. Uno degli ingredienti più importanti di questo libro è indubbiamente la memoria dell'accoglienza. Dai meandri della memoria emergono preziosi ricordi come testimonianze di un tempo che fu, di un tempo lontano, che esaltano il passato, alleato delle nostre vicissitudini. Ricordi come possibilità di esplorazione del tempo trascorso, di richiamo al presente, questo passato sempre vivo e presente in ognuno di noi. Il libro è, come si usa dire, l'ultima fatica della Scuola secondaria di primo grado” Barolini”, del Centro Territoriale Permanente e del Gruppo Pensionati” La rondine” all'interno del progetto “Memoria 2011-2014”.

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